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CIAMPINO ELEZIONI: INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO IVAN BOCCALI

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Tempo di lettura 8 minuti "Un partito alle spalle ci da un valore aggiunto, ma io sono il candidato di Gente Libera"

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di Daniele Rizzo


Ciampino (RM) – Proseguiamo il giro d’incontri con i candidati alla poltrona di sindaco alle prossime elezioni amministrative del 25 maggio. E’ la volta di Ivan Boccali, candidato del movimento Gente Libera.

Ivan Boccali, lei è stato già consigliere comunale con il PDL. Cosa l’ha spinta ad uscire dal PDL, oggi Forza Italia, e perché non ha pensato di continuare il percorso all’interno del partito ma ha deciso di correre autonomamente alla poltrona di sindaco?
Vorrei precisare. Sono stato eletto la prima volta consigliere nel 2006 con AN, quindi vengo dalla destra sociale. Nel 2008 mi sono candidato alla provincia con La Destra. Nel 2011 sono stato il più votato in PDL, pur non avendo mai fatto parte di Forza Italia. Cosa mi ha spinto a non ripropormi? Io non mi sono mai sentito appartenente a Forza Italia, perché vengo dalla destra sociale, e ci tengo a rimarcare questa appartenenza. Non mi sono mai riconosciuto in quel partito e quindi è stato fisiologico che quando il PDL si è frantumato io non abbia aderito a Forza Italia. Ma c’è di più. Non sono entrato in Forza Italia anche perché in questa tornata elettorale ha fatto la scelta scellerata di appoggiare un candidato sindaco di centrosinistra. 

Parliamo di Testa, immagino.
Si, il riferimento è a Testa. Ma sia chiaro che non ho nulla contro la sua persona. Io faccio un discorso politico e di coerenza, fuori anche dall’ideologia. Oggi bisogna dar fiducia alle persone più che all’ideologia. Detto questo però, non possiamo prendere ciò che è vecchio politicamente e farlo passare per nuovo. Forza Italia oggi sostiene un candidato sindaco che ha fatto due volte l’assessore e una volta il vicesindaco nella stessa giunta alla quale oggi fa finta di opporsi. Questo tipo di progetto non mi piaceva, e quindi ho ritenuto di non aderire per dar vita a questo movimento che si chiama Gente Libera. Il nostro è un movimento di protesta ma anche di proposta, perché oltre ad opporci alla vecchia politica proponiamo un programma molto specifico e curato, frutto dell’esperienza diretta sul territorio. Stiamo presentando un prodotto politico realmente nuovo e di rottura. Ho pensato che fosse arrivato il momento di portare una ventata d’aria fresca. Voglio precisare che il problema non è cambiare nel senso lato del termine: prima ho parlato dell’importanza delle persone e dei soggetti oggi. Il problema è che un candidato che ha fatto attivamente parte di una maggioranza che è responsabile dello schifo che c’è a Ciampino (perché oggi Ciampino è una città oggettivamente brutta) non può essere considerato nuovo e propositivo. Una persona che fa un passaggio di questo tipo ritengo che sia anche da un punto di vista umano poco credibile.

La sua lista ha trovato il sostegno di Fratelli d’Italia e Alleanza Nazionale. Perché ha scelto di candidarsi con una lista civica anziché legarsi a questi due partiti? E’ una scelta contingente al momento storico che vede la crisi dei partiti? E poi, qual è il futuro di Gente Libera?
Innanzitutto vorrei dire che la nostra non è una lista civica ma un movimento. E ci tengo molto a rimarcare questa differenza. Trattandosi di movimento non siamo legati solo all’esperienza elettorale, e quindi non nasciamo per morire dopo le elezioni. Come tutti i movimenti abbiamo un inizio, ed il nostro coincide con questo delle elezioni. Però non prevediamo la fine di questo, a prescindere dal risultato elettorale, che comunque pensiamo sarà trionfale. Noi intendiamo esportare il progetto Gente Libera prima nei paesi limitrofi e poi anche oltre. Il fatto che nasciamo come gruppo intorno a dei valori (che poi per noi sono quelli tradizionali) fa di noi un movimento, al contrario della lista civica che invece è costruita intorno ad una persona e ad un progetto circostanziato. Noi siamo movimento. Questo è il progetto. All’inizio dissi ai miei ex amici di Forza Italia (ex amici politicamente parlando) che avremmo dato vita ad un movimento a prescindere dai partiti che si sarebbero interfacciati con noi. Noi volevamo un progetto incentrato sui cittadini. Dopodiché, gli altri partiti hanno visto la nostra azione politica e Fratelli d’Italia ci ha cercato e proposto un appoggio; dal momento che è un partito con una sua coerenza di fondo abbiamo accettato il sostegno. Un partito alle spalle ci da un valore aggiunto, ma io sono il candidato di Gente Libera. 

Passiamo al programma: i temi caldi che interessano Ciampino in questo particolare momento sono quattro: l’aeroporto, la sicurezza, le aree 167, le aziende municipalizzate. Quali sono le vostre proposte circa questi temi.
Aeroporto: noi sosteniamo che l’aeroporto debba diventare una risorsa, sempre nel rispetto della salute dei cittadini. Nessuno baratta un vantaggio economico con la salute dei nostri figli. Noi chiediamo contestualmente alla riduzione dei voli a livello tollerabile anche l’interazione da un punto di vista economico con ADR, con i grossi vettori (come Ryanair), e con le compagnie di noleggio. Ciampino nasce intorno all’aeroporto, e potenzialmente potrebbe avere ricchezza; invece ha solo danni, come l’inquinamento acustico e atmosferico, le polveri sottili, ecc. In che modo possiamo farlo diventare una risorsa? Noi vogliamo che ci sia una trattativa, un tavolo con ADR. Ciampino si è sempre interfacciata in maniera poco politica e molto aggressiva. Abbiamo visto che la guerra legale in questi anni non ha pagato. Allora bisogna sedersi e trovare una soluzione. ADR deve garantire posti di lavoro ai residenti sul territorio (noi sopportiamo un disagio, loro devono darci qualcosa in cambio); poi abbiamo previsto la tassa di vettore, e cioè un incremento del costo del biglietto della navetta che fa la spola tra l’aeroporto e la stazione, affinché questi soldi vadano nelle casse comunali: in nessuna città dall’aeroporto al centro (mi riferisco al centro di Roma, dove si arriva con soli 3 euro) si paga così poco. Qual è il problema di alzare di un euro il costo del vettore? Non c’è problema, perché lo straniero quando arriva non è restio a spendere 2,50 euro invece di 1,50. Un euro in più a persona significherebbe qualche milione in più nelle tasche del comune, che così potrebbe alleggerire altre tasse (come per esempio la TARES). Oppure abbiamo pensato ad una somma forfettaria pattuita con ADR che potrebbe essere di 50 cent o 1 euro, una tassa di transito. Come funziona? ADR verserebbe al comune un “tot” per ogni persona che transita nell’aeroporto. Poi il nostro programma prevede la creazione di esercizi commerciali liberi dalle tasse nel centro di Ciampino, centro che sarebbe anche riqualificato a livello architettonico grazie alla collaborazione delle compagnie aeroportuali. La nostra idea prevede che le navette lascino i passeggeri dall’altra parte del territorio invece che alla stazione, così che gli stranieri facciano anche la conoscenza del territorio e siano invogliati a rimanere. Ciampino non deve essere solo un territorio di passaggio. Quindi diciamo ok alla riduzione dei voli, ma la questione dell’aeroporto è anche molto altro.

Sulla sicurezza.
Un popolo senza sicurezza è un popolo mutilato. Ciampino è un territorio di confine. Negli ultimi anni c’è stato un calo della sicurezza, un aumento di furti, rapine, sparatorie. Noi proponiamo la creazione di un Assessorato alla sicurezza, sicurezza che invece ad oggi viene gestita dal sindaco insieme ad altre tante competenze. Noi chiediamo che sia gestita in maniera esclusiva da una persona che sia competente. Poi vogliamo l’illuminazione di tutte le strade più buie e la riqualificazione di tutti quei parcheggi che sono poco sicuri. E poi ancora, vogliamo che la cultura alla legalità entri nelle scuole: la legalità e la sicurezza vanno insegnate. Insomma, una parte importante del bilancio deve essere devoluta a questo assessorato. Sul campo nomadi: innanzitutto il comune di Roma ci deve dare con cadenza bimestrale un censimento del campo: non è possibile che non sappiamo chi abbiamo alle porte di casa. Il campo oggi si è molto ampliato, le etnie sono diverse e spesso in lotta. Chiediamo quindi che ci sia il controllo a campione dei flussi in entrata e in uscita dal campo, così come viene fatto sui cittadini italiani. Il problema del campo si risolverebbe aumentando i controlli. Poi per me se non c’è la flagranza di reato può essere stato chiunque, dal nomade all’italiano, non faccio discorsi scontati. Però è un dato di fatto, documentato da fonti attendibili, che negli ultimi anni c’è stato un incremento dei crimini. (Inciso: alla domanda “dove è possibile trovare i dati statistici che testimoniano questo incremento?” il signor Boccali ha risposto dicendo che ha parlato con esponenti delle forze dell’ordine che glielo hanno confermato, ma comunque per chi lo richiedesse è pronto a mostrare un’informativa oggettiva con i dati, ndr).

E riguardo la delocalizzazione? E’ a favore o contro?
Ovviamente a favore. Spostarlo dentro Ciampino però non avrebbe senso. Lì dov’è ora sicuramente non può stare, perché quella zona è assolutamente inadatta anche per la loro sicurezza. Per il dove spostarli, il problema è del comune di Roma.

Questione delle aree 167.
E’ una questione aperta e che si porterà via i prossimi anni. Ciampino, per dare seguito a manovre elettorali, nel 2006 ha preso accordi con i proprietari dei terreni per fare queste 167. Dopodiché, sempre per un discorso elettorale, nel 2011 ha proceduto all’assegnazione dei lotti alle cooperative, commettendo però degli errori. Innanzitutto non sono stati fatti gli scavi archeologici e geologici prima della concessione, tanto che in alcuni siti hanno successivamente trovato bombe, vasche, statue romane, resti della Villa di Messalla ecc. Molti cittadini soci di cooperative hanno quindi anticipato i soldi per avere il terreno, ma ad oggi non possono più costruire. Ad oggi il 70 % delle cooperative non può edificare. La nostra proposta è la seguente. Noi proponiamo che il 30 % che può edificare se vuole continui pure. L’altro 70 % può fare la richiesta per il rimborso; per chi vuole invece edificare, si procederà con l’individuazione di un’altra zona in Ciampino, ma questo è un progetto che porterà via diversi anni. Inoltre recentemente è stata votata una delibera (non da me) in Consiglio comunale con la quale il comune di Ciampino si impegna a restituire i soldi, e qui io dico: questi soldi che il comune aveva preso erano vincolati per opere di urbanizzazione, dopodiché (e qui dico sembra perché non ho accesso a dati più specifici) sembra che questi soldi ad oggi non ci siano. Dove sono questi soldi? E se tutte le cooperative domani facessero richiesta di rimborso, ce l’abbiamo i soldi?

Cosa mi dice sulle municipalizzate.
Noi riteniamo che le società municipalizzate debbano tornare alla mission originale, e cioè ad occuparsi solo del nostro territorio, e non degli altri. L’ASP deve tornare ad occuparsi solamente dei servizi del comune di Ciampino, quindi in quest’ottica siamo contro la privatizzazione dei nidi, perché sarebbe un cavallo di troia per le altre privatizzazioni. Non si può fare il business con le aziende del comune, anche perché quando il guadagno non c’è i debiti si spalmano sui cittadini (come succede ad esempio per la TARES). Non si possono privatizzare le entrate e pubblicizzare le uscite. Chiediamo il ritorno alla funzione originaria di ASP e AMBIENTE. Poi chiaramente ci sono altre manovre come i tagli alle consulenze, e il rifacimento dei consigli di amministrazione, perché la politica non deve più entrare nella gestione delle aziende. Andare all’ASP e tagliare i posti di lavoro sarebbe facile, ma a noi non interessa questo. Noi vogliamo persone che gestiscano la situazione in maniera sì tecnica ma anche umana; si tratta inoltre di trovare una politica commerciale a breve e lungo termine che rilanci le aziende.

Qualora venisse eletto sindaco, quale sarebbe il punto di partenza dell’amministrazione Boccali?
Riqualificherei il territorio in primis, ma poi cercherei anche di risolvere il problema della sicurezza, con la rapida soluzione della questione de La Barbuta.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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