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NEMI: IL CAOS DELL'ACQUA E DELLE ORDINANZE

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Tempo di lettura 5 minuti Una Amministrazione solerte non appena riceve le analisi di solito emette l’ordinanza di chiusura con tempestività e al massimo lascia passare un giorno per poi agire.

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Redazione

Nemi (RM) – L’ordinanza numero 25 del 26 agosto 2013 è veramente l’espressione della totale confusione che pare essersi verificata soltanto a Nemi, riguardo la vicenda della fontanella in piazza De Sanctis. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA ]

Perché negli altri Comuni del Lazio e d’Italia non succede che passi addirittura un mese per la trasmissione di analisi che riguardano la potabilità dell’acqua?

 Veniamo ai fatti:

 L’8 agosto il Comune decide di emettere ordinanza di chiusura della fontanella dopo 39 giorni dalla ricezione delle prime analisi di non conformità. Il 1 luglio l’acqua non è conforme, il 15 luglio l’acqua non è confome e l’8 agosto il vicesindaco Palazzi ordina all’Acea di chiudere la fontana.

 Adesso si scoprono dei passaggi sconosciuti, diremmo quasi alieni, riportati nell’ordinanza 25 del 26 agosto 2013.

 Addirittura la Asl subito dopo il prelievo del 15 luglio, comunica, un altro prelievo del giorno 22 luglio, al Comune di Nemi nientemeno che un mese dopo, cioè il 21 agosto, ovvero ben 14 giorni dopo che è stata emessa l’ordinanza  “tardiva“ di chiusura della fontanella.

Gli esiti dicono che l’acqua è conforme.

 A complicare la situazione ci si è messa anche l’Arpa Lazio che avrebbe effettuato un altro prelievo il giorno 8 agosto, proprio quando il Comune dispone la chiusura della fontana e incredibile ma vero, comunica al Comune di Nemi le analisi il 23 agosto, dicendo che l’acqua è conforme.

Trasmette le analisi il giorno dopo che le ha trasmesse la Asl. E’ veramente singolare. Quando si dice "il fato".

 Succede solo per questo Comune: Nemi.

Normalmente la Asl trasmette le analisi effettuate dall’Arpa con tempestività. Di solito Asl e Arpa dialogano. Qui sembrerebbe tutto il contrario di tutto. La 25 è una ordinanza che lascia intendere che la Asl agisce per conto suo e l’Arpa fa altrettanto. 

Una Amministrazione solerte non appena riceve le analisi di solito emette l’ordinanza di chiusura con tempestività e al massimo lascia passare un giorno per poi agire.

Qui di giorni, lo ripetiamo per l'ennesima volta,  ne sono passati 39 e tutto fa pensare che è mancata la totale comunicazione tra Comune, Asl e Arpa visto che l’amministrazione del signor Alberto Bertucci ha  ordinato la chiusura quando in realtà avrebbe potuto riaprire e ha tenuto aperto quando avrebbe dovuto chiudere.
 
Il sindaco la sera del 27 agosto, giorno della riapertura della fontana e giorno in cui ricorre la festa del quartiere delle Colombe, si reca in piazza De Sanctis per salutare i cittadini presenti per la festa  – circa una trentina di persone –  e dopo i vari saluti e convenevoli esordisce con frasi tipo che “l’acqua di Nemi è buona e lo dimostra la fontana aperta“.  Dichiara inoltre, che  “beceri personaggi” avrebbero sabotato la fontana e avrebbero fotografato degli ignari cittadini mentre si abbeveravano di acqua, “non conforme” nel periodo di inquinamento, ovvero dal 1 luglio all’8 agosto e il 14 agosto quando la fontana è stata riaperta da ignoti per essere poi richiusa da Carabinieri e Polizia locale il 15 agosto.

Il nostro quotidiano fin dai primi di luglio ha sollevato più volte la questione dell’acqua ponendo interrogativi all’Acea e al Comune, documentando con foto le persone ignare di tutto che bevevano tranquillamente e si rifornivano di acqua presso la storica fontanella nel periodo in cui si sarebbe dovuto, a nostro dire, emettere immediatamente un’ordinanza di chiusura.

Si sarebbe dovuto ordinare all’Acea di chiudere la fontana il 1 luglio stesso non appena ricevuta la comunicazione dalla Asl Rm H e non 39 giorni dopo come invece è avvenuto, lasciando che la gente bevesse acqua contenente batteri Escherichia Coli che tradotto significa batteri di acqua di fogna, tra l’altro molto pericolosi per i bambini al di sotto dei 5 anni!

 Ma il sindaco questo non lo ha detto la sera del 27 agosto durante la festa delle Colombe: il primo cittadino non ha detto che ci sono diversi esposti denuncia fatti da cittadini, dall’associazione  Assotutela e dagli stessi Carabinieri di Nemi in merito al fatto gravissimo di non aver tempestivamente impedito l’uso dell’acqua non conforme e di non aver minimamente informato la popolazione dei rischi presenti per la salute.

Emettere ordinanze che vietino l’uso dell’acqua non conforme è forse un optional? Vede caro sindaco, i “beceri personaggi”  pensano di no.

I beceri personaggi ritengono che chi di dovere prima o poi chiarirà questa assurda vicenda oltre a tante altre vicende che la riguardano.

Intanto, lei, caro sindaco continui pure a diffamare e denigrare pubblicamente “i beceri personaggi” con la sua campagna pubblicitaria poco edificante per un sindaco che possa fregiarsi di una tale investitura. Probabilmente, sindaco, lei perde più tempo a scrivere manifesti denigratori e offendere pubblicamente coloro che non ha neppure il coraggio di nominare personalmente che ad essere puntuale e tempestivo nell’ordinaria e straordinaria amministrazione. La coscienza del buon padre di famiglia non può essere acquisita: o la si ha o ci si arrampica sugli specchi.   

A proposito, dimenticavamo:

Riguardo l’aver pubblicato sull’Albo Pretorio online del Comune per ben 2 volte l’ordinanza 25 del 26 agosto 2013 ai numeri di pubblicazione 857 del 26 agosto e 859 del 28 agosto, chissà perché ci viene in mente una frase tratta dal  celebre film “Totò, Peppino e la malafemmena” quando Totò rivolgendosi a Peppino nel dettargli una lettera dice: “punto; due punti! Massì, fai vedere, che abbondiamo… Abbondantis in abbondandum!…”.

Inoltre sempre nell’ordinanza 25 nella premessa manca il riferimento ai numeri di protocollo relativi le comunicazioni  pervenute al Comune da parte della Asl e dell’Arpa. Ma questo probabilmente come già detto è un optional. 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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