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Redazione Lazio

ATTIVITÀ VENATORIA, POSTICIPATA AL 10 FEBBRAIO LA CHIUSURA PER ALCUNE SPECIE

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Tempo di lettura 2 minuti Abbondati (Sel): “Polverini proroga stagione venatoria di otto giorni e paga debito: un voto a cartuccia”

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Redazione

Roma – Il presidente della Regione Lazio Renata Polverini con decreto n. T00007 del 30 gennaio 2013 ha posticipato alla data del 10 febbraio 2013 la chiusura della stagione venatoria, precedentemente fissata alla data del 2 febbraio, per la caccia alle specie colombaccio (Colomba Palumbus), cornacchia grigia (Corvus corone cornix), gazza (Pica pica) e ghiandaia  (Garrulus Glandarius). La decisione è stata adottata in seguito al rilascio dei pareri favorevoli dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che ha certificato come, il posticipo dell’attività venatoria, non andrà ad incidere negativamente sullo stato di conservazione delle specie interessate e sull’equilibrio faunistico ambientale del territorio.

Il posticipo della caccia è però vincolato all’osservanza di alcune specifiche prescrizioni per ciò che riguarda gli appostamenti e la quantità di selvaggina cacciabile. Gli appostamenti devono essere collocati a non meno di 500 metri dalle zone umide, frequentate dagli uccelli acquatici in quanto sensibili al disturbo causato dalla caccia e a distanza superiore a 500 metri dalle pareti rocciose o parzialmente tali, a tutela dell’inizio delle attività riproduttive del Falco pellegrino (Falco peregrinus) e del Lanario (Falco biarmicus). Il limite di carniere giornaliero, per ciascun cacciatore, è stabilito nella misura di venti capi complessivi delle specie autorizzate, dei quali, comunque, non più cinque capi per la specie Colombaccio. L’esercizio venatorio è consentito senza l’ausilio del cane e dovrà svolgersi dalle ore 6.15 alle ore 17.30. Nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) la caccia è consentita nei soli giorni di giovedì e domenica. Ogni cacciatore che usufruirà della proroga della chiusura della caccia al 10 febbraio 2013, dovrà riportare, a penna con inchiostro indelebile sul proprio tesserino venatorio, nella pagina “Febbraio 2013”, nelle colonne riservate al prelievo della “selvaggina stanziale” le specie cornacchia grigia, gazza e ghiandaia; nelle colonne riservate al prelievo della “selvaggina migratoria”, la specie colombaccio.
 

Abbondati (Sel): “Polverini proroga stagione venatoria di otto giorni e paga debito: un voto a cartuccia”

“E’ un vergognoso atto di arroganza: la presidente uscente Polverini fa l’ultimo regalo ai cacciatori laziali e con decreto n. T00007 del 30 gennaio posticipa di otto giorni la chiusura della stagione venatoria: fino al 10 febbraio, anche nelle Zone a protezione speciale (Zps), si potranno cacciare le specie colombaccio, cornacchia grigia, gazza e ghiandaia. Stiamo parlando di un patto scellerato con la lobby dei cacciatori, di un debito di sangue pagato un voto a cartuccia”. Lo dice Guglielmo Abbondati, Candidato di Sinistra ecologia libertà al Consiglio regionale del Lazio.

“E’ un provvedimento insensato – spiega Abbondati –  che tra le altre cose va in controtendenza con il sentire comune degli italiani. Non a caso il ‘Rapporto Italia 2013’ appena pubblicato dall’Eurispes ci dice che otto italiani su dieci sono contrari a un’attività arcaica e brutale come la caccia. Per di più, il decreto infrange le direttive comunitarie in materia di conservazione della fauna e del territorio, aggredendo la Rete Natura 2000”. “Il nuovo governo regionale – conclude Abbondati – dovrà impegnarsi per una rigorosa applicazione delle norme europee e italiane sulla tutela e conservazione della fauna selvatica, lasciandosi alle spalle la pessima consuetudine di una deregulation che assoggetta la Regione a continue e mortificanti bocciature dei tribunali amministravi e a ripetute procedure di infrazione comunitaria. Un cambio radicale che Storace non potrà certo garantire, visto che la sua maggioranza fu quella che inaugurò la stagione della caccia nei parchi”.
 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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