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Roma

NEMI, C'E' UN PROGETTO PER UNA TERRAZZA FOTOVOLTAICA AL MUSEO DELLA NAVI ROMANE

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Tempo di lettura 2 minutiInsorgono Picchio Rosso e Italia Nostra (Testana, Medici e Del Vescovo): "Non è questa, a nostro parere, la strada del rilancio del sistema archeologico del Bacino del Lago".

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Riceviamo e pubblichiamo

Nota a cura delle Associazioni Picchiorosso Nemi ed Italia Nostra Castelli Romani. Carlo Testana, Franco Medici, E. Del Vescovo.

Nemi (RM) – E' apparso sul numero 104/2012 di A/R bimestrale dell'Ordine degli Architetti di Roma e Provincia a firma di Massimo Locci un articolo che illustra un progetto che interessa gli spazi davanti il Museo Nazionale delle Navi Romane a Nemi. Si tratta di un lungo terrazzamento a cui si accede da delle pensiline che contengono pannelli fotovoltaici. Due livelli uno per accedere alle terrazze panoramiche rialzate ed uno per la discesa al lago che conformano dei non bene identificati spazi protetti (dalle mareggiate? anzi dalle lagheggiate o dal vento che increspa appena il vitreo lago?). Il Museo della Navi è una costruzione dell'arch. Vittorio Morpurgo che ospitava gli scafi recuperati da Mussolini e poi bruciati dai Tedeschi in ritirata nella notte tra il 31 maggio ed il 1° giugno 1944 (si vedano i risultati della apposita commissione ministeriale istituita per fare luce sul delittuoso misfatto riportati nel testo di G.Ucelli " Le Navi di Nemi" 1940, a pagina 321 si legge la conclusione dei rilievi  fatti da B. Nogara, E.P. Galeazzi, e altri tra cui Gustavo Giovannoni: " Si può concludere che, con ogni verisimiglianza, l'incendio che distrusse le due navi fu causato da un atto di volontà da parte dei soldati germanici che si trovavano nel Museo la sera del 31 maggio 1944").

L'edificio con il tempo ha assunto, si dice, caratteri di monumento che va giustamente preservato e le attività culturali del Museo rilanciate data l'importanza che investe il "Bacino del Lago di Nemi" a livello Nazionale ed Internazionale per la sua storia, per l'archeologia, il mito, il Paesaggio. Ecco, appunto, è proprio il Paesaggio il Monumento principale del sito dentro cui sta il Museo; un paesaggio che con amara fatica è stato preservato nella sua  totale interezza nel passato  ma che è oggetto di sconsiderati attacchi da alcuni anni a questa parte. Un Paesaggio tutto ancora da riscoprire per far luce su molti interrogativi.

– Che consistenza avevano le ville Romane e soprattutto quella di Caligola?

– Dove portano le enormi opere idrauliche che attraverso cunicoli alti più di 3.50 metri prendono la direzione della zona di Villa delle Querce e del cimitero scoperte ed ispezionate dagli speleologi nel 2011? 

(Opera Ipogea 1/2-2011 di Carlo Germani e Pio Bersani).

– Il Santuario ed altre notevoli consistenze storico-archeologiche presenti sono del tutto scavate e conosciute?

Limitandoci a questo, viene da pensare che l'area è ancora ricca di misteri che presupporrebbero l'avvio ed il finanziamento di ricerche e scavi per l'altissima potenzialità culturale e di visita intuibile anche da un bambino. Il fotovoltaico può benissimo farsi altrove.

Invece di tutelare l'ambiente circostante, il fronte del lago, le aree pubbliche limitando al massimo le costruzioni abbiamo assistito prima ad un recente concorso di idee (Comune di Nemi 2007) per collegare il Centro storico con la valle del lago (che dista dieci minuti a piedi per il sentiero di Diana se fosse pulito) fatto di ascensori, passerelle, teleferiche, terrazzamenti, funivie etc. ora da questo strano e inutile progetto invadente a cura di A.P. Briganti (Soprintendenza Archeologica del lazio) R. Cherubini (Sapienza Università di Roma) e Andrea Lanna (CSIAA). Non è questa, a nostro parere, la strada del rilancio del sistema archeologico del Bacino del Lago.