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Redazione
Albano Laziale (RM) – Non c’è nulla da fare per il comandante della Polizia Locale di Albano Giuseppe Nunziata e il vicecomandante Elio Bianchi nei confronti dei quali il Tribunale del Riesame di Roma ha appena confermato l’ordinanza applicativa della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio ricoperto, emessa dal Gip di Velletri il 18 settembre scorso. Sui due pesa la misura interdittiva in quanto indagati in concorso tra loro per peculato e truffa aggravata.
I due sono accusati di aver utilizzato l’auto di servizio usata come fosse un taxi, le spese di carburante a scrocco, persino il personale del comando di polizia locale veniva assoldato come autista con tanto di riconoscimento di straordinari. Il provvedimento è arrivato dopo una articolata indagine degli investigatori del commissariato di Albano Laziale, sotto la direzione del sostituto procuratore della Repubblica di Velletri Paoletti.
Il Tribunale del riesame in sostanza effettuando valutazioni sia sotto il profilo dei gravi indizi di colpevolezza sia sotto il profilo delle esigenze cautelari, ha riconosciuto la solidità dei fatti contestati, ritenendo attuali e concrete le esigenze cautelari sia sotto il pericolo di inquinamento probatorio che al pericolo di reiterazione di reati della stessa specie per i quali il comandane e vice sono indagati. La bufera iniziale è dunque diventato un vero e proprio tornado per Nunziata e Bianchi i quali già circa due mesi sono stati sospesi immediatamente sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio ricoperto e interdetti da ogni attività inerente l’incarico ricoperto ai vertici della Polizia Locale di Albano, al fine di evitare il perseverare nella gestione dei beni dell’amministrazione comunale.
Evidentemente, nonostante il vice comandante Bianchi avesse fatto sapere tramite il suo legale Sabrina Lucantoni che dall'ordinanza del gip di Velletri si evince con chiarezza che lo stesso Bianchi non abbia mai utilizzato personalmente le autovetture per scopi privati, gli elementi a carico dei due indagati sono piuttosto solidi. Infatti, si è arrivati a questo epilogo dopo oltre un anno di indagini da parte degli agenti di Albano. Un anno di controlli, pedinamenti e monitoraggi. Sia le videoriprese, che l’assunzione di sommarie informazioni testimoniali dei dipendenti del comando, oltre all’acquisizione di tabulati e documenti che hanno messo in luce la condotta del comandante ed il suo vice.
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