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Redazione Lazio

STAMINA: INTRIGO DA PREMIO NOBEL E OCCASIONI SFUMATE

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Tempo di lettura 16 minuti Al riguardo la lettera inviata a La Stampa dal Prof. Umberto Cornelli, Adjunt Professor of Pharmacology, Loyola university School of Medicine, Chicago chiarisce gli aspetti emersi dal caso stamina

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Come recita la famosissima canzone di Povia i politici “fanno oh!!! “ ai titoli shock ormai quotidiani, attesi e dibattuti ormai su tribunali televisivi, neanche con un contraddittorio, ma chiamando scienziati, o meglio ricercatori in odore di conflitto d’interesse, che non potrebbero per etica dibattire e screditare il lavoro altrui, poichè hanno anch’essi interessi da tutelare in immagine e sperimentazioni ancora in alto mare, ma soprattutto neri come la pece perchè la sperimentazione viene, o meglio dovrebbe essere sostenuta con soldi pubblici. 

 

di Cinzia Marchegiani

Abbiamo assistito ad un catastrofismo fantascientifico. Dal giorno dell’ordinanza del Tar del Lazio, il comitato scientifico non ha voluto inchinare la testa, l’onta del prestigio ero troppo sporca da lavare. Riecheggiano su molti giornali e a tiratura copia e incolla, sempre le solite frasi, sempre i soliti sospetti, che spesso si contarddicono da soli.

Prima le cellule staminali non ci sono, poi c’è il pericolo di infezione dell’HIV e della mucca pazza, si è passati poi ad affermare che qualora il metodo Stamina riesca a generare cellule desiderate, ce ne sarebbero troppo poche per avere un effetto teraupetico e poi ancora il doppio protocollo, quello consegnato è diverso da quello con cui Stamina Foundation prepara le differenziazioni agli Spedali di Brescia, tale da essere ora dibattuto nella Commissione del Senato che ha aperto un’indagine sull’origine del Caso Stamina.

Eppure, sia il ministro Lorenzin e chi ha seguito questa ormai pantomima istituzionale, dovrebbe conoscerne le motivazioni, poichè è stato imposto a Davide Vannoni di modificare il protocollo originale per standardizzarlo e adeguarlo al laboratorio gmp. Ma il sospetto dell’inaffidabilità del parere degli esperti è racchiusa in questa frase che lo stesso Nature riporta in un articolo: “Le motivazioni cliniche fornite da Stamina contengono anche errori concettuali, dicono gli esperti, in quanto è ampiamente accettato dalla comunità scientifica che le cellule staminali possono differenziarsi  solo in ossa, grasso o cartilagine”. Ormai è stato confutato da moltissime pubblicazioni che le cellule staminali mesenchimali abbiano anche questa particolarità, già pubblicata dalle nostre inchieste e da altri giornali che fortunatamente  mostrano il vero volto di questa commissione, forse non informata e aggiornata sulle ricerche e pubblicazioni scientifiche? Il loro giudizio è ineccepibile o è fonte di dubbi? Una delle tante pubblicazioni scientifiche testimoniano questa differenziazione  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15152477 “Questi risultati indicano che le cellule derivate dal midollo osseo sono, almeno in parte, una fonte di neuroni e cellule endoteliali generati in risposta a infarto cerebrale, in presenza di citochine. Questa scoperta potrebbe suggerire una nuova strategia terapeutica per migliorare neuronale rigenerazione e vascolare dopo l'ictus in campo clinico.” Oppure  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11988616# “Cellule derivate dal midollo osseo sono fonte di cellule endoteliali e cellule Neu-esprimenti dopo un infarto cerebrale. Questa plasticità può essere sfruttata in futuro per migliorare il recupero dopo l'ictus.”

L’ordinanza del Tar N. 4728/2013 del 4 dicembre scorso, (qui un sito di diritto amministrativo l’elaborazione http://www.diritto.it/docs/35811-i-profili-giuridici-del-caso-stamina-e-l-ordinanza-del-tar-lazio-n-4728-del-4-dicembre-2013?page=1 ) non lascia incertezze e si fonda principalmente su tre principi ritenuti sostanziali per la fase istruttoria del procedimento amministrativo ed anche  per quello avente ad oggetto una sperimentazione medica:
1.    Principio dell’imparzialità e indipendenza
2.    Soccorso istruttorio
3.     Istruttoria in contraddittorio.

L’ordinanza del TAR  ha sottolineato l’importanza di profili giuridici che in realtà sono rilevanti per la correttezza del procedimento amministrativo.
La paradossale situazione che di fatto si stava generando per cui, mentre si chiudeva la strada della sperimentazione ufficiale da parte di un organo pubblico, il metodo stamina veniva somministrato in singoli casi a seguito di ricorsi ex art. 700 c.p.c.
L’ordinanza del TAR, senza entrare nel merito dell’efficacia o meno del metodo, ha affrontato la questione con obiettività ed ha riportato nell’alveo della legalità e della correttezza amministrativa l’intero procedimento volto alla sperimentazione del metodo Stamina, censurando la mancanza di imparzialità dei membri del Comitato scientifico che ha deciso di bloccare la sperimentazione; soprattutto, ha accertato che da un lato il Comitato ha travalicato i compiti allo stesso attribuiti dalla legge, non avendo il potere di bloccare la sperimentazione, e dall’altro non ha garantito un’istruttoria approfondita in tutti i suoi aspetti ed un giusto contraddittorio, che neanche in un mese ha consegnato il giudizio.
 
Questa ordinanza di fatto ha macchiato la responsabilità di questi protagonisti al mondo intero, un’onta sull’immagine della nostra nazione  che si cerca in tutti modi di cancellare, perpetrando gli errori come sorta di giustificazione e cercando di capovolgere questa immensa frittata che di certo non porta prestigio alla scienza nostrana e alle istituzioni.  Di fatto vengono scoccate  freccie micidiali per stordire l’opinione pubblica ma anche i politici, che incredibilmente si fanno contagiare da questo effetto shock delle notizie  dimostrando di non conoscere la reale cronologia e documentazione agli atti. E così, queste super notizie ormai anacronistiche vengono lanciate a scoop alternati ogni giorno; basta la pubblicazione di un articolo che c’è l’effetto virale, sia mai qualcuno debba restare indietro con lo scoop-non scoop. Diventa alquanto fantasiosa l’elaborazione delle notizie, un Vannoni visto in camice girare nei laboratori, non lo è mai stato, poi c’è la revoca dell’incarico dall’ateneo di Udine dopo le polemiche su Stamina mentre lo stesso Vannoni replica che la sua domanda di trasferimento all’università telematica Unicusano di Roma fu inoltrata a maggio del 2013 con trasferimento effettivo nei primi di novembre successivo. Non importa mentire, importa dare informazioni tendeziose e creare confusione, non tutti hanno la possibilità di indagare. La fresca  dichiarazione del Vice Presidente dell’ISS, Elio Cardinale a un convegno al San Raffaele di Roma: "non capisco come gli Spedali Civili di Brescia abbiano potuto consentire la sperimentazione (quale di sua grazia?)” ed  infine "la tracimazione della magistratura, non capisco come dei giudici possano esprimersi su protocolli scientifici” (eppure la sentenza è stata chiarissima) dimostra ancora una volta la totale o voluta ignoranza (colui che ignora) nel distinguere la differenza tra sperimentazione, che non era in essere al nosocomio e cura compassionevole, sancita da una legge a tutti gli effetti!!

 Ma una cosa è certa, la sperimentazione non s’ha da fare e ora anche le cure compassionevoli. Poco importa che il governo abbia autorizzato un’iter per la sperimentazione clinica poichè quelle infusioni non avevano dato effetti collaterali http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_4_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=salastampa&p=comunicatistampa&id=3890  neanche interessa capire che il ministero della salute aveva certificato cellule valide e ad uso terapeutico il preparato ispezionato dai Nas e dall’Aifa, http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_4_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=salastampa&p=comunicatistampa&id=3696 comunicazione agli atti che ne permetterebbe la tutela delle cure compassionevoli.  Si fa finta di non conoscere, i giornalisti  ignorano, mentre la Lorenzin non  cita il documento in questione, anzi aggredisce una giornalista che chiede notizie sulla prosecuzione delle cure compassionevoli: “ma lei è uno scienziato?”

Questo è il nostro Ministro della Salute. Le famiglie dei malati e ormai moltissimi cittadini  percepiscono (non ci vuole molto ingegno) una elaborata rete di sospetti quando in realtà i responsabili di mancanze di credibilità e di etica non solo professionale hanno nome ben precisi. E’ palpabile il disgusto, ma non la rassegnazione alla giustizia. Si è creata ormai una voragine tra lo stato e il popolo. Politici assenti, indifferenti, impreparati, superficiali non conoscono i documenti importanti, quelle sentenze frutto di studio e leggi e non di pietà al malato morente. E allora, come recita la famosissima canzone di Povia i politici “fanno oh!!! “ ai titoli shock ormai quotidiani, attesi e dibattuti ormai su tribunali televisivi, neanche con un contraddittorio, ma chiamando scienziati, o meglio ricercatori in odore di conflitto d’interesse, che non potrebbero per etica dibattire e screditare il lavoro altrui, poichè hanno anch’essi interessi da tutelare in immagine e sperimentazioni ancora in alto mare, ma soprattutto neri come la pece perchè la sperimentazione viene, o meglio dovrebbe essere sostenuta con soldi pubblici. 

Emergono da questa complicata vicenda due aspetti terrificanti, il primo, l’assoluta incapacità di spengere queste inutili e sterili polemiche, visto che nei fatti, ci sono documenti sconcertanti a favore delle cure compassionevoli e della tutela all’autoderteminazione del malato, che viene scippato con metodi misteriosi e inadeguati alla gestione di un paese civile e democratico; il secondo la continua negazione e disinformazione, un’ermetica censura dei registri delle pubblicazioni che sconfessano quei ricercatori che finora si sono accaniti per dimostrare la cialtroneria e stregoneria additata a Davide Vannoni.

La senatrice Elena Cattaneo, che fin dall’inizio, si è decisamente schierata definendo il protocollo senza validità scientifica, non perde mai occasione pubblica di  mistificare e sminuire il lavoro e la professionalità dei medici che hanno in cura i bambini trattati con la metodologia stamina e per chiudere in bellezza aggredisce uno scienziato di fama mondiale come il professor Camillo Ricordi (che ha un curriculum infinito tra riconoscenze, ricerche e scoperte in campo non solo delle staminali) poiché dopo le testimonianze importantissime di Richard Bach e Marcello Villanova in merito ai miglioramenti inconfutabili dei bambini trattati, ha sentito la necessità assoluta di dare risposte esaurienti non solo per la scienza, ma soprattutto per i malati che ora stanno guardando soffocati e sconfortati questa partita a tennis, dove non esiste un confronto e ricerca ma solo offese inaudite e contro ogni rispetto ed etica. Il governo ha voluto ascoltare esclusivamente il parere di una parte schierata di  scienziati, mentre in realtà esistono forti divergenze che devono essere considerate e non scartate. Vietando il confronto del pluralismo delle riflessioni e esperienze, è stato oltraggiata l’unica strada percoribbile che avrebbe permesso trasparenza, credibilità e riconoscimento del principio di coerenza scientifica e non scientistica.

E’ stato dato un passaporto, nonostante vi fossero fondati conflitti d’interesse poiché il metodo stamina potrebbe rappresentare, qualora fosse accertata la sua validità scientifica, un concorrente scomodo  per le ricerche che utilizzano come fonte di ricerca le staminali embrionali, poichè ancora dovranno superare infiniti test sulla instabilità cromosomiale, l’EMA le dichiara non adatte per uso terapeutico e soprattutto la tegola caduta in testa dalla sentenza c-34/10 della Corte di Giustizia UE del 18 ottobre 2011 ( vedi qui https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CC8QFjAA&url=http%3A%2F%2Fcuria.europa.eu%2Fjcms%2Fjcms%2FP_81415%2F&ei=b9nRUqrsDsXmywPO4YLwBA&usg=AFQjCNFRHxoZfN08wS3LuW_JqilqF2ZuwA&bvm=bv.59026428,d.Yms ) che non ne permette brevettabilità…ha innalzato un muro ostile poichè queste ricerche dipendono dai contributi del  big pharma, lobbies energivore di business che devono tenere fortemente in considerazione queste nuove variabili sfavorevoli. In questo modo purtroppo si è autorizzato una liceità scorretta che non manca occasione di sminuire i colleghi e le conoscenze mediche, patrimonio di esperienze personali che trova nella Cattaneo e altri ricercatori stimabili, non più scienziati ma giudici in tribunali mediatici. Così le valutazioni dei neurologici, Villanova e Bach, che scettici hanno dovuto testimoniare miglioramenti in alcun libro medico descritti, sono stati agli occhi dei telespettatori e dei lettori dei quotidiani, investiti di ilarità e inconsistenza. Attacchi giornalieri che mostrano una parte oscura, deludente e sconfortante….dove si percepisce una erosione della funzione etica che non rimane inosservata. Ci si chiede quando tutto questo finirà?

La senatrice  Cattaneo tra l’altro non perde occasione di aggredire la magistratura, sicuramente l’ultima sentenza del Tar del Lazio dello scorso dicembre ha riaperto ferite profonde. Le due sonore e frustanti sconfitte prima con il Tar del Lazio, ricorso n. 3751/2009,  per l’estromissione dal “bando di ricerca sanitaria per l’anno 2008, con un fondo di 8 milioni di euro,  finalizzata per progetti in materia di cellule staminali” per le ricerche che utilizzavano le staminali embrionali di origine umana e poi  al Consiglio di Stato, nel dicembre 2009,  sono forse diventati fonti di estrema frustazione che non le hanno consentito l’acceso ai contributi stanziati per la ricerca in Italia. Il coinvolgimento dell’Asssociazione Coscioni (le cariche elettive e presidenziali si sono tramandate da pochi mesi  da Giulio Cossu a Michele De Luca) in questa particolare battaglia, la troviamo nella creazione di un fondo “Spese ricorso cattaneo-Cerbai-Garagna” per contribuire alle sue spese legali sostenute. In verità queste due sentenze italiane sono state molto lungimiranti, anticipando quella della Corte di Giustizie Unione Europea c-34/10 del 18 ottobre 2011 che vieta la brevettabilità delle terapie che utilizzano  gli embrioni umani, poichè alimenterebbe il business inaccetabile degli embrioni stessi. L’estremizzazione di questi attacchi al metodo stamina ha aperto un’immensa voragine, nonostante i documenti del ministero della salute abbiamo da tanto tempo certificato la non pericolosità delle infusioni anche a livello di controlli sulla sicurezza, mentre le cure compassionevoli hanno dato riscontri positivi per molti bambini cui la medicina non dava nè speranze, nè flutuazioni, nè possibilità di migliorare condizioni di salute compromesse dalla patologia degenerativa…poi il giallo delle cartelle cliniche valutate dal ministero che non dimostrano miglioramenti, cartelle che non dovevano essere redatte dagli Spedali Civili di Brescia poichè non vi era alcuna sperimentazione clinica…perchè questi giochi di parole? Sono fortuiti questi fraintendimenti ma soprattutto chi si sta colpendo in questo modo, i malati o Davide Vannoni? Perchè dopo tutte questi anatemi sulla pericolosità della terapia cui sono stati trattati questi bambini, nessuno del ministero della salute, dell’AIFA, ne un componente dell’ex comitato scientifico si è posto il dramma e il dovere di valutare la salute fisica dei bambini? Il disagio di questo comportamento ambiguo non è passato inosservato, eppure nessuno ha contattato queste famiglie, nessuno ha realizzato una taske force per monitorare le analisi e il benessere dei bambini per allontanare ogni dubbio sul contagio dell’HIV, del Morbo della BSE (Mucca Pazza) e detriti vari. Bambini e  terapie giudicate da un cartaceo e un tribunale scientifico organizzato in tv e su tutti i giornali…L’unica assente in questa patologica storia è la logica, offesa e annullata da troppi quesiti, e un dolore immenso, quello dei genitori che si sentono non solo offesi nell’intelligenza, ma nel cuore, nel constatare che non meritano serietà e professionalità dalle istituzioni tutte. Mentre si litiga e si fanno processi virtuali viene divorato il tempo, il  nemico assoluto contro cui nessuno fa nulla. Agli occhi esterni sembra si sia scatenata una lotta titanica tra scienziati e alla caccia al  finanziamento pubblico per le sperimentazioni, mentre il valore umano, non provoca alcuna riflessione.

Tre milioni di euro sono troppi, per una terapia che non è miracolosa, valutata su carta. Non si può nascondere la guerra spietata che si è innescata fra i vari ricercatori alla corsa al finanziamento pubblico che ha esordi lontani e che ha prodotto anche un’imbarazzante interrogazione parlamentare sulla trasparenza con cui venivano assegnati importanti somme di denaro. Infatti nel 2001 il Ministero della salute, istituiva presso l’ISS la “Commissione sulle Staminali” presieduta da Enrico Garaci, Presidente dell’ISS che era formata da 12 membri e doveva decidere l’erogazione di un finanziamento di 7,5 milioni di euro nei tre anni successivi in tre progetti di durata biennale, dedicati a proposte di ricerche sulle staminali adulte (animali e umane) e  dalle embrionali animali, ma l’interrogazione di Poretti Donatella evidenziò i conflitti d’interesse relativi alla composizione della commissione e alla stessa presentazione dei progetti che erano riconducibili direttamente o indirettamente a centri di ricerca cui appartenevano gli stessi membri della commissione, e che dopo aver richiesto la pubblicazione sul web, che fu solo temporanea, erano stati notati come alcuni membri della commissione stessa, avessero presentato anche 5/7 progetti con particolari artefici. Nel caso specifico ad esempio Angelo Vescovi, membro della commissione presentava un progetto n.118 come responsbile, il n.120 come corresponsabile e il n.108 era responsabile la dott.ssa Galli ricercatrice nel suo laboratorio, e il n.86  corresponsabile la stessa Galli e il n.17 resposabile dott. Gritti che lavorava anch’egli nel laboratorio di Vescovi. (Vedi qui https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&cad=rja&ved=0CDkQFjAC&url=http%3A%2F%2Fdati.camera.it%2Focd%2Faic.rdf%2Faic5_00014_15&ei=X-zRUvGHF4O70QXTjIDACQ&usg=AFQjCNEQzkrhyYmWlZHiHY3Uw4uhCkqoiw )

Proprio all’inizio di questo 2014, il Professor Angelo Vescovi (anch’esso un detrattore di stamina) annunciava al TG Umbria la probabile aperura del Centro delle Cellule Staminali di Terni, rassicurando i pazienti che la sperimentazione sulla SLA  (promossa dall’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni) in corso sta andando avanti e sicuramente nell’estate terminerà, ma servono ancora  gli strumenti tecnici e il personale. Per ora un milione di euro sono stati utilizzati per garantire la copertura dei costi della sperimentazione. Alla Fondazione delle Cellule Staminali di Terni costituita dal il Professor Enrico Garaci, ISS e il Monsignor Vincenzo Paglia, arrivano importanti finanziamenti dall’Associazione Neurothon Onlus (nel 2013 è diventata Revert) di cui lo stesso  Monsignor Paglia (Diocesi di Terni)  è il presidente, mentre la Biobanca o Banca Cellule Staminali Cerebrali (prelevate da cervelli di feti abortiti) che è sostenuta dalla Fondazione stessa,  ha ricevuto nell’ottrobre 2010 l’autorizzazione dell’AIFA come officina per la produzione di cellule a scopo terapeutico. Angelo Vescovi riassume la tecnica dell’intervento:”essenzialmente consiste nell’aprire parte della colonna vertebrale e inserire un sottilissimo ago, che contiene le cellule staminali cerebrali, che sono state precaricate, e iniettare  in tre punti del midollo spinale lombare, solo da una parte – in questo caso la parte sinistra – e soprattutto nella parte anteriore, dove ci sono le cellule che muoiono di questa malattia, che si chiama motoneuroni. La malattia è la Sclerosi Laterale Amiotrofica.”
Questa tecnica, come descritta risulta molto invasiva e  trascina con se la criticità della terapia immunosoppressoria, poichè le cellule utilizzate, producono una risposta immunitaria che va controllata per tutta la vita  e che rende più vulnerabili a complicanze infettive che proprio nella SLA possono anche essere fatali.

Indiscutibilmente questi scenari di straordinarie scoperte sono spesso in forte competizione tra loro, e si annusa una forte rivalità, che miete però forti dubbi nel monitorare i conflitti d’interesse, poichè spesso la sopravvivenza di una sperimentazione clinica e quindi della vittoria scientifica  dipende dal fallimento delle altre concorrenti. In queste rivalità ci sono i malati, con malattie devastanti che purtroppo si sentono ripetere  troppo spesso la posticipazione dei risultati terapeutici attesi.

In tutte queste ricerche ancora molto poco, dopo tanti anni di ricerche si è ottenuto, dovuta alla difficoltà di studiare in primis le malattie stesse, di origine genetica e che coinvolge aspetti complicati e lunghissimi. Telethon, tra le sue innumerevoli studi ad oggi consente di dare blande certezze e studi ancora infiniti, ne valuteremo presto i costi affrontati e le terapie geniche ottenute. Di certo si sente una mancanza di collaborazione, indiscutibilemnte dovuta a mantenere prestigio e segretezza delle conquiste ottenute, l’unico escluso e isolato è il malato stesso…tirato, strattonato da più parti da traguardi luminosi ma che nell’essenza rimane a corto di farmaci e terapie geniche che dovevano rivoluzionare la prospettiva di vita.

Al riguardo la lettera inviata a La Stampa dal Prof. Umberto Cornelli, Adjunt Professor of Pharmacology, Loyola university School of Medicine, Chicago chiarisce gli aspetti emersi dal caso stamina, soprattutto dalle competenze istituzionali. Con “La terapia è il medico curante” Cornelli illumina con essenziali punti le varie criticità: “La caratteristica delle cellule staminali è quella di contenere dei fattori (di crescita) che possono attivare la riparazione/differenziazione/duplicazione. Anche se appena iniettate in buona parte possono essere distrutte, esse liberano tali fattori (proprio in ragione della loro lisi) che possono collocarsi in zone irrorate, stimolando i processi sopra indicati. Pertanto non si può assolutamente disconoscere per esse un’azione indiretta.

Qualsiasi terapia deve essere messa in condizioni di esprimere la sua potenzialità. un comitato di esperti può solamente mettere a punto un protocollo. Nel caso di un giudizio su una terapia, questo deve/può essere meramente indicativo e molto prudente. La soggettività delle risposte cliniche non può essere trascurata. Quando dei genitori scendono in piazza a sostenere una terapia per casi senza speranza, dichiarando di aver visto dei miglioramenti, hanno anche loro il diritto di avere un rappresentante nel comitato scientifico. Il ministro Lorenzin è competente per valutare l’idoneità di una commissione di esperti o per fare il ministro? Lieto se potrà dimostrarlo. Intanto il Dr. Guariniello, con buona probabilità, toglierà le sue castagne dal fuoco essendo incaricato allo scopo.”

Una lotta estenuante, tra istituzioni che ad ora in commissione senato devono studiare cose che già la commissione sanità doveva conoscere, e questo è fonte di imbarazzo istituzionale; basti pensare come la Presidente della Camera Boldrini sia rimasta esterefatta quando la delegazione dei malati del Civico 117A e Claudio Morganti di Io Cambio, gli hanno mostrato il Comunicato 173 del Ministero della Salute. Altro tempo perso per questi malati, cui i responsabili hanno avuto un atteggiamento di grave superfialità. L’Aifa in questo contesto ha avuto un ruolo determinante, ci si augura che un garante controlli anche questo operato, poichè l’ordinanza 1/2012 del 15 maggio 2012 dalle varie sentenze  dei magistrati cui i malati hanno fatto ricorso si evince un blocco non legale, e ora con una nuova diffida ancora sconosciuta intima gli Spedali Civili di Brescia a non rilasciare le cellule staminali che sono nei laboratori ( non appartengone nè al nosocomio, nè all’Aifa ma ai donatori) al professor Camillo Ricordi che ne aveva fatta richiesta per poter finalmente fare la convalida a Miami. Un’intricata storia avvolta in numerosi conflitti d’interesse mai estirpati, dubbi mai dipanati e la lucida sensazione dei genitori dei piccoli malati che ci sono troppe responsabilità pesanti. Nonostante tutto questo tempo, è ancora  tutto da rifare, con una nuova commissione scientifica che ha già  in seno un componente in palese conflitto d’interesse, il professor Antonio Uccelli che sta completando con un altro team la sperimentazione per la sclerosi multipla con cellule staminali mesenchimali che terminerà nel 2014.  Antonio Uccelli https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CDwQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.aism.it%2Findex.aspx%3Fcodpage%3D2013_05_ricerca_congresso_uccelli&ei=uCLSUtCoNoWGtAbAxoGgCw&usg=AFQjCNH6qrcjPU6NgR6GjtLeRdJH458vsA&bvm=bv.59026428,d.Yms e che ha commentato negativamente sul network la sentenza del Tar del Lazio in merito alla sospenzione del Comitato scientifico.

Elemento fuori dal coro è il professor Mauro Ferrari, che appena nominato presidente del nuovo comitato scientifico ha affermato che vuole conoscere le famiglie e vedere i bambini. Ad un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha detto: «Questo non è un problema di matematica da risolvere a tavolino. Un uomo di scienza non può prescindere dal contatto diretto con i malati.

L’etica della scienza è stata più volte nel corso della storia coinvolta in frode e relativi scandali pubblici, che hanno fatto emergere, come dice il comunicato della FISM – Federazione delle Società Medico Scientifiche- l’esistenza della fabbricazione, falsificazione e plagio dei risultati della ricerca. La stessa FISM la battezza la triade malefica  generata dalla pressione di pubblicare, che a sua volta è determinata dalla pur legittima ambizione dei ricercatori di avanzare nella carriera accademica, e dalla loro necessità di ottenere adeguati finanziamenti (così disperatamente scarsi in Italia). “Gli scandali determinati dalle frodi stanno ponendo un serio ostacolo alla credibilità degli scienziati e della scienza di fronte alla società civile: in Italia come nel resto del mondo!” La matrice del Codice che la FISM invita a diffondere e far rispettare ai vari soci conferma che la scienza è fatta di uomini con le proprie peculiarità e difetti umani che non sono ostacolate da titoli accadamemici. Sia questa una riflessione rivolta a tutti i protagonisti di questo intrigo da premio Nobel.

E così parlando di neuroni o non neuroni, è straordinaria la scoperta messa a punto da un gruppo di ricercatori dello Scripps Research Institute a La Jolla che sembra aprire ulteriori conoscenze.  Un anticorpo monoclonale è in grado di attivare in modo anomalo un recettore delle cellule del midollo, inducendole a produrre precursori di cellule nervose invece di globuli bianchi. La nuova tecnica, più semplice e sicura di quelle finora disponibili per ottenere neuroni da staminali del midollo, potrebbe rendere molto più agevoli le terapie cellulari, ma indica anche che uno stesso recettore può attivare reazioni biologiche molto differenti.  La scoperta apre le porte alla possibilità di produrre linee cellulari per il trattamento di lesioni del midollo spinale, ictus e altre analoghe condizioni patologiche in modo più semplice e sicuro rispetto alle tecniche attuali, al momento confinate di fatto solo all'ambito del laboratorio.
A differenza delle precedenti, la nuova tecnica prevede il ricorso a una sola proteina che agendo su uno specifico recettore delle staminali midollari adulte permette una loro differenziazione diretta in cellule nervose.

Nel tempo che questa contesa sperimentazione sta perdendo, i malati sono emarginati, la metodologia che ad oggi ha dato importanti contributi nelle patologie degenerative viene contesa tra Aifa, Ministero della Salute ora  Commisssione del Senato, mentre stanno affiorando altre scoperte ancora più innovative, perdendo quel treno che poteva dare concrete risposte..e ci si ritrova a gennaio 2014 a dibattere tra embrionali, mesenchimali e cellule cerebrali da feti morti….un intrigo che se non c’è volontà di risolvere testimonierà la sconfitta totale di tutti, nessuno escluso.

Pëtr Kropotkin lo aveva già previsto:” La scienza non fa veri progressi se non quando una verità nuova trova un ambiente pronto ad accoglierlo”….quando dimostreremo di essere all’altezza?

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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