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Chiara Rai
Ora le stelle sembrano essere cinque e cinque. Il Movimento si sta spaccando e chi dice il contrario può ritenersi parte di un nuovo regime. Questo scenario di precostituzione del Governo ci suggerisce tante cose e soprattutto scopre le carte di chi ha giocato sempre credendo di mandare avanti delle pedine radiocomandate. Adesso il mentore di chi si è stancato della vecchia politica lancia scomuniche e anatemi: «Se qualcuno si fosse sottratto all’obbligo» del voto segreto e a maggioranza “ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze”. Ma lui chi è per dire a dei senatori della Repubblica di andarsene a casa? Il Movimento Cinque Stelle per le persone pulite che ci hanno creduto dovrebbe rappresentare il cittadino che si riappropria della buona politica e non bivacca sui sacrifici degli Italiani ma cerca di trovare la soluzione per un benessere collettivo.
La defezione di alcuni grillini a favore di Grasso è quanto di più democratico poteva accadere. Francesco Molinari, senatore del Movimento che da Facebook ha rasserenato Beppe Grillo sulla salda compattezza d’intenti dei senatori ha anche evidenziato qualcosa di sacrosanto: “Mi sento di dirgli di stare sereno, non c’è nessun traditore – scrive – Il M5s al Senato è unito: nessuna alleanza nessuna fiducia. Solo un consiglio a chi ha scritto il post. Studiare le differenze fra Cariche Istituzionali e Ruoli politici non farebbe male”. Questo è l’esempio di una pedina che ha tolto il microchip dal cervello ma a mio parere escludere a priori una possibile alleanza col Pd, dato che molti Cinque Stelle sono sinistroidi come sempre asserito dal cavaliere, è sintomo di pregiudizio, prevaricazione dell’interesse personale rispetto al bene del paese e appecorinamento totale nei confronti di un leader dominato da un malformato “super Io”. Sono chiamati i 12 traditori, quelle persone di buonsenso che hanno espresso una loro preferenza nell’elezione di due cariche istituzionali meritevoli di essere votate, senza nulla togliere agli sconfitti.
Un “traditore” con gli attributi ha deciso di uscire allo scoperto e si chiama Giuseppe Vacciano, che annuncia: “Lunedì e martedì sarò a Roma per discutere l’opportunità delle mie dimissioni”. Vacciano dichiara di aver votato Pietro Grasso, contravvenendo alle indicazioni del gruppo. «Se si cercano i colpevoli di “alto tradimento ai principi del M5S”, ecco, uno l’avete trovato”. Impiccagione sulla pubblica piazza? Ma per favore! Intanto Alfano, persona intelligente che avrebbe bisogno solo di “liberarsi” da certi soggetti, ha aperto ad un dialogo col Pd, asserendo che se al Colle finisce un moderato il Pdl sarebbe disposto ad appoggiare il governo Bersani. Si pensa a Letta? Può darsi. Certo bisognerà vedere come si metteranno i berlusconiani quando sarà la volta di votare emendamenti che farebbero finire Silvio in pasto alla sua odiata magistratura. Sia ben inteso, non è che in tutto questo discorso Bersani può fare la parte del santo. Tutt’altro. Sicuramente, dato che di tutte prime donne si tratta in queste politiche 2013, continuo a ripetere che se non avesse cambiato le regole e al contrario favorito l’ascesa di Renzi (il rinnovamento) lo scenario odierno sarebbe un altro e qualche diktat della rete alzerebbe meno la voce.
Ma i giochi sono fatti, il conto alla rovescia (già annunciato da L’osservatore laziale) è iniziato e non rimane altro che commentare, pur con l’umano difetto del possibile errore, i profili di chi bazzica in Parlamento. L’auspicio o motto, almeno per vedere cambiata questa porcata di legge elettorale è “E pluribus unum” cioè “Da molti l'unità”, massima che si trova anche sullo stemma degli USA a indicare lo statuto federativo. Che sia, almeno per qualche mese.
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