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Redazione Lazio

ITALIA: TRA CAPORETTO E LE IDI DI MARZO LE "STELLE" CONDUCONO A CANOSSA

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Tempo di lettura 3 minuti Il movimento Cinque Stelle, da questo amba aradam, è uscito illeso e con tutte le frecce ancora nel fodero.

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Emanuel Galea

 

CAPORETTO:

Il voto del 24/25 febbraio ormai è alle nostre spalle. Si sperava in una rivoluzione profonda, portatrice di una riforma sociale, politica ed economica. La campagna elettorale, se così si può chiamare, non ha lasciato altro che macerie, un quadro politico confuso e dei partiti che ancora si leccano le ferite. Ha lasciato a piedi politici di vecchia statura e questo non dispiace a molti. Sigle che, dietro di loro portavano storia e tradizione, come Fli, sono sparite dalla scena politica. Questa tornata elettorale ha lasciato segni pesanti. Molto eloquente il flop dei “nuovi”, da sinistra a destra. I risultati del voto del 24/25 febbraio registrano l’insuccesso di Ingroia e Giannino, entrambi capolista alla Camera per i rispettivi movimenti, entrambi rimasti fuori da Montecitorio. Stessa osservazione si può fare per Fini che passa dall’alto scranno della  Presidenza della Camera a un semplice “pellegrino” della politica. Casini deve accontentarsi di fare l’appendice di Monti e stessa cosa tocca a Vendola per avere abdicato a condurre la propria campagna elettorale e per aver delegato invece,  Bersani a rappresentarlo.  Quest’ultimo aveva dato tutto se stesso al momento delle primarie. Al momento della vera prova è giunto “spento” e scarico di contenuti. Monti ha scontato una politica fallimentare ed il voto non gli ha perdonato il fatto che , in fin dei conti, si è adeguato anche lui, alla “vecchia politica”. Berlusconi ha superato se stesso e nel suo sprint finale ha toccato il traguardo con il suo dito mignolo. Un suo successo personale ma, nulla rende all’esito generale. Non contribuisce a sufficienza per schiarire il quadro e tranquillizzare il Capo dello Stato. Senza alcun timore di essere smentiti, possiamo dire che il 24/25 febbraio è stata una vera Caporetto.  Il movimento Cinque Stelle, da questo amba aradam, è uscito illeso e con tutte le frecce ancora nel fodero.

LE IDI DI MARZO:

Il 15 marzo 2013 si darà il via alla XVII Legislatura. I neo deputati entreranno nel pieno esercizio delle loro funzioni. L'Assemblea procederà quindi all'elezione del proprio Presidente. Da questo momento inizieranno le prime votazioni ed emergeranno i primi ostacoli.
Bersani è stato più che esplicito sulle alleanze. “No al governissimo con il Pdl”, ha più volte ribadito. Ha invece proposto un governo “per il cambiamento” chiedendo la fiducia a M5S. La risposta di Beppe Grillo non è tardata ad arrivare e dalla sua solita postazione ha tuonato: ”Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (ne ad altri)” Da tirare fuori dal sacco rimane solamente la lista Monti. Se si considerano tutte le cose che  si sono detti durante la campagna elettorale, i “convenevoli” che si sono scambiati, c’è solamente da dubitare se questo matrimonio s’ha da fare. Molti ne dubitano. Eppure qualche decisione bisogna pur prenderla. Pesa su ogni e qualsiasi decisione la spada di Damocle del debito pubblico, gli adempimenti capestro del fiscal compact e la perdita di mercato, lavoro, produttività e scarsa fiducia nelle istituzioni. Ritornare alle urne sarebbe grave follia.  E’ stallo completo! Che fare?  Le Idi di marzo del 44 a.C. hanno visto l’assassinio di Giulio Cesare. Sia mai che le Idi di marzo di quest’anno assistano all’assassinio del Parlamento?

LE STELLE INDICANO CANOSSA:

A Bersani, uomo di dialogo e di buon senso, dopo la sua dichiarazione, ripetuta più di una volta e cioè che lui è pronto a servire il paese sia come capitano che come mozzo non gli rimane tanta scelta. Il piano in sette punti che vuole presentare al Parlamento ha scarsa possibilità di ottenere la fiducia. Un saggio suggerimento glielo ha dato il suo compagno Vendola. Anziché sfidare il M5S, dice Vendola, perché non fare un tentativo, andare a vedere le carte di Grillo. Al settimanale tedesco Focus, lo stesso Grillo ha lanciato un “salvagente” a Bersani, dicendo: "Se il Pd di Bersani e il Pdl di Berlusconi proponessero un cambiamento immediato della legge elettorale, l'abolizione dei rimborsi dei costi della campagna elettorale e al massimo due legislature per ogni deputato, noi sosterremmo naturalmente, subito un governo del genere”. Sono richieste che vengono dal basso, non chiamateli “populismi”. Nel programma del Pdl ed anche in quella di Monti e anche della stessa lista Giannino non mancano progetti interessanti per il rilancio dell’economia, del lavoro, dei consumi. Perché soffermarsi sui “sette punti”? Condividere quello che è buono, anche se proviene dall’orto degli altri, non significa andare a Canossa. E’ una prova d’intelligenza e segno di vero amore verso il proprio paese. Mai come oggi l’Italia ha chiamato la classe dirigente alle proprie responsabilità. Ci auguriamo che nessuno dei partiti mancherà all’appello.

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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