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ROMA, CARNEVALE: SEQUESTRATI OLTRE 2 MILIONI DI ABITI E MASCHERE

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Tempo di lettura 2 minuti Alcuni prodotti erano sprovvisti della relativa marchiatura "CE" comunitaria, idonea ad ingannare il consumatore

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Redazione

"Mondo Cina": un articolo per tutte le stagioni. Se a fine anno ci sono le luminarie, in estate gli orologi da spiaggia e gli occhiali da sole, il primo giorno di scuola gli tabella di cancelleria, a Carnevale non potevano mancare gli abiti e le maschere.
L'obiettivo era quello di invadere il Carnevale romano, offrendo alle tante famiglie che, in tempi di crisi, cercano di fare divertire i propri figli "facendo quadrare i conti", prodotti non conformi agli standard di sicurezza.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno scoperto, stoccati in quattro depositi ubicati nella periferia orientale della Capitale, in via dell'Omo, oltre due milioni di maschere, trucchi e giocattoli, tutti privi dei necessari certificati di conformità.
Alcuni prodotti erano sprovvisti della relativa marchiatura "CE" mentre altri presentavano la grafica "CE" difforme da quella prescritta dalla normativa comunitaria, idonea ad ingannare il consumatore finale sul possesso dei requisiti prescritti in tema di sicurezza.
Alcuni campioni della merce sequestrata sono stati inviati all'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio per l'analisi gascromatografica, che ha evidenziato la presenza, nella composizione delle maschere, di quantità elevate di "Cicloesanone", composto infiammabile e nocivo per inalazione, oltre che irritante per le mucose, le vie respiratorie superiori, gli occhi e della cute.
Come accade per qualsiasi prodotto contraffatto non conforme agli standard di sicurezza anche in questo caso a rimetterci sarebbero stati i consumatori.
Quattro persone di nazionalità cinese, tutti amministratori legali delle società cui sono riconducibili i depositi, sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria di Roma.
In un altro capannone, questa volta situato a Fiano Romano, sono state scoperte 45.000 calzature con i loghi contraffatti "HOGAN", "NIKE" ed "ADIDAS", tutte di ottima fattura ed esteticamente perfette.
L'operazione è iniziata sull'autostrada Milano-Roma, dove le Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino hanno intercettato un convoglio, composto da un autoarticolato con targa bulgara e da un'autovettura di staffetta, che viaggiava verso sud. I mezzi – seguiti a debita distanza – dopo essere usciti dal casello di Fiano Romano hanno raggiunto un immenso capannone industriale ove alcuni gregari dell'organizzazione hanno immediatamente iniziato lo scarico dei colli.
Dopo essere entrati in azione, i militari hanno scoperto che, sia nell'automezzo sia nel deposito, erano contenute scarpe con i marchi delle più note griffe contraffatte – "Hogan Interactive, Nike Blazer ed Adidas Trainer 2" – tutte di ottima fattura ed in grado di ingannare anche l'occhio più esperto.
Il deposito era stato perfettamente organizzato, nel rigoroso rispetto dei dettami della logistica, sicché la merce risultava stoccata con cura e criterio.
Dai primi accertamenti è emerso che la partita, spedita dal sud-est Asiatico, aveva raggiunto la Capitale passando da Sofia e che, dopo essere stata consegnata ad un magrebino trapiantato da anni in Italia ed esperto del "settore", sarebbe stata distribuita, in poche ore, alla fitta rete di dettaglianti ambulanti, per lo più senegalesi, per essere smerciata sul mercato romano.
Sia il nord africano destinatario della merce che l'italiano proprietario del capannone sono stati denunciati a piede libero all'Autorità Giudiziaria, per i reati di importazione e deposito di merce contraffatta, nonché ricettazione
Laddove immessa sul mercato, la merce sequestrata avrebbe fruttato all'organizzazione oltre un milione di euro.
Per l'ennesima volta, la domanda da porre è se valga effettivamente la pena di barattare salute per un risparmio di alcuni euro e, per l'ennesima volta, la risposta è contenuta nelle poche, scarse, chiare righe degli esami di laboratorio.
Dall'inizio dell'anno sono già oltre 150 gli interventi condotti dalle Fiamme Gialle capitoline che, complessivamente, hanno permesso di sequestrare oltre tre milioni di tabella, contraffatti e/o pericolosi, e denunciare 66 persone.

Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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