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Alberto De Marchis
Acquapendente (VT) – Da ieri 7 marzo 2013 L'osservatore laziale è presente, virtualmente, al Museo del Fiore nel Comune di Acquapendente a Viterbo. Giunti al diciottesimo anno dall'inaugurazione del Museo, questo spazio è dedicato ai portali, i giornali on-line, le rubriche, i siti scolastici e quanti altri sostengono da anni il museo, pubblicizzando i suoi eventi. Ecco il link: http://www.museodelfiore.it/info/area-stampa/parlano-di-noi
Il Museo del Fiore, nel Comune di Acquapendente, è un piccolo museo naturalistico nei boschi della Riserva Naturale Monte Rufeno. Dai giochi all’erbario, dal laboratorio al sentiero, ogni suo spazio, interno o esterno, è dedicato alle tante chiavi di lettura con cui si può affrontare il tema dei fiori. E delle mille relazioni che queste colorate entità intrecciano con il resto del mondo vivente, di cui anche noi facciamo parte. Un luogo, insomma, dove scoprire finalmente “tutto quello che avreste voluto sapere sui fiori ma non avete mai osato chiedere”. Nella Riserva, sono state riconosciute più di mille specie di piante da fiore. O forse perché qui la tradizione del fiore è di casa con la festa dei Pugnaloni. O forse perché l’edificio che ci ospita si chiama “Casale Giardino”. O forse per tutte queste cose insieme… e molte altre ancora.
Con la Festa della Madonna del Fiore, ogni anno, la terza domenica di maggio, si svolge la ricorrenza tradizionale più importante del territorio acquesiano. Si tratta di un evento che non si esaurisce nella semplice celebrazione della giornata, ma le cui aspettative o i cui effetti si riverberano nella popolazione per tutto il resto dell’anno. La preparazione comincia più di un mese prima del grande giorno quando, con grande vitalità, nei laboratori dove gli artisti hanno preparato i loro nuovi bozzetti i giovani dei 15 gruppi cittadini iniziano la realizzazione delle opere. La mattina della festa, mentre tra i gruppi si intuisce una sana atmosfera di competizione, i Pugnaloni sono esposti in luoghi fissi per le vie della città e una giuria di esperti li esamina uno ad uno per valutarne originalità, pregio artistico e qualità di esecuzione. Nel pomeriggio le opere sono trasferite sulla piazza del Duomo mentre per le vie del centro sfilano il Corteo Storico e gli Sbandieratori. Segue la processione, con la statua della Madonna del Fiore seguita da tutti i Pugnaloni. A sera infine, al culmine dei festeggiamenti e dell’entusiasmo, sulla piazza Girolamo Fabrizio viene pubblicamente proclamato l’ordine di premiazione delle prime sei opere classificate. I Pugnaloni, però, hanno già trovato ricovero fra le navate del Duomo, dove potranno essere ammirati per molti mesi a venire. All’inizio della primavera dell’anno successivo ogni gruppo ritirerà il suo, distruggerà il vecchio lavoro e la tavola sarà pronta ad accogliere un nuovo mosaico di elementi vegetali, bellissimo ma, “naturalmente”, effimero.
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