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ARICCIA: CHE FINE HA FATTO LA CENTRALE ELETTRICA A BIOGAS DELL’ASSESSORE PROFICO?

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Tempo di lettura 2 minuti Amici Beppe Grillo Ariccia: "Sul tema, ad Agosto abbiamo inviato e diffuso una lettera aperta all’Assessore Profico, che si è ben guardato dal rispondere, privatamente o pubblicamente".

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Redazione

Ariccia (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera ai cittadini di Ariccia di "Amici Beppe Grillo Ariccia"

 

Ecco la lettera:

Dopo il cosiddetto “ convegno di studi” sulla chiusura del ciclo dei rifiuti ad Ariccia organizzato dall’Amministrazione Cianfanelli  a Luglio, nel quale  l’Assessore Profico aveva confermato l’intenzione dell’Amministrazione di  permettere (incentivare?) la realizzazione della  Centrale  elettrica a Biogas di Via Nettunense – zona Supermercato INGRANDE, tutto tace e nel sito individuato (ex  complesso logistico COOP) non vi è traccia di attività alcuna, né alcun cartello indicante autorizzazioni/lavori in corso.

Vero è che nel convegno stesso l’Assessore Profico aveva “virato” a 90° verso una centrale elettrica NON PIU’ a combustione del gas prodotto dai rifiuti, bensì a FUEL CELL, tecnologia assai più complessa e di cui esistono varie versioni, che l’Assessore si era ben guardato dall’indicare con precisione, mentre della
centrale a combustione già esisteva il progetto di massima, a nostro giudizio deleterio ed ad alto impatto ambientale per il nostro territorio..

Inoltre, molti Cittadini ed Associazioni, tra le quali, la nostra che fa riferimento al Movimento Cinque Stelle Lista Beppe Grillo, avevano incominciato ad interrogarsi sull’opportunità  (o l’ineluttabilità) che un piccolo Comune (quale Ariccia è: 18 Kmq e 18.000 abitanti), ma con una densità di abitanti circa doppia della media
nazionale (1.000 abitanti per Kmq), senza industrie, con un territorio ancora non totalmente devastato dalla cementificazione, con notevoli beni ambientali e culturali e prodotti enogastronomici di qualità, dovesse arrogarsi il ruolo di ospitare una  Centrale  per il trattamento della frazione organica della raccolta
differenziata (ed altro) con una capacità di trattamento di oltre 30.000 tonnellate di umido, mentre Ariccia ne produce SOLO 3.000.

Sul tema, ad Agosto abbiamo inviato e diffuso una lettera aperta all’Assessore Profico, che si è ben guardato dal rispondere, privatamente o pubblicamente. Tutto ciò ci porta a chiederci se per caso l’Amministrazione stia pensando a qualche altro coniglio da estrarre dal cappello a cilindro, vista le male parate effettuate fino ad ora sul tema della chiusura del ciclo dei rifiuti.

Noi continuiamo a pensare  che Ariccia, grazie alla raccolta differenziata, è in grado di chiudere il proprio ciclo dei rifiuti attraverso il compostaggio del suo umido di qualità (raccolto porta a porta); ciò può avvenire attraverso una stazione di compostaggio di dimensioni limitate (3-4.000 to/annue di umido), oppure
frazionandola in 4-5 stazioni piccole (da 700 ton/anno), con un impatto minimo sul territorio e SENZA problemi di sicurezza. Si rinuncerebbe all’incentivo affaristico per la produzione di elettricità, ma si ridurrebbe l’onere attuale (pari a circa 50.000 Euro/mese, a detta dell’Amministrazione) dell’attuale trattamento,  e si potrebbe realizzare un piccolo ricavo dalla vendita del fertilizzante naturale così prodotto, per le colture locali a Km zero, con un vero miglioramento dell’impronta ambientale del nostro Comune.

L’obiettivo non consisterebbe nel guadagnare soldi, ma nel ridurre i costi salvaguardando davvero il nostro ambiente. Noi assicuriamo i Cittadini di Ariccia che continueremo a vigilare ed a batterci per la difesa del nostroterritorio, CONTRO ogni progetto affaristico.
Gli Amici di Beppe Grillo di Ariccia
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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