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L'ULTIMA RIGA DELLE FAVOLE….

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Tempo di lettura 2 minutiDove inizia la vita? da dove la facciamo iniziare noi, e allora …. perchè non dall’ultima riga delle favole?

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Sara Galea

No, non vi parlerò del famosissimo libro di Massimo Gramellini che adoro, ma anche io ho sempre amato sapere cosa ci fosse dopo l'ultima riga delle favole…

Dove inizia la vita? da dove la facciamo iniziare noi, e allora …. perchè non  dall’ultima riga delle favole?

E’ in quel magico punto che si crea l’incantesimo, perché la vita è una creazione intensa che vede il suo massimo splendore, e apice, proprio nel punto in cui si sta chiudendo un libro per aprirne un altro.  Il libro, però, non può intravedere il suo inizio in qualunque punto della storia perché l’intento umano deve essere sempre concentrato nel desiderio di felicità, nella volontà di rifuggire ogni evento e persona possa portare il proprio cammino negli inferi anziché nel paradiso terreno.

Che cosa significa iniziare la scrittura di un nuovo libro dall’ultima riga delle favole? Dobbiamo attendere una fine per iniziare? No, dobbiamo avviare la realizzazione dei nostri sogni quando ci si trova nel punto in cui il desiderio di felicità è alto, quando si trova sull’e vissero felici e contenti’’, perché iniziare quando si vive nella gioia, significa garantirsi altra felicità, indica trascendere uno stato per andare ‘’nell’ancor di più’’. Usualmente l’essere umano attende di stare nel baratro per dare avvio ai propri cambiamenti, alle riqualificazioni, ai miglioramenti, quasi come se quando si sta nel benessere, bisogni stagnare in quello stato diventando funamboli per non perderlo anziché desiderare di amplificare ciò che sta dando benessere. Quante persone hanno fatto della loro vita un susseguirsi di guai, di bassi, di dolore, ma sapete perché accade questo? Perché nell’essere umano è radicata una potente convinzione e sarebbe che la vita è ciclica, si va su per incamminarsi poi giù e così via in una   sequenza efferata che conduce l’essere umano a distruggere volutamente il proprio benessere,  per prendere strade drammatiche che lo riportino, poi, su strade incantate.  E’ così che funziona? Ma anche no dicono alcuni e, in cuore loro, anche gli altri. La vita può essere un susseguirsi di gioia e felicità, ma per fare sì che questo avvenga occorre continuamente recidere rami, buttare fuori eventi e persone che succhiano la linfa vitale; essere positivi e propositivi e poi… capire dove e in chi si trova l’Amore e dove e in chi si trova la dannazione e la tribolazione. Pensate di non essere in grado di capire?  non è così, tutti capiscono tutto ma piuttosto che vivere temporanei, o meno brevi, momenti di solitudine si preferisce essere affiancati da vampiri e carnefici, diventando carnefici, vampiri e vittime,  per non dover  affrontare il confronto con quelle che sono le proprie personali verità interiori. Perché? Paura di sapere, vedere, dover accettare di lasciare la zona di confort (che è quella dolorosissima zona in cui si sopravvive ma che, essendo l’unica conosciuta, non si vuole abbandonare).

Siamo intelligenti? Ah! Questo è quello che tutti credono non sapendo che dentro di se c’è un dittatore maniaco ma… fin quanto volete vivere nella parte della storia in cui l’orco si mangia i bambini va bene, ma fatelo non lamentandovi perché l’orco siete voi, i bambini pure ed anche la fatina e il principe azzurro.

In quale riga della storia vi trovate?