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Cronaca

Sant’Agata di Militello, truffa ai danni del servizio sanitario: sequestrati beni a medico

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Tempo di lettura 3 minuti La dottoressa, in sostanza, per anni non si sarebbe mai presentata in servizio, continuando a percepire lo stipendio mensile corrisposto dall’azienda sanitaria, comprensivo anche dei cospicui rimborsi chilometrici, pari a oltre trentamila euro l’anno, corrisposti in virtù del fatto che la professionista avrebbe dovuto effettuare le prestazioni lontano da Messina, propria sede di lavoro e, quindi, con la finalità di rendere un migliore servizio di assistenza e cura all’utenza.

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SANT’AGATA DI MILITELLO (ME) – La Guardia di Finanza ha notificato ad una donna di 59 anni, chirurgo pediatrico a Sant’Agata di Militello (Me) una misura di sospensione dall’ufficio per 10 mesi con l’accusa di truffa al servizio sanitario. La donna sarebbe stata assente diverse volte dall’ufficio e avrebbe attestato, per i magistrati, 1300 visite mai effettuate a degli studenti. Sequestrati al professionista tre beni immobili e un veicolo di grossa cilindrata per un importo di 190 mila euro, pari al presunto danno della donna all’ente pubblico. L’incarico della professionista prevedeva lo svolgimento di attività ambulatoriale in cinque poliambulatori della fascia tirrenica della provincia messinese, S. Agata di Militello, Capo d’Orlando, S. Stefano di Camastra, Mistretta e Tortorici, per complessive trenta ore settimanali. La dottoressa per tre anni, dal 2013 al 2015, pur risultando “sulla carta” presente per alcune ore al giorno nei poliambulatori di fatto non si sarebbe presentata sui luoghi di lavoro.

Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Patti, dott. Eugenio Aliquò a seguito di richiesta del Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Patti, dott.ssa Maria Milia nell’ambito di un procedimento penale per truffa ai danni del servizio sanitario, instaurato per condotte di assenteismo. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno contestualmente proceduto al sequestro preventivo diretto e per equivalente di tre beni immobili e di un veicolo di grossa cilindrata per un importo di 190.000 euro, pari al danno cagionato all’ente pubblico.

L’attività investigativa, durata diversi mesi, era scaturita da elementi informativi in base ai quali vi sarebbero state delle irregolarità presso alcuni poliambulatori della zona nebroidea. Gli investigatori hanno focalizzato la loro attenzione sulla posizione del medico specialista in chirurgia pediatrica che evidenziava diverse anomalie.

L’incarico prevedeva lo svolgimento di attività ambulatoriale in cinque poliambulatori della fascia tirrenica della provincia messinese, S. Agata di Militello, Capo d’Orlando, S. Stefano di Camastra, Mistretta e Tortorici, secondo un calendario stilato dalla predetta azienda sanitaria, per complessive trenta ore settimanali.

Dalle indagini sarebbe emerso che la dottoressa per ben tre anni, dal 2013 al 2015, pur risultando “sulla carta” presente per alcune ore al giorno nei predetti poliambulatori di fatto non si sarebbe presentata sui luoghi di lavoro. Per giustificare le proprie assenze con i responsabili di tali strutture la stessa era riuscita a ideare un’attività di prevenzione da svolgersi presso le scuole primarie della provincia, mediante l’esecuzione di visite mediche a cui sottoporre gli alunni in età pediatrica. Pertanto, l’indagata preavvisava che non sarebbe stata presente presso il poliambulatorio di turno, in quanto aveva programmato delle attività presso gli istituti scolastici.

I minuziosi accertamenti eseguiti dai finanzieri dipendenti dal Comando Provinciale di Messina avrebbero permesso di rilevare che le asserite visite presso gli istituti scolastici non sarebbero mai state effettuate, pur avendo la dottoressa falsamente rendicontato all’ente sanitario quasi milletrecento visite mediche, a cui garantiva di aver sottoposto altrettanti studenti.

La complessa attività di indagine si è sviluppata mediante sopralluoghi, acquisizione di documenti e numerose testimonianze. In alcune occasioni, i finanzieri della Tenenza di Sant’Agata, fingendosi potenziali pazienti interessati a una visita a cui sottoporre un congiunto in età pediatrica, hanno accertato che il medico assenteista non era nemmeno conosciuto dal personale in servizio presso i poliambulatori.

L’attività delle Fiamme Gialle è stata quindi estesa alla documentazione contabile e amministrativa, il cui esito ha permesso di appurare che la professionista compilava e sottoscriveva mensilmente dei falsi prospetti di presenza, in cui figuravano, come eseguiti regolarmente, gli orari di inizio e fine servizio.

Gli investigatori hanno anche riscontrato altri casi di palese irregolarità quando la professionista certificava di essere contemporaneamente presente in due comuni della provincia distanti tra loro circa cento chilometri. Tale espediente aveva consentito di poter percepire ulteriori indennità previste per le partecipazioni alle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile. In altre circostanze, invece, la dottoressa aveva presentato un certificato medico attestante uno stato di malattia al fine di giustificare la sua assenza dai poliambulatori, mentre risultava aver partecipato alla suddetta commissione, la cui presenza era remunerata con un ulteriore gettone di presenza.

La dottoressa, in sostanza, per anni non si sarebbe mai presentata in servizio, continuando a percepire lo stipendio mensile corrisposto dall’azienda sanitaria, comprensivo anche dei cospicui rimborsi chilometrici, pari a oltre trentamila euro l’anno, corrisposti in virtù del fatto che la professionista avrebbe dovuto effettuare le prestazioni lontano da Messina, propria sede di lavoro e, quindi, con la finalità di rendere un migliore servizio di assistenza e cura all’utenza.

Le accurate indagini hanno permesso d’individuare violazioni di natura penale, che vanno dalla truffa ai danni del servizio sanitario al reato di false attestazioni e certificazioni sulla presenza al lavoro di cui al Testo Unico sul pubblico impiego.

Allo scopo di recuperare quanto indebitamente percepito dal medico, sono state calcolate le retribuzioni e le indennità varie, comprese quelle chilometriche erogate dall’ASP di Messina, il cui ammontare complessivo è risultato pari ad oltre centonovantamila euro per i tre anni oggetto d’indagine. L’operazione eseguita testimonia il costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza nella lotta agli sprechi di denaro pubblico e nel contrasto alle truffe e agli abusi, col preciso fine di garantire, da un lato, la legalità all’interno della pubblica amministrazione e, dall’altro, la tutela dell’utenza.

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Cronaca

Incendio nel Materano, morti due vigili del fuoco, “Volevano salvare una famiglia”

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 “Volevano salvare una famiglia, la cui abitazione era messa in pericolo dalle fiamme.

Ma sono caduti in un dirupo e sono stati avvolti dalle fiamme”.

Sono le parole del sindaco di Nova Siri (Matera), Antonello Mele, riferendosi alla morte di due vigili del fuoco in contrada Cozzuolo.

Secondo quanto si è appreso, entrambi avevano 45 anni ed erano in Matera.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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