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di Sandro Bartolomeo – Sindaco di Formia
Formia (LT) – Il consigliere Valerio continua a raccontare la sua verità cercando di dare all’intera vicenda una dignità che di fatto non possiede. Il primo luogo cerca di mettere in collegamento l’accaduto con la storia dei presunti rifiuti tossici di Penitro. Sinceramente, non comprendo quale posizione diversa abbia assunto rispetto a quella responsabilmente presa dalla maggioranza e non capisco quale interesse politico avrebbe avuto il sottoscritto: quello di indebolire la maggioranza togliendole un consigliere?
L’aspetto più grave è il tentativo di coinvolgere il Prefetto che in questa vicenda non ha avuto alcun ruolo attivo, avendolo io semplicemente informato dei fatti nel momento in cui mi apprestavo a prendere decisioni inerenti la mia amministrazione. E’ nato tutto quando ho appreso informazioni di cui, al momento opportuno, discuterò con il magistrato sia direttamente, sia attraverso alcune testimonianze di amministratori e funzionari del Comune di Formia.
Quanto riferito al Prefetto l’ho comunicato anche al Questore e ai Colonnelli di Carabinieri e Guardia di Finanza, incontrati alla riunione del Comitato di Sicurezza Pubblica, propedeutica alla consegna dei beni confiscati alla famiglia in oggetto. Tutti questi autorevoli testimoni possono confermare la veridicità di quanto affermo.
Da parte sua, il consigliere Valerio è stato invitato a chiarire la sua posizione in due riunioni di maggioranza. Dopo aver dato la sua disponibilità, ha disertato entrambi gli appuntamenti. Ha ritenuto invece, con modalità che è poco definire meschine, farmi invitare ad un incontro presso lo studio professionale della dottoressa Martellucci, amica personale del sottoscritto e della sua famiglia, con la scusa di voler chiarire la propria posizione quando l’intento era di registrare la conversazione per svelare chissà quale macchinazione. O piuttosto per architettare la discutibile strategia di comunicazione che il consigliere mette oggi in campo, forse imbeccato da qualcuno.
Questi sono i fatti per come sono avvenuti. Non si comprende perché il consigliere Valerio non voglia attendere l'esito delle indagini. Se dalle inchieste della magistratura risulterà che le mie sono solo illazioni infondate, ne pagherò le conseguenze in sede giudiziaria. Se invece dovessero emergere fatti che lo riguardano, dovranno prenderne atto lui e tutti quelli che oggi strumentalizzano la situazione per propria convenienza.
Passare per perseguitato in una vicenda nella quale ha svolto un ruolo attivo di tutt’altro genere è cosa che non si può consentire. Il Prefetto, ribadisco, si trova ingiustamente coinvolto in una vicenda nella quale non ha avuto parte alcuna se non quella d’essere stato correttamente informato dal sottoscritto. A testimonianza di quanto dico ci sono 14 consiglieri di maggioranza, tra cui gli avvocati Patrizia Menanno e Mattia Aprea che fin dal primo momento sono stati informati di quanto avveniva e possono testimoniare come il sottoscritto non abbia mai tirato in causa il Prefetto di Latina, se non come persona cui ho doverosamente riferito i fatti che stavano accadendo.
Chiudo qui la polemica giornalistica. E aspetto l’esito delle indagini…
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