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Redazione
Ciampino (RM) – Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm), candidato alla Camera e alla Regione Lazio nelle liste "Amnistia Giustizia Libertà" interviene a proposito della visita del generale Domenico Rossi riferita dalle notizie di stampa diffuse in merito alle operazioni di brillamento dell'ordigno bellico ritrovato nei giorni scorsi a Ciampino.
"La visita del candidato per la lista di Monti, Domenico Rossi agli artificieri del Sesto Reggimento Genio di Roma impiegati nell'operazione di brillamento dell'ordigno bellico a Ciampino non fa altro che confermare la grave la compromissione dell'estraneità delle Forze armate dalla competizione politica. Mi chiedo come abbia fatto il 'generale', che è anche il sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, ad essere stato autorizzato a far visita i militari impegnati nell'operazione di bonifica; se la "visita" si sia svolta all'interno dell'area interdetta e se quindi l'abbia potuta fare solo grazie al suo incarico e al suo grado. Sono certo che se al posto del candidato "generale" ci fosse stato un "caporale", quest'ultimo già sarebbe stato denunciato, messo ai ferri e cacciato dall'Esercito. Ho il timore che ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di interpretazione del regolamento e della legge ad uso e consumo del più forte. Il Ministro della difesa, ammiraglio Di Paola, sulla questione non ha nulla da dire?"
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