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Redazione Lazio

SENZA LA COSCIENZA DELL’ESSERE NON PUO’ SOPRAVVIVERE LA VITA

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Tempo di lettura 2 minutiSaprà l'uomo del domani porre rimedio e sopravvivere con maggior perizia e oculatezza?

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Ninnj Di Stefano Busà

Un'epoca di grandi cataclismi, di sconvolgimenti naturali e non, sociali, economici, culturali, ambientali, una deriva che nulla ha da invidiare agli "tzunami" apocalittici del Giappone degli ultimi tempi. Una voragine economico-finanziaria che ci fa sprofondare sempre più e in cui è necessario rivedere dal principio le ragioni delle catastrofiche direzioni, forse per evitare l'imminente “catabasi” dell'intero sistema-mondiale e dell'umanità, se si vuole ancora sperare in un processo di revisione che ci porti fuori dall'empasse.

Ogni mossa va rivista alla luce di un processo moderatore, ma anche ammodernatore di equilibri storico-culturali e sociali molto oculatamente attento ai passi falsi, ai ritardi colpevoli, alle atarassie da parte dei Governi, degli Stati e degli individui che ne formano le istituzioni, le componenti della morale e del giudizio, perchè di essi è responsabile la coscienza di tutti. Il mondo sembra essere giunto ad una sorte di "day after", la situazione scivola ogni giorno sempre di più dalle mani…

L'umanità tutta sembra essere giunta ad una sorta di resa dei conti di tutti gli errori madornali, perpetrati in secoli d'imperizia e di disgregazioni, conflitti, egoismi, contraddizioni: tutti i mali che ha sperimentato e posto in essere, sembra le si rivoltino contro. La parola d'ordine risiede ora nelle coscienze che devono prendere atto, e subito, dei mutamenti storici, ambientali, economici, culturali, sociali e politici.

Una sorta di  -deja vu-  di tutte le colpe, un riesame a tutto tondo, un'indagine profonda nelle latebre primordiali degli errori: Il cambiamento dovrà esserci se non si vuole collassare definitivamente. Se si vuole riemergere alla normalità, deve essere ora una modifica di rotta, l’azione deve essere radicale, non a passetti incerti, né rinviando a tempi indeterminati: bisogna prendere decisioni immediate, non temporeggiare o tentennare, non prendere al largo le situazioni che s'impattano giorno per giorno in un'escalation di disordini, di contraccolpi, di derive. L'inversione di rotta è d'obbligo perché si riequilibrino le forze che sono fuori controllo. L’uomo di oggi ha superato ogni limite, è divenuto succube di colpevoli negligenze e omissioni, di ipotesi contrastanti e micidiali per la sua sopravvivenza. Occorre riflettere, darsi una regolata, perché tutto sia rimesso "a punto", razionalizzato con nuovi occhi, con cambiamenti e prospettive che ricostruiscano il sistema mondiale, alla luce dell'intelletto e della ragione, non più dell'ottusa e bieca spinta dell'egoismo.

I mutamenti climatici, geologici ed esistenziali non possono attendere oltre. Ce ne danno segnali più che evidenti: i ghiacciai che si sciolgino, i terremoti di altissima magnetudo, gli tzunami e le apocalittiche visioni cui assistiemo in questi drammatici tempi ci indicano chiaramente che non si può ignorare la ragione naturale del pianeta. Diecimila morti in Giappone sono un cataclima inaudito, centrali nucleari in pericolo,  uno spettacolo inaspettato e fulminante che fa molto riflettere sulle capacità dell'uomo di affrontare i suoi problemi vitali,  di saper gestire o meno le attitudini primordiali della specie che  -antropomorficamente-  sta cambiando, anzi il cambiamento è già avvenuto. Saprà l'uomo del domani porre rimedio e sopravvivere con maggior perizia e oculatezza? C'è da augurarselo per la salvezza del mondo, per il bene di tutta l'umanità così compromessa da leggi infauste, da insubordinazione alle regole naturali della vita, che è stata svantaggiata e resa sterile da pericolose e inquietanti devianze, attratta  ogni oltre irragionavole presunzione, dalla venefica e madornale atrocità dei suoi peggiori istinti. 

 

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