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IL MONDO DEVE CAMBIARE ROTTA, PER APRIRSI IL VARCO VERSO UNA PALINGENESI GLOBALE DELLA SPECIE UMANA

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Uniti ci salveremo, disgregati e predatori non avremo le energie sufficienti per cambiare il mondo, e niente è oggi più prioritario che salvare la razza umana da tutto il male che essa stessa ha indotto per esser(si) proposta “nociva” a se stessa e alla compagine dell’intelligenza che, non mostra punte di elevatezza tali da farci considerare prossimi ad una ripresa.

 

Ninnj Di Stefano Busà

Mi rivolgo a voi e soprattutto a chi ha l’avvedutezza di capire come stanno veramente le cose. Prima alcune voci hanno messo in giro una ripresa ipotetica nel 2013, salvo poi essere smentita e rinviata al 2015 da Angela Merkel, (che da buona stratega ha fatto le sue previsioni…) dopo di che rimane il traguardo del “mai”.

Siamo alle soglie di una catastrofe epocale, come si può sperare in una rinascita? in uno sviluppo generazionale imminenti? o almeno a breve scadenza? Soprattutto, dopo aver fatto tante mosse, tante scelte sbagliate, dopo aver navigato controcorrente a valori inalienabili in quanto a dignità, a morale, a decoro, a intelligenza. Chi è appena  sano di mente non può non notare la mastodontica panzanata. Viene da chiedersi allora dove stia questa prossima ripresa. Forse, solo nei sogni ormai…

Le riprese o rinascite avvengono nel tempo (tanto!) e realizzando risorse con criterio e intelligenza, senza sciacallaggio, sfruttando le risorse che ci vengono date e facendo scelte di fondo giuste, ineccepibili, raziocinanti per il bene comune.

Le riprese possono realizzarsi, sì, e spesso sono il risultato di sforzi, di sacrifici, dopo rinunce in anni di malumore, di malessere e di crisi. I consumi di questi ultimi mesi sono ai minimi storici, l’IMU di Monti ci sta sotterrando; ha visto ingoiarsi le tredicesime e molti risparmi di poveri cristi costretti a vendersi i gioielli di famiglia, i pochi risparmi e a grattare il barile per far fronte a mutui e tasse.

Il governo di questo esecutivo verrà ricordato come quello della iniquità e delle superaccelerazioni interventiste soprattutto dentro le tasche degli italiani: un anno dei peggiori dopo l’ultima guerra. Consumi a picco, si comprano solo i prodotti da sopravvivenza, il disavanzo tanto ventilato a favore del debito pubblico è in caduta libera, aumentato invece che diminuito; la benzina a livelli da capogiro, la più cara di tutta l’eurozona; un continuo scollamento e collasso delle classi meno abbienti che possono sopperire solo alle necessità primarie.

Allora di che ripresa si parla?… la devastazione è totale, il capitalismo avallato da protettorato da terzo mondo ha coperto le magagne e le frottole di questo sgangherato “eroe” di seconda categoria e della sua squadra di basso profilo: tecnocrate impenitente, burocrate e realizzatore di impoverimenti macroscopici, che ci ha privati dell’ultimo residuo di speranza. Nei cuori alberga il seccume e la disperazione per il futuro, non c’è luce intorno a noi, manca il lavoro per i nostri figli, per la nuova generazione, una marea di esodat:i una bella parola per dire i defraudati, gli emarginati dal lavoro e dal trattamento pensionistico, coloro che non avranno nulla, solo gli occhi per piangere.

Siamo al palo per tutto il sistema che dovrebbe regolare ipotesi di progressivi miglioramenti: In una società siffatta, stritolata da egoismi e finanzialcapitalismi sfrenati e senza regole, parlare di ripresa suona come una bestemmia, ci si sente raggirati e protesi nel vuoto, quasi sospesi ad un filo, tra incognite paurose che iniettano malumore e malessere insofferenza e sdegno. L’uomo-Monti era adatto a bilanci ragionieristici in cui fosse facile provvedere con aggiustamenti spiccioli, non regolare e sopperire ai conti di una Nazione… E si dice soddisfatto…beato lui che riesce a sorridere, senza capire che ha decapitato l’Italia.

La crisi che ci ha colti, sì, è vero, è mostruosa, planetaria, una crisi da “fine del mondo” come da profezia Maya che ipotizza la fine il 21 dicembre del corrente anno di grazia, ma è anche vero che Monti fosse il meno adatto a porvi rimedio. Abbiamo consegnato le sacche di sangue al vampiro…

Che dire nel frattempo della democrazia? Che dire della stragrande maggioranza degli italiani che stanno alla canna del gas? Luciano Gallino la dà come la peggiore della storia postmoderna. C’è da notare che la falla sospinge la nave sempre più al largo. Questo collasso e i suoi antesignani mi appaiono come la calata dei mongoli o degli Unni invasori che demolivano e radevano al suolo interi territori.

Entrando nel cuore del problema per una disamina obiettiva e onesta, dobbiamo ammettere che siamo già fuori rotta, in piena collisione e nessun elemento parossistico né virtuale ci può essere più nocivo di quello che già viviamo. La crisi è ovunque e peggiora ogni giorno, non è solo morale, quanto economica e sociale in egual misura di quanto sia anche inquietante.

La pace è in pericolo, l’Italia perde pezzi e s’identifica come corpo estraneo alla politica globale. L’economia è destabilizzata da uomini mediocri, che sanno fare solo  conti nel loro privatissimo bilancio e accaparrarsi posti di potere e compensi a cifre iperboliche portando il paese allo sfascio. E questa falla si allarga ogni giorno di più, ha avuto il suo esordio con figure mediocri, che hanno saputo fare solo i loro interessi di parte e si conclude con ignominia e col degrado morale che è sotto gli occhi di tutti.

La situazione è sfuggita di mano, non è più controllabile da nessun “Eroe da fumetti”, siamo alla stretta finale: non possiamo più accelerare verso la catastrofe, dobbiamo rinnovare i nostri sistemi di vita sul pianeta, essere collaborativi, non utilizzare l’egoismo come arma impropria di sopraffazione verso il mondo, perché esso non ruota attorno a ciascun cialtrone che prende in mano il potere e lo usa a suo scopo e a suo uso e consumo.

Occorrono e, da subito, una nuova consapevole disciplina delle risorse planetarie, una nuova forma mentale che sviluppi nuove energie e il potere di salvaguardare l’integrità morale tra le genti. Uniti ci salveremo, disgregati e predatori non avremo le energie sufficienti per cambiare il mondo, e niente è oggi più prioritario che salvare la razza umana da tutto il male che essa stessa ha indotto per esser(si) proposta “nociva” a se stessa e alla compagine dell’intelligenza che, non mostra punte di elevatezza tali da farci considerare prossimi ad una ripresa.
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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