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Redazione Lazio

GALLICANO NEL LAZIO – ZAGAROLO, CENTRALI BIOGAS A 400 METRI DALLE ABITAZIONI: PARTE L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

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Tempo di lettura 6 minuti Il Sindaco, e il segretario del PD avrebbero spiegato che i cittadini di Gallicano del Lazio sono favorevoli, poiché il progetto faceva parte della loro campagna elettorale.

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Il 29 aprile 2014 un Consiglio Comunale a Zagarolo dove il sindaco Giovanni Paniccia e l’assessore all’ambiente Giacomo Vernini sono stati chiamati a rispondere alla mozione, presentata dall’opposizione di centro destra (NCD e Forza Italia), che chiede un atto deliberativo dal quale si evinca l’impegno dell’amministrazione di Zagarolo a manifestare la propria contrarietà invocando il “principio di precauzione” in considerazione dei possibili danni che tale struttura potrebbe causare al patrimonio ambientale, archeologico, agricolo e idrogeologico nonché alla qualità della vita e soprattutto dei cittadini.

 

di Cinzia Marchegiani

Gallicano nel Lazio / Zagarolo (RM) – Parte l’inchiesta de L’Osservatore d’Italia, in merito alla proliferazione di centrali a biomassa che in tutt’Italia stanno allarmando non solo i cittadini ma anche i medici impegnati negli studi epidemiologici delle malattie legate ai problemi respiratori e quelli del tumore.
Il Comune di Gallicano nel Lazio, ha deciso di costruire, con l’avvallo della Provincia di Roma quando era guidata da Nicola Zingaretti e in seguito dallo stesso quale Presidente della Regione Lazio, una centrale a biogas che dovrebbe essere costruita nella Tenuta di Passerano. La zona è di competenza della Regione Campania, ma nella realtà è situata logisticamente a due passi, non metaforicamente parlando, dalle abitazioni e dalla scuola di Valle Martella, sotto amministrazione e tutela del Comune di Zagarolo in provincia di Roma.
Riguardo la realizzazione di quest’opera, poco o nulla hanno saputo i cittadini di Zagarolo dall’amministrazione. E le poche informazioni a riguardo sono arrivate grazie ai vari comitati a tutela dell’ambiente, agli tabella di giornale e alle attività di alcuni politici che hanno messo da parte i propri colori e hanno tutti insieme abbracciato questa battaglia a tutela non solo dell’ambiente ma della salute pubblica.
 
Il lungo silenzio è stato quindi interrotto da un consiglio Comunale, andato in onda nella serata del 29 aprile 2014 dove la mozione dei gruppi consiliari NCD e Forza Italia hanno espresso tutte le perplessità e i quesiti su questo impianto industriale, definito da altri amministratori come un impianto di compostaggio, chiedendo a gran voce un atto deliberativo dal quale si possa evincere l’impegno dell’amministrazione comunale di Zagarolo a manifestare la propria contrarietà alla realizzazione della centrale a biogas di Gallicano nel Lazio, invocando il “principio di precauzione” e “l’acquisizione di ulteriori e neutrali pareri scientifici e sanitari”, in considerazione dei possibili danni che tale struttura potrebbe causare al patrimonio ambientale, archeologico, agricolo e idrogeologico nonché alla qualità della vita e soprattutto dei cittadini.

Lo scorso 17 aprile il nostro quotidiano era presente al Consiglio Straordinario a partecipazione pubblica indetto dal Presidente del Consiglio del Comune di Gallicano nel Lazio. Non pubblicheremo i video dell’evento istituzionale poiché attendiamo di mettere a confronto le diverse valutazioni e posizioni riguardo le competenze di questo progetto che sembra non abbia suscitato alcun ripensamento nelle amministrazioni coinvolte.
A capirci qualcosa sembra che nessuno, in virtù della tutela ambientale e della salute pubblica, abbia invocato il principio etico di precauzione.
Basta riascoltare le affermazioni del Sindaco di Gallicano nel Lazio Marcello Accordino che nel dettaglio spiegava alla cittadinanza riunita al Consiglio comunale, le fasi dell’iter del progetto della centrale a biogas: ”Con la raccolta differenziata, rimangono solo due frazioni non riciclabili, l’indifferenziata e la frazione organica, per l’indifferenziata il problema è più che risolvibile, mentre per l’umido c’è la possibilità di fare alcuni trattamenti e l’alternativa, quella che è la nostra idea, che era di allora e che è anche di oggi di trattamento, è l’alternativa alle discariche e inceneritori/termovalorizzatori. non c’e’ altra possibilità sull’umido. Possiamo noi decidere come trattare, questa è la realtà dei fatti per chiudere il ciclo dei rifiuti.”

In effetti a sentir bene sembra che questa amministrazione non abbia assimilato il concetto di discarica, inceneritore, termovalorizzatore e che tipo di rifiuto va conferito in questi siti. L’iter con cui si è spianata la strada per questo impianto industriale era quello di sopperire alle capacità dei comuni che avviavano la raccolta differenziata, di poter gestire la Forsu e il vantaggio economico di sfruttamento per farci una centrale elettrica, che non ha frenato il progetto poiché lo stesso sindaco Marcello Accordino ricorda come quella zona è già violentata a livello di inquinamento, da altre situazioni.

Ma i cittadini proprio in questa assemblea pubblica hanno dovuto fare i conti con un’amara realtà, soprattutto gli abitanti di Valle Martella che hanno appreso, dopo una domanda specifica di Paolo Pacifici al Sindaco di Gallicano nel Lazio, che il progetto industriale (e non semplice impianto di compostaggio aerobico),  vicino alle scuole e alle loro abitazioni, non ha mai posto alcun problema agli amministratori attuali di Zagarolo.

E’ una barbarie inaccettabile guardare nei loro occhi lo smarrimento perché lasciati in balia di decisioni di altre amministrazioni che riguardano invece le loro zone, la loro salute e la loro pelle. Ma i cittadini di Valle Martella non sono gli unici a subire questo progetto industriale. Il Sindaco, e il segretario del PD  avrebbero spiegato che i cittadini di Gallicano del Lazio sono favorevoli, poiché il progetto faceva parte della loro campagna elettorale.
Cominceremo a verificare il grado di informazione che le amministrazioni mettono a disposizione dei cittadini, perché purtroppo questa conquista alla green economy, sembrano pagarla soprattutto gli abitanti che logisticamente sono in prossimità, ma non solo. Si cita, ad esempio, la realtà di un paese che sembra stia combattendo con queste innovazioni, che purtroppo di “BIO” sembrano avere solo parte del nome. A Rivarolo dove una centrale è stata costruita in mezzo ad una cittadina accade che l’Arpa, che esegue i controlli delle centrali, non riesce a dimostrare il rispetto non solo dei limiti di emissione citati nelle autorizzazioni degli impianti, ma nemmeno i limiti elevati per favorire l’energia pulita. La cosa bizzarra e sicuramente allarmante che sembra emergere è proprio la mancanza di trasparenza e onestà su queste biomasse e soprattutto, nel caso di Rivarolo, i dati relativi al suo funzionamento sembrano non vengano forniti, come se l’aria fosse davvero un fatto privato.

Il 29 aprile 2014 a Palazzo Rospigiosi a Zagarolo il tanto atteso Consiglio Comunale, dove i cittadini hanno finalmente capito i termini, finora sconosciuti, che l’amministrazione gabina ha posto sulle osservazioni a tutela di chi quell’impianto se lo troverà a due passi da casa… continua!

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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