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Alberto De Marchis
Bene che vada siamo rovinati. Più passa il tempo e più ci si convince che tra showman, ex comici, professori e vecchi merletti siamo vittime di un manicomio politico.
Andiamo per gradi. Bersani e Berlusconi si sono incontrati, hanno parlato ma, oltre l’impressione positiva esternata da Letta, non è stato fatto alcun nome. Non si è risolto nulla. I grillini hanno vissuto l’ebbrezza di occupare il Parlamento, uno scenario diverso da quello scolastico ma pur sempre una esperienza. All’interno della Camera dei Deputati manifestano la necessità di cominciare i lavori parlamentari mediante l'istituzione delle Commissioni permanenti alla Camera e al Senato. Intanto il loro leader parla di golpe dopo aver sfornato un ennesimo slogan privo, a mio parere, di efficacia e contenuti: “Commissioni subito o partiti commissariati”. Qualcuno ha spiegato loro che rappresentano un partito politico che finora ha soltanto puntato i piedi e inscenato dirette streaming? Purtroppo i pentastellati si stanno mostrando dei dissidenti e basta. Oltre al dissenso servono proposte concrete e condivisibili perché il Movimento Cinque Stelle non ha preso la maggioranza assoluta e non può permettersi slogan assolutistici e inconfutabili.
Dopo la trovata dell’occupazione del Parlamento non si sa quale altro siparietto potranno metter su. La verità è che Grillo aveva scommesso sulla costituzione del Governissimo. Invece le vecchie volpi questa soddisfazione non gliel’hanno lasciata. Il Governissimo non si farà perché nessuno lo vuole. In tutta questa storia chi è disposto a prendersi un briciolo di responsabilità? Giocano tutti con il tempo che ormai è talmente a debito che sarà difficile rialzarsi in piedi. Mentre i deputati di Grillo giocano all’occupazione e Bersani e Berlusconi prendono il thè, l’Italia va a rotoli e aspetta ancora delle azioni concrete. Renzi ha ricordato che Pier Luigi avrà pure vinto le primarie ma ha comunque perso le elezioni. Tra cinque giorni dovrà essere eletto il nuovo Presidente della Republica e dovrà essere ampiamente condiviso perché la volontà popolare è frammentata e le decisioni vanno spalmate bene, che piaccia o no. Basta con i tentativi di sovvertire il voto popolare. Il popolo ha espresso un malessere, non ci sono ne vincitori e neppure vinti. C’è soltanto il tempo che inesorabile continua a scandire le vittime della crisi e della malapolitica. Verrebbe voglia di volerli tutti alla deriva, dove già
si trovano gli italiani.
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