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di Maurizio Costa
Roma – Il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, esce fuori dalle stanze buie del Campidoglio e non riesce a trattenere la sua rabbia: "Domenica bloccherò la città" – ha dichiarato in un'intervista su Radio24 – "Le persone dovranno attrezzarsi: fortunati i politici che hanno le auto blu, loro potranno girare per Roma, mentre i cittadini no. I romani dovrebbero inseguire la politica con i forconi." Queste sono le dure parole del primo cittadino della Capitale, indignato per il blocco del decreto "Salva Roma" in Parlamento, che consentirebbe di colmare il disavanzo delle casse del Campidoglio di 816 milioni di euro.
La situazione della città è disastrosa e Marino non lo nasconde: "Se il mio compito deve essere licenziare 4mila dipendenti comunali, vendere l'Acea ai privati, liberalizzare trasporti e rifiuti e non fare opere di manutenzione in città, allora dovrà occuparsene un commissario liquidatore e io sarei pronto alle dimissioni." I soldi per tenere viva la città non ci sono: "Parliamoci chiaro" – ha aggiunto Marino – "Per marzo non ci saranno soldi per pagare i 25mila dipendenti del Comune, per il gasolio degli autobus, per tenere aperti asili nido e per organizzare la santificazione di due Papi, un eventi planetario."
Il Sindaco si sente abbandonato dalla politica statale (come qualsiasi italiano) e non si vergogna a chiedere aiuto a mani basse, sperando nella clemenza di Renzi o di Delrio: "Qui stiamo parlando della Capitale d'Italia; il Governo deve darci gli strumenti necessari per poter risanare la città." Marino afferma che non sta chiedendo soldi, ma che vuole solamente ricevere il "tesoro" dei romani che a loro deve essere restituito. Forse il Sindaco si perde un po' in questo discorso monetario: dice di non volere denaro ma poi afferma che la Capitale è in difficoltà anche perché sta ancora pagando i terreni espropriati per costruire il Villaggio Olimpico.
In conclusione Marino si sente rassicurato dal nuovo Governo: "Mi fido molto di Graziano Delrio e di Renzi, due uomini che sanno bene cosa voglia dire amministrare una città. Stiamo lavorando sul "Salva Roma" e non ci fermeremo."
Le parole del Sindaco hanno la durezza di quelle frasi dette solamente per alzare i toni e cercare di fare vittimismo. E' sempre facile puntare il dito sulle precedenti amministrazioni o sull'ostruzionismo della Lega (restìa a regalare soldi a "Roma ladrona"). Gli sprechi della Capitale sono centinaia di migliaia: dai maxistipendi all'assenteismo, e i modi per risanare la città, attraverso piccoli passi, ci sono. L'elemosina è l'ultimo atto di un uomo, o una città, sulla via del tramonto.
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