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Emanuel Galea
Ascoltando le varie notizie, o per meglio dire, “il si dice” nei corridoi di via del Nazareno, mi viene in mente, e non so perché, il leitmotiv di una canzone di qualche anno fa. E’ strano, come nella mia mente, senza volerlo, si anagrammino le parole che risuonano così nelle mie orecchie: Grillo tutto si fa per te / tutto…/ pur di piacere a te /…… per un si'.. per un no.. per te ***
Questa volta però, non è il canto melodioso del Quartetto Cetra, bensì la voce bassa ed intonata di Bersani. Il PD si sta dimostrando succube del Movimento Cinque Stelle e si presenta in piazza, con le braghe calate. Ha dovuto dire addio al sogno di un Franceschini sullo scranno più alto della Camera e di una Finocchiaro nelle vesti prestigiose di seconda carica dello Stato. “Grillo, tutto si fa per te / Grillo pur di piacere a te.”
Ed ecco il PD ha dovuto rinunciare a due candidature dell’apparato ed al loro posto proporre e far votare candidature provenienti dalla cosiddetta società civile. E’ pur vero che questi si sono presentati sotto la bandiera del centrosinistra, però, non si sono mai compromessi con “l’apparato partitico”. I Dalemiani ed i giovani turchi hanno avuto la meglio nella scelta dei capigruppo ed hanno imposto Speranza e Zanda rispettivamente a Camera e Senato. “Al Colle con la nostra proposta” rilancia il segretario, pur sapendo che anche questa sarà per lui una prova tutta in salita. Il Pdl già si è messo di traverso e minaccia “battaglia in piazza ed in Parlamento”.
Nello stesso Pd non mancheranno le sorprese, specialmente dalla corrente renziana. Elette le due cariche istituzionali, il Pd va oltre e vuole ingraziarsi fino in fondo il M5s. Quest’ultimo evita il morso fatale di Bersani. Dalla sede nazionale del Pd, fuoriescono voci di un’ipotesi di governo, si dice, è una proposta che Grillo non può rifiutare. Un governo formato da Barca, Carlini Petrini di Slow Food, il costituzionalista Gustavo Zagreblesky, Stefano Rodotà, Cecchi Paone, Don Ciotti e dulcis in fundo, che non poteva mancare, Roberto Saviano. Dite la verità, non viene da intonare “oh che belle figliole madama doré, o quante belle figlie..”
Ma che c’entra Cecchi Paone? Che cosa racconterà nel primo Consiglio dei Ministri? Forse le sue esperienze sull’isola dei famosi. Don Ciotti è un sacerdote rispettabilissimo ed è ben conosciuto nel campo del sociale. Meglio vederlo con il Vangelo in mano piuttosto che a combattere con gli otto punti di Bersani. Si troverebbe senza meno molto male in mezzo agli uomini politici. La politica è compromesso, è “qui lo dico e qui lo nego”, la politica segue ben altri criteri che le beatitudini della montagna. “Grillo, tutto si fa, pur di piacere a te”. Don Ciotti va sacrificato sull’altare della politica, omaggio a Grillo. L’evergreen Rodotà, insigne giurista, ottantenne, reduce dall’ottava legislatura, figura tra una ipotesi di governo. E’ sempre il nuovo che avanza. Poi c’è Saviano. Nell’ipotesi di governo c’è di tutto e di più, non manca nulla. Dove sono finiti gli otto punti? Il M5s chiede l’abolizione totale dei rimborsi ai partiti che, a pensarci bene, non è una bestemmia. Bersani risponde: “per un si. per un no.. per te” siamo disposti a parlare. Abolire del tutto i rimborsi non si può. Parliamo. Grillo è un comico e ci fa ridere. Tutti gli altri sono politici e ci fanno piangere!
***(Canzone “Donna”, cavallo di battaglia del Quartetto Cetra)
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