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BRACCIANO: L'AMMINISTRAZIONE HA RICHIESTO UN RISARCIMENTO DI 3 MILIONI DI EURO AD ARMANDO TONDINELLI PER DIFFAMAZIONE AGGRAVATA

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Tempo di lettura 6 minuti Ad oggi, non esiste una (una) sentenza di condanna, anche solo in I grado, a carico degli amministratori o dei dipendenti comunali, scaturita dalle denunce del trio.

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Di Giuliano Sala – Sindaco di Bracciano

Bracciano (RM) – Lo scorso lunedì 17 febbraio si è celebrata l’ultima scena, in ordine cronologico, della lunga farsa a cui assistiamo fin dal 2009.
L'ennesimo tentativo del vecchio politico ed ex assessore ai Lavori Pubblici, Armando Tondinelli, di riciclarsi quale nuovo, sedicente “tribuno della plebe”, affiancato dal cittadino-abusivista Arturo Cimaglia, con cui condivide sia l'avvocato Francesco Bianchi, anche egli presente alla conferenza stampa, che l'interesse (del Cimaglia, non della collettività che ha eletto Tondinelli) di ottenere dal Comune, in zona sottoposta a vincoli:

–      l'autorizzazione a lottizzare  un terreno già saturo di abusi (ma opportunamente e successivamente intestato al figlio) con nove ville, lasciando gli oneri di urbanizzazione a carico della comunità braccianese;

–      il condono di numerosi fabbricati abusivi realizzati dal Cimaglia sul fondo di sua proprietà, prima di cedere la parte inedificata al figlio.

Per perseguire tale illecito scopo, il politico, l'abusivista e l'avvocato non solo hanno impugnato gli atti dell'ente locale al TAR competente, che non li ha accolti, ma hanno presentato una pletora di strumentali denunce presso la Procura di Civitavecchia, allo scopo di intimidire Amministrazione e dipendenti comunali.
Sembra, tuttavia, che nel corso della conferenza stampa l'ineffabile trio, nel propinare la consueta "fuffa" con cui da anni ammorbano l'aria braccianese e ingolfano la Procura civitavecchiese, abbia dimenticato di raccontare cosa davvero è accaduto negli ultimi cinque anni e quali siano i clamorosi sviluppi scaturiti da questa iperattività giudiziaria.

Le centinaia di denunce del trio Tondinelli/Cimaglia/Bianchi sono state quasi tutte oggetto di archiviazione, sentenze di non luogo a procedere confermate dalla Cassazione, sentenze di assoluzione a seguito del dibattimento. La massiva attività di denuncia del trio ha partorito due procedimenti, che hanno superato l'udienza preliminare: uno si è concluso con sentenza di piena assoluzione e l'altro è ancora in dibattimento in I grado.

Ad oggi, non esiste una (una) sentenza di condanna, anche solo in I grado, a carico degli amministratori o dei dipendenti comunali, scaturita dalle denunce del trio.

Dunque, le centinaia di denunce, ricorsi, azioni civili e amministrative hanno ottenuto in cinque anni un significativo risultato: lo zero assoluto. Nessun processo vinto, la stragrande maggioranza già persi, qualcuno ancora in corso, il tutto a spese dei cittadini. Dalla constatazione di un tale fallimento nasce la comprensibile frustrazione del composito trio, che si è visto costretto a convocare una conferenza stampa per spiegare ai loro supporters che è colpa della Procura se ancora non succede nulla, se il tanto pubblicizzato ribaltone giudiziario non arriva mai.
Eppure, sono trascorsi ben cinque anni, possibile che nulla, ma proprio nulla, sia accaduto? In realtà molto è accaduto, perché, stando alle teorie complottiste su scala universale del trio Tondinelli/Cimaglia/Bianchi, bisognerebbe sostituire non solo i magistrati della Procura, che non perdono più tempo dietro le bufale denunciate dai tre, ma anche l'intero ufficio GIP-GUP del Tribunale di Civitavecchia, la sezione penale collegiale del medesimo Tribunale e financo la V sezione penale della Corte di Cassazione, anch'esse parte della congiura planetaria ordita contro i tre moschettieri della res publica, atteso che i magistrati appartenenti a tali uffici archiviano e assolvono anche quando la Procura è contraria e/o impugna i loro provvedimenti e rinviano a giudizio il Tondinelli anche quando la Procura ne chiede l'archiviazione.

Senza contare tutti i magistrati della sezione civile dello stesso Tribunale e del TAR Lazio che, in tutti questi anni, mai hanno accolto le istanze del trio e, dunque, anche loro hanno congiurato per disconoscere un diritto che stando alle parole del politico, dell'abusivista e del loro avvocato, sarebbe sacrosanto.
Recentemente, in merito a tale, strumentale e sgangherata iperattività giudiziaria, un sostituto procuratore presso la Procura di Civitavecchia, nel chiedere l'archiviazione in un sol colpo di una mezza dozzina di denunce del Tondinelli, ha così felicemente riassunto l'attività del politico: “Può bastare, ad opinione di chi scrive, indicare che le denunce del Consigliere Tondinelli, da un punto di vista soggettivo, riguardano, direttamente o indirettamente, praticamente tutti i componenti politici ed amministrativi dirigenziali del Comune di Bracciano all’epoca dei fatti, il Sindaco, il Vice Sindaco, i componenti del Consiglio Comunale, della Giunta Comunale, Commissione Urbanistica, Commissione Edilizia, di esperti ambientali, di impiegati comunali, di consulenti tecnici e tecnici esterni, nonché il Segretario Generale, il Direttore Generale, i Capi Area Responsabili dello sportello Unico, nonché l’intero Collegio dei Revisori, nonché svariati altri dirigenti di quel Comune; inoltre risultano denunciati per i reati di abuso e omissioni di atti d’ufficio anche vari funzionari della Regione Lazio, del Dipartimento del Territorio, di talché, ragionando per esclusione, può ancora più in sintesi dirsi che, rispetto a quel Comune, i soggetti non denunciati rimangono il Tondinelli medesimo, i Consiglieri di minoranza e gli impiegati aventi qualifiche non dirigenziali”.

Come moltissimi braccianesi, anche nel palazzo di Giustizia di Civitavecchia hanno finalmente compreso chi è Armando Tondinelli. Piccato da questa constatazione, il Tondinelli, coerentemente con il proprio personaggio mediatico, ha avanzato un esposto anche nei confronti del Pubblico Ministero in questione, reo di aver semplicemente scritto ciò che l’Amministrazione sostiene da anni.
Per questa vicenda, il Tondinelli è indagato per calunnia e diffamazione dalla Procura di Perugia, a seguito di denuncia avanzata dal Pubblico Ministero di Civitavecchia. Ancor più recentemente, l'avvocato dai due condiviso, insoddisfatto del lavoro di un altro sostituto procuratore, reo di non aver assecondato più la pioggia di richieste che gli pervengono quotidianamente, ha perfino chiesto al Procuratore capo l'avocazione delle indagini o la sostituzione del Pubblico Ministero con altro più permeabile alle istanze del trio.

Scriveva Paul Valery che quando non si può attaccare il ragionamento, si attacca il ragionatore.Vedremo anche questa vicenda che fine farà.

Intanto, il Tondinelli ha prudentemente omesso di riferire che, oltre al procedimento perugino, è imputato (su ordine del GIP, dopo che la Procura aveva chiesto l'archiviazione) per diffamazione aggravata nei confronti del Sindaco, ha in corso un procedimento civile con il quale l’Amministrazione ha richiesto un risarcimento di tre milioni di euro insieme ad altre quattro persone, oltre ad essere stato querelato da alcuni dipendenti comunali ancora per il reato di diffamazione.

Ma accantonati i tentativi di sovvertimento dell’attuale maggioranza per via giudiziaria, con gli esiti appena rammentati, questa amministrazione è ancora in attesa di comprendere i contenuti della proposta politica di cambiamento avanzata dal consigliere Tondinelli, la cui unica azione politica è stata finora tutta tesa a dimostrare la pretesa illiceità della lottizzazione La Lobbra (tesi smentita, da ultimo, anche dal consulente della Procura ), ad esclusivo vantaggio dell'abusivista, di cui è personale portavoce e con cui condivide l'avvocato, come se ai cittadini interessasse davvero qualcosa di una tale, conclamata fandonia.
Ma chi trae vantaggio, e quale, da questo polverone giudiziario?

Sicuramente l'avvocato dei due, per ovvie ragioni di fatturato in tempo di crisi del settore.
Sicuramente, ne trae vantaggio il cittadino Cimaglia, che impedisce di fatto il ristabilirsi della giustizia per mezzo dell'adozione dei provvedimenti repressivi degli abusi edilizi da lui perpetrati, sostenendo che, avendoli denunciati tutti, direttamente o tramite il suo portavoce personale Tondinelli, nessun funzionario comunale o regionale può assumere provvedimenti contro di lui, per un preteso conflitto d'interessi da lui stesso creato ad arte.

E, infine, ne trae vantaggio il Tondinelli, il quale – come scrive un PM di Civitavecchia – denuncia per fatti inesistenti ogni avversario politico e diffonde le proprie infondate denunce facendone strumento di lotta politica ad uso e consumo dei social networks, nel tentativo puerile di accreditarsi quale paladino dei diritti dei cittadini, ma in realtà facendo (a spese dei cittadini) il portavoce personale di un abusivista, che tenta una lottizzazione impossibile in danno della collettività.

E i cittadini?
Alle tasche dei cittadini la sistematica, strumentale e sconclusionata iperattività giudiziaria, messa in piedi per perseguire i propri, esclusivi interessi dal consigliere Tondinelli, dal cittadino Cimaglia e dall'avvocato Bianchi, è costata (finora) oltre € 50.000,00 di danni diretti, consistenti nelle spese legali rimborsate dall'ente pubblico alla moltitudine di funzionari che erano dai tre stati denunciati infondatamente, e tale cifra è destinata a crescere vertiginosamente non appena tutti i nodi giudiziari verranno al pettine e dovranno essere rimborsate le parcelle di tutti coloro che sono stati accusati ingiustamente.
A tali danni, vanno aggiunti i costi indiretti che i cittadini sostengono ogni giorno a causa della paralisi della attività degli uffici comunali, soverchiati dalla azione di sabotaggio sistematico delle attività amministrative e che si sostanzia non solo nelle rammentate denunce e nella dovuta attività di polizia giudiziaria che ne consegue, ma nella quotidiana proposizione di diffide, nell'avanzare richieste di accesso impossibili da esaudire, nel chiedere migliaia di copie ogni giorno: in una parola, nell'uso distorto sia del munus publicum, che dei diritti di accesso garantiti ai cittadini.

Questa Amministrazione non può che contrastare con i mezzi offerti dall'ordinamento tali condotte e, quanto alla rappresentazione mediatica del trio, assistere all'avanspettacolo offerto, non senza aver denunciato l'ennesimo, strumentale tentativo di nascondere dietro un polverone mediatico il nulla politico e gli interessi privati di alcuni, e prendere con stupore atto che oggi le file dei nemici dell'ineffabile trio si sono ingrossate, comprendendo coloro (i magistrati di Civitavecchia) che fino a ieri erano dal medesimo trio attesi come la cavalleria liberatrice dal giogo dell'oppressore.
Convinti che la Giustizia non sia un orpello da sfoggiare quando fa comodo e da riporre in un cassetto quando non fa ciò che vorremmo, gli amministratori di questo Comune stigmatizzano ancora una volta l'uso distorto e strumentale dell'istituto processuale della denuncia di reato, per perseguire fini estranei al bene collettivo, la diffusione di false informazioni tra la cittadinanza e l’aggressione quotidiana ai dipendenti e funzionari del Comune di Bracciano, ai quali si cerca di impedire di svolgere con serenità e nel rispetto della legalità il proprio lavoro.

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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