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Redazione Lazio

LAZIO, VINI ALLA RISCOSSA: RIMANGONO IN PIEDI SOLO I MIGLIORI

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Tempo di lettura 2 minuti La produzione vinicola del Lazio nell’ultimo decennio è passata da 3,4 milioni di ettolitri ad un milione di ettolitri

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Alberto De Marchis

Lazio – Pian piano ci si arriva, non ci vuole molto tempo, già la veste dei vini del Lazio, in particolare dei Castelli Romani è cambiata: hanno fatto una ferrea dieta e dalla quantità si è passati alla qualità.

Un tuffo indietro di 60 anni quando una bottiglia di Frascati portata dall’ospite nella casa del romano era un dono prestigioso. La produzione vinicola del Lazio nell’ultimo decennio è passata da 3,4 milioni di ettolitri ad un milione di ettolitri: quest’ultima vendemmia ha premiato le eccellenze. Tant’è che Bibenda 2013, prestigiosa guida di vini, indica 47 cantine di eccellenza del Lazio su una produzione di un milione e mezzo di ettolitri quando per esempio altre prestigiose regioni come la Sicilia con sei milioni di ettolitri ne presenta 68, o ancora l’Abruzzo con oltre 2 milioni di ettolitri 53 cantine.  

Tutti dati snocciolati da Giorgio Casadei, esperto vitivinicolo dei Castelli Romani, che in particolare conosce a mena dito il territorio di Velletri. Franco Maria Ricci, presidente dell'Associazione Italiana Sommelier, grande provocatore e grande intenditore di vini non ha risparmiato critiche nei confronti di produttori e amministratori che non riescono  a tutelare, valorizzare, promuovere a sufficienza i vini del Lazio, tra questi il votaccio l’ha preso Velletri dove di fatto si sta estinguendo il Co.Pro.Vi. (Consorzio Produttori Vini di Velletri) in vita dagli anni ‘50.  Anche qui, però spiccano delle eccellenze: “il comparto vitivinicolo locale – aggiunge Casadei –  è ancora il settore trainante dell’agricoltura e vanta eccellenze come Colle di Maggio e Piana dei Castelli”.

A sostenere la stessa tesi anche Mauro De Angelis, presidente del consorzio di Tutela Frascati Doc e Docg. “Il Lazio, come pure i Castelli Romani, ha definitivamente chiuso l’era della funzione “serbatoio”. Da qualche anno è avvenuta una selezione: c’è chi ha avuto il coraggio di investire sulla qualità e riaffermazione del territorio e chi invece è deceduto, come successo a Velletri o a Cerveteri”. Il presidente Arsial Erder Mazzocchi riconosce che l’agenzia regionale ha avuto difficoltà contabili e finanziarie ereditate dal passato, “per questo e non abbiamo potuto fare grande attività di promozione” e al contempo rilancia un obiettivo fondamentale:  arrivare a un consorzio di tutela unico. Il presidente della Gotto d’Oro Luigi Caporicci ha commentato: “Lo sforzo qualitativo nella regione Lazio sta avendo i suoi effetti con eccellenze riconosciute dalle migliori guide. Milioni di famiglie italiane bevono un ottimo vino riconosciuto e tutelato. I migliori Doc/Docg laziali di indiscutibile qualità sono dunque all’apice della loro miglior veste”.

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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