Connect with us

Roma

GROTTAFERRATA, OMICIDIO ALESSIO DI PIETRO, L’OBIETTIVO DELLA FAMIGLIA: APPELLO CON NUOVI TESTIMONI

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minutiIn fondo all'articolo l'esclusiva video intervista rilasciata a L'osservatore laziale dalla famiglia di Alessio

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti

La mamma di Alessio Di Pietro: “Dall’esame sul corpo di mio figlio, si evince chiaramente che Alessio ha subìto una aggressione e non è stato partecipe attivo nella rissa quella notte al Derby’s di Grottaferrata”.

Grottaferrata (RM) – Diciannove e quattordici sono gli anni di reclusione ai quali sono stati condannati S.C. e M.S., i due romani ritenuti responsabili dell’omicidio di Alessio di Pietro, il ragazzo di Marino accoltellato a morte la notte del 15 gennaio 2011 di fronte il pub Derby’s di Grottaferrata.

Si aspetta la deposizione delle motivazioni della sentenza, un duro colpo per la famiglia di Alessio che ritiene non sia stata fatta giustizia e soprattutto, durante il processo, non sia stata detta tutta la verità. Così ha deciso la corte d’Assise a Frosinone.

Nel processo di primo grado sono stati condannati per rissa aggravata altri tre giovani: M.A. che avrebbe provocato la lite, 4 anni e sei mesi, per F.F., due anni, ferito gravemente durante la rissa e C.B., un anno e sei mesi.

Due di loro, l’estate del 2010, erano rimasti coinvolti nell’ operazione antidroga insieme con A.S., alias «Svastichella», condannato in appello a quattro anni di reclusione per l’aggressione a un gay all’Eur.

La mamma Eliana Anzellotti insieme al marito, a zia Livia, alla nonna di Alessio e a Simone, il fratello di Alessio sanno che la battaglia per “la verità su Alessio” è appena iniziata. I gradi di giudizio sono tre e la famiglia Di Pietro andrà avanti, cercando ininterrottamente nuovi testimoni, “c’erano centinaia di persone fuori dal pub quella sera – dice mamma Eliana – ma purtroppo non ci sono testimoni pronti a dichiarare al processo”. C’è omertà intorno a questa storia e diversi punti da chiarire.

Bisogna vedere quale sarà la linea difensiva del legale della famiglia Di Pietro, Pier Francesco Bruno, il quale, per il momento, ha sottolineato la condotta “non aggressiva” di Alessio e quindi l’esigenza di far emergere con chiarezza la dinamica dell’omicidio: S.C. avrebbe dichiarato di aver accoltellato Alessio con un’arma bianca che però non era sua. “Inoltre tengo a specificare – prosegue Eliana – che dall’esame sul corpo di mio figlio, si evince chiaramente che Alessio ha subìto una aggressione e non è stato partecipe attivo nella rissa quella notte.

La perizia redatta dall’ex generale dei Ris di Parma Luciano Garofano ha fatto emergere proprio questo importante elemento ai fini di un giudizio sui fatti”.  Ma cosa è successo quella notte? Alessio ha lasciato casa, a Santa Maria delle Mole, intorno alle 19:30 per andare a cena da Maria Vittoria, la ragazza.
L’indomani sarebbe partito per la montagna quindi disse alla mamma di non preoccuparsi perché al massimo sarebbe rientrato per 22:30.  Alessio e Maria Vittoria si ritrovano al pub insieme ad A., amico di Maria Vittoria e a F. e sua moglie.
La ragazza di Alessio era amica con A. e quest’ultimo, di Rocca di Papa, aveva avuto un diverbio con un minorenne e i suoi amici romani, di Tor Bella Monaca e Borghesiana. A., dopo aver discusso con questi ragazzi, era andato a “parlarne” fuori.

A quel punto Alessio uscì dal Derby’s di Grottaferrata, probabilmente per sedare la lite, e fu subito colpito a morte nel piazzale da tre fendenti sferrati con un coltello a scatto.