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Donato Robilotta – Coordinatore dei socialisti Riformisti
Ho sempre ritenuto che portare i rifiuti fuori Regione o all’estero fosse una vergogna, simbolo di una classe politica che non riesce a risolvere i problemi per non assumersi le sue responsabilità.
Ma stando alle dichiarazioni ufficiali del commissario Sottile, che a Falcognana ci andrebbero solo 300 tonnellate al giorno delle 1.500 prodotte ogni giorno a Roma, dunque meno del 20%, cosa che non risolve la questione del sito alternativo a Malagrotta, che invece devono scegliere le istituzioni locali, mi chiedo se non sia più utile a questo punto portare fuori anche questi rifiuti.
A che serve creare tutto questo contrasto con le popolazioni locali se il sito indicato non risolve il problema e ne crea di nuovi? Probabilmente solo a far dire che è stata chiusa Malagrotta, che invece chiude per esaurimento naturale.
Oltretutto non è affatto vero che la parte del sito che dovrebbe ricevere i rifiuti urbani invece del fluff non avrebbe bisogno di nuove autorizzazioni, alla luce dei vincoli paesaggistici del decreto Bondi, perché i codici dei rifiuti urbani, anche se trattati, sono ben diversi da quelli delle macchine rottamate.
A questo punto dunque forse sarebbe meglio portare tutto fuori, far decantare la situazione, rientrare nella normalità, e affrontare la discussione su un nuovo piano rifiuti che programmi non solo l’individuazione di un sito di una discarica dentro i confini di Roma ma anche la costruzione degli impianti di compostaggio, altrimenti la raccolta differenziata non può aumentare, gli impianti di TMB che sono già autorizzati, le due linee del gassificatore di Malagrotta e quello di Albano.
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