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NEMI, CONSIGLIO COMUNALE : COCCHI CHIEDE IL RITIRO DEL BILANCIO DI PREVISIONE

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Tempo di lettura 3 minuti Prima di tutto è paradossale che il bilancio in questione sia stato approvato in giunta il 7 agosto ma poi sia stato portato in Consiglio comunale addirittura tre mesi dopo

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Angelo Parca

Nemi (RM) – L’ultimo consiglio comunale di Nemi che si è appena tenuto, esattamente mercoledì 6 novembre 2013, verteva su tutta materia di bilancio. Il bilancio di previsione 2013 è stato approvato con i soli voti contrari dei consiglieri di minoranza Cinzia Cocchi e Stefania Osmari. Il tentativo della maggioranza è stato quello di trasmettere un messaggio di stabilità: nonostante le numerose incertezze che non dipendono certamente dagli Enti locali ma dal Governo, il bilancio è stato approvato cercando di mantenere le imposte invariate.

Una seduta senz’altro molto lunga dove si è snocciolato ciascun passaggio e dove certamente la farraginosità della materia non ha bendisposto tutti gli animi. Il gong che ha risvegliato un iter che pareva privo di colpi di scena, lo ha suonato il consigliere Cocchi con una proposta, poi argomentata, che appunto ha rotto un rito pressoché “scontato”: ha chiesto che venisse ritirato il bilancio, in fondo i tempi, seppur stretti ci sono e certamente il bilancio di previsione attuale non si può definire al passo con i tempi.

Dunque la richiesta è stata quella di ritirare l’attuale bilancio di previsione e preparare un elaborato più vicino alla realtà, “con una previsione più fedele” ha ribadito il consigliere di centrodestra. “E’ veramente vergognoso che il rendiconto sia stato deliberato e poi tenuto in un cassetto”.

Perché? Cocchi ha spiegato con chiarezza i motivi. Prima di tutto è paradossale che il bilancio in questione sia stato approvato in giunta il 7 agosto, il 9 agosto ratificato dal Revisore ma poi sia stato portato in consiglio comunale addirittura tre mesi dopo il passaggio di giunta, fermo restando i 20 giorni concessi ai consiglieri per eventuali considerazioni di sorta.

“Il paradosso – dice Cocchi – è dimostrato anche dal fatto che è stato previsto addirittura il gettito Imu sulla prima casa anche se, come ben sappiamo tutti, a settembre si è venuti a conoscenza che non si sarebbe dovuto pagare”. Possibile dunque che la maggioranza non abbia vigilato affinché un rendiconto finanziario di tale portata non sia stato adeguatamente aggiornato prima di essere portato in consiglio per l’approvazione definitiva?

“Probabilmente si sono aspettati tre mesi – ha proseguito Cocchi – perché il Comune è rimasto senza Revisore dei conti? Rilevo davvero una mancanza di attenzione al riguardo: si sarebbe dovuta tempestivamente inoltrare la richiesta e provvedere alla sostituzione del Revisore per non restare scoperti in una fase così delicata come quella dell’approvazione del bilancio. Ritengo – ha aggiunto il consigliere Cocchi – che aver fatto passare tutto questo tempo e inoltre l’aver approvato il bilancio di previsione in giunta senza la presenza del sindaco sia sintomo di mancanza di serietà e soprattutto mancanza di rispetto nei riguardi dei consiglieri e dell’intero consiglio comunale”. Insomma quello del bilancio è un argomento che merita serietà.

Con questo il consigliere Cocchi non ha voluto minimamente mettere in discussione il bilancio in sé: “I numeri sono certamente a posto – dice Cocchi – è un bilancio in pareggio e non c’è nulla da recriminare ai tecnici che lo hanno stilato. La mia contestazione e proposta di ritirare lo stesso è di natura concettuale: il concetto è sbagliato, la maniera di agire che sicuramente mostra palese mancanza di attenzione è mancata addirittura la salvaguardia degli equilibri”.

Insomma innescata la questione tempistica e del modus operandi della giunta di Alberto Bertucci si è proseguito con da una parte, la decantazione di quanto (nonostante le difficoltà oggettive) l’amministrazione abbia raggiunto obiettivi e incassato il consenso del popolo: 12 volte Nemi è finita in televisione. Poi ancora feste, biciclette ed eventi criticati (non solo nella seduta di mercoledì) anche da “Partecipazione democratica”. Il consigliere Stefania Osmari infatti ha rimarcato l’attenzione rivolta alle feste che fino ad ora ha palesemente mostrato la giunta Bertucci piuttosto che ad altri servizi essenziali.

In merito alle opere pubbliche, la giunta ha rimarcato il fatto che c’è una grande attività e impegno al riguardo: “andiamo a bussare a tutte le porte”, si inoltrano domande e si aderisce ai bandi per sperare nei finanziamenti.

Al riguardo Cocchi ha espresso una considerazione: “Purtroppo temo di avere l’amara certezza – ha detto – che diversi finanziamenti che avevamo ottenuto siano stati persi. I circa 100 posti macchina in via Nemorense sembrano andati in fumo così come sembra aver fatto la stessa fine l’illiminazione del Perino, i finanziamenti destinati al rifacimento delle facciate del centro storico”. Che fine hanno questa serie di opere già finanziate durante la giunta di Cinzia Cocchi? Certamente l’attuale sindaco dovrà darne spiegazione sia ai consiglieri che ai cittadini perché sono stati pagati anche dei tecnici per questo e il rischio è che si prefiguri un danno erariale sul caso finanziamenti persi a causa di una presunta inerzia dell’amministrazione comunale.

Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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