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Roma

MARINO, OSPEDALE A RISCHIO CHIUSURA: APPELLO ALLA LORENZIN

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Tempo di lettura 2 minuti Silvagni: “Il diritto alla salute non ha colore politico”

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Redazione


Marino (RM) – “L’ospedale San Giuseppe di Marino è di nuovo sotto attacco. Stavolta a sparare la sentenza di morte definitiva è il Governo delle strette intese. Ormai vogliono chiuderlo davvero. C’è già l’elenco dei 175 ospedali di tutta Italia, tra i quali il nostro, che il ministro Lorenzin intende chiudere perché a suo dire piccolo e inefficiente. Come se, proprio lei che fu referente regionale del nostro partito nel Lazio, non sapesse come sull’ospedale di Marino siano state dette negli anni bugie su bugie e prese decisioni legate solo a scelte e simpatie politiche delle giunte regionali di sinistra. Giochetti squallidi che lei sottoscrive e aggrava con la direttiva appena diffusa. Serve una nuova mobilitazione di popolo, di tutte le forze politiche, dei responsabili politici delle forze regionali, penso in particolare al nostro consigliere regionale e ex sindaco Adriano Palozzi di Forza Italia ma anche al senatore del Pd, Bruno Astorre. Dopo la chiusura del pronto soccorso, mai più riaperto dal 1 luglio 2009, nonostante l’impegno forte e mai venuto meno dell’amministrazione comunale di Marino, arrivata grazie all’assessore alla Sanità, Remo Pisani in tutte le sedi, compresi Tar e Consiglio di Stato, la Regione Lazio non può fare quest’ennesima e ancor più grave violenza ai cittadini di Marino e dei Castelli Romani”. Con queste parole Fabio Silvagni, leader di Forza Italia a Marino e candidato sindaco della Coalizione dei Moderati interviene sulla nota del Ministero della Salute con la quale sono stati individuati 175 ospedali in tutta Italia in base all’unico criterio del numero di posti letto.

“L’ospedale San Giuseppe di Marino – prosegue Silvagni – oltre ad essere una struttura storica, polo di eccellenza in specializzazioni come la diabetologia e l’endocrinologia digestiva, dispone al momento di 115 posti letto, appena cinque in meno del limite stabilito dei 120, cinque sale operatorie altamente tecnologiche, un reparto di ginecologia completamente ristrutturato. E’ chiaro che il ministro Lorenzin e ancor di più il presidente Zingaretti non possono non sapere che negli ultimi anni il nosocomio ha beneficiato di investimenti per dodici milioni di euro, spesi proprio per mettere tutti i reparti in sicurezza. Parliamo di un ospedale che ha la capacità di ospitare oltre 400 degenti. Uscendo, però, dalla ridicola logica dei numeri, siccome è di diritto alla salute che si sta parlando non di matematica, sarebbe quanto mai il caso che il presidente della Regione Lazio intervenisse sulla scia del suo collega veneto, Luca Zaia che giusto ieri ha garantito che non sottrarrà valore e eccellenze alla sua regione solo in nome di qualche posto letto in meno”.

“Confidiamo che i nostri referenti politici regionali – aggiunge Silvagni – si adoperino al massimo per sensibilizzare in questo senso il presidente Zingaretti e la giunta regionale del Lazio. Da parte nostra stiano certi – conclude il candidato sindaco della Coalizione dei Moderati – che stavolta, trasversalmente, metteremo in pratica il modello di lotta che tutti assieme, popolo con popolo, che ci ha portato a vincere contro la prepotenza che sarebbe stata l’apertura di una discarica al Divino Amore perché il diritto alla salute non ha colore politico e va al di là delle singole appartenenze. Marino e i marinesi non perderanno il loro ospedale. Lo affermeremo con tutta la forza necessaria, in tutte le sedi, i palazzi e le piazze di Marino, dei Castelli, di Roma e del Lazio. Basta giocare a risiko sulla salute delle persone. Non permetteremo un passo in più a chicchessia nella direzione della chiusura dell’ospedale San Giuseppe. Lo tengano bene a mente”.

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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