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Redazione
Roma – "Quando si è in campagna elettorale e si parla di spese militari e' fin troppo facile affermare di volerle ridurre e ora è chiaro che Bersani, Scanu e gli altri del PD, sulla questione F35 hanno la memoria corta, cortissima. – Dichiara Luca Marco Comellini, candidato nella lista amnistia giustizia libertà e segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm) – Dopo il famoso diktat imposto da Guarguaglini il 1° aprile del 2009 alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, – prosegue Comellini – con cui l'Amministratore delegato. di Finmeccanica auspicava un maggiore impegno per ottenere urgenti interventi normativi e misure idonee a garantire maggiori risorse all'industria bellica nazionale, il PD ha immediatamente cessato ogni rilievo e opposizione sui provvedimenti all'esame del Parlamento assumendo quel ruolo di garante – e non in opposizione – degli interessi industriali ed economici della Difesa
Scanu & C. hanno dimenticato di aver sempre bocciato gli emendamenti e le proposte di taglio alle spese militari che i Radicali/PDM hanno presentato fin dal settembre 2009 in entrambi i rami del Parmamento?
Elencare tutte le volte che i parlamentari del PD hanno votato contro o si sono astenuti su i nostri emendamenti o sugli Ordini del Giorno sarebbe troppo lungo. Basta comunque ricordare che già il 7 luglio 2010 il PD si astenne (assieme all'IDV) dal votare favorevolmente il nostro emendamento alla mozione sulla razionalizzazione delle spese militari Franceschini 1-00395 con cui chiedevamo la sospensione del programma Jsf (F-35) per il triennio e la sua successiva riduzione del 50 percento.
Mi sembra solo il caso di ricordare a Bersani, Scanu e agli altri smemorati del PD, – incalza il segretario del PDM – di ogni ordine e sudditanza, che è stato solo grazie all'ordine del giorno 9/4829-A/61 presentato dai deputati radicali se lo scorso 16 dicembre 2011 Monti – e non a Bersani- ha potuto tagliare 41 dei 131 caccia F35 in acquisizione.
Il Senatore Scanu assieme ai suoi compagni – in particolare ai generali – ha sempre respinto ogni richiesta di razionalizzazione e taglio delle spese militari soprattutto quando queste hanno riguardato le prebende e le regalie adeguandosi al tacito patto PdL-PD/altri inteso a garantire i vertici della difesa e delle industrie belliche.
L'opera garantista del senatore ha raggiunto il massimo nello stesso momento in cui, con un emendamento ad hoc, ha voluto riaffermare la completa titolarità della partitocrazia nella gestione degli affari militari, vincolando il governo a scelte dettate non dall'effetiva conoscenza – peraltro scarsa – della materia ma chiaramente dalla mera opportunità politica condizionata – come si è detto – dagli appetiti industriali.
Il senatore Scanu dovrebbe avere la pazienza di rileggersi i resoconti del Senato/Camera e allora scoprirà che il suo sodalizio partitocratico, sia nelle Commissioni difesa che nelle Assemblee parlamentari, è sempre stato, nei fatti, contrario al taglio di qualsiasi spesa militare. – Comellini conclude – Perché Bersani, Scanu e gli altri non si fanno un bell'esame di coscienza e poi ne riparliamo?"
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