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ANGUILLARA, CASO FEDERICA MANGIAPELO: SI COMPLICA LA POSIZIONE DEL FIDANZATO

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Tempo di lettura 6 minuti Il Ris di Roma avrebbe rinvenuto della sabbia all'interno dell'auto di Marco Di Muro compatibile con quella del luogo dove è stato rinvenuto il cadavere di Federica

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Le immagini di videosorveglianza sarebbero state acquisite dagli inquirenti il giorno successivo la morte di Federica.

 

Chiara Rai

Anguillara (RM) – Tre nuovi elementi acquisiti complicano la posizione di Marco Di Muro, il ventitreenne ragazzo di Federica Mangiapelo la sedicenne trovata morta il primo novembre, giorno seguente la notte di Halloween, a Vigna di Valle, in riva al lago di Bracciano.

Secondo quanto emerge dalle indagini  nella macchina di Marco, gli uomini del Ris di Roma avrebbero rinvenuto della sabbia, compatibile con quella del lungolago dove Federica è stata rinvenuta cadavere. Che ci faceva della sabbia in macchina? Ma non è tutto. Il fidanzato della ragazza, l’ultimo, al momento, ad averla vista in vita, sarebbe tornato a casa a Formello con gli abiti bagnati e avrebbe chiesto alla madre di lavarli. Ora, non è del tutto strano che un ragazzo dia gli abiti alla mamma per lavarli, soprattutto se bagnati. Quello che invece risulta singolare è il fatto che proprio la mattina di giovedì primo novembre, quando la giovane è stata ritrovata morta, il fidanzato pare abbia lavato anche la macchina, una utilitaria di colore blu posta sotto sequestro e sulla quale stanno lavorando i Ris in cerca, tra l’altro, di tracce biologiche e Dna.

Ora, è da capire se il ragazzo abbia l’abitudine di lavare spesso la sua auto o se, proprio, quel giovedì mattina ci sia stata una esigenza diversa: pulire le impronte di un litigio finito in disgrazia? Intanto, oltre al famoso messaggio Facebook inviato quella notte dove il ragazzo sottolineava: “abbiamo litigato, ma ti voglio bene”, spunta fuori un sms che Di Muro ha inviato a Federica poco dopo le tre del mattino: «Sono tornato a prenderti, ma tu non c'eri. Perché te ne sei andata?». Questo messaggio avvalorerebbe la versione del ragazzo, che è stato ascoltato dagli inquirenti ben cinque volte, il quale avrebbe asserito di aver lasciato Federica sotto la pioggia intorno alle tre del mattino, nei pressi della banca delle Marche sulla via Anguillarese. Dopodiché, si sarebbe allontanato per circa tre minuti: il tempo di riaccompagnare a casa l’amico di Federica, uscito assieme ai due per festeggiare Halloween. Ma tornato indietro dalla ragazza, quest’ultima si sarebbe già dileguata nel nulla fino al fotofinish del cadavere sulla riva.

La vicenda

Ancora avvolto nel giallo il caso di Federica Mangiapelo, la sedicenne trovata morta il primo novembre, giorno precedente la notte di Halloween,  a Vigna di Valle, in riva al lago di Bracciano nel Comune di Anguillara Sabazia. Federica indossava un giacchetto nero e un paio di fuseaux grigio scuro. Con sé avrebbe dovuto avere anche una borsa marrone con inserti bianchi e un cellulare nero.  Si cercano delle prove e si continuano a raccogliere testimonianze per arrivare a colmare un buco temporale pieno di misteri:  cosa avrebbe fatto e con chi avrebbe trascorso la ragazza le ultime ore precedenti al suo decesso, avvenuto presumibilmente tra le 4 e le 5 del mattino del primo novembre?

Finora ciò che emerge è una ricostruzione piena di lacune: E’ mercoledì 31 ottobre, Federica si prepara per trascorrere la “notte delle streghe” con il ragazzo, il ventitreenne Marco Di Muro cameriere in un ristorante alla Storta, e un suo amico vicino di casa. Esce dopo cena e sale in macchina di Marco. I tre vanno ad un locale sulla Cassia, Federica beve appena mezzo drink in compagnia e poi inizia a litigare con Marco, presumibilmente per motivi futili: una carezza non ricambiata. Finita la serata, Marco riprende la macchina, i tre montano a bordo e i due fidanzatini ricominciano a litigare. Sono quasi le tre del mattino, Marco anziché riaccompagnare Federica dal padre, la lascia sulla via Anguillarese a circa un chilometro da casa della mamma e pressappoco a sette chilometri dal lungolago di Vigna di Valle dove poi verrà trovata cadavere. Dunque il ragazzo lascia Federica sotto la pioggia all’altezza della banca delle Marche e riaccompagna l’amico della sedicenne a casa: passano circa tre minuti e Marco, lasciato l’altro minorenne, decide di tornare da Federica, per andargli incontro. Non la trova più lì.

L’indomani il corpo senza vita della sedicenne è sulla spiaggia. Di Muro, come alibi avrebbe un sms inviato alle tre del mattino circa alla ragazza dove dice di non averla trovata nel punto dove l’avrebbe lasciata. Ma sembrerebbe che questo sms, non sia mai arrivato a destinazione. Poi un messaggio su Facebook, poco dopo: “Anche se abbiamo litigato, ti voglio bene”. Perché Marco ha sottolineato il fatto di aver litigato? E perché ritornato a casa avrebbe chiesto alla madre di lavargli gli abiti? Poi avrebbe lavato anche la vettura il giorno seguente, mentre un passante, alle otto circa del mattino, trovava il cadavedere di Federica in riva al lago.

L’inchiesta della procura di Civitavecchia ha indagato Di Muro, l’ultimo ad avere visto Federica in vita, iscrivendolo nel registro degli indagati «in conseguenza di un altro reato», e comunque come atto dovuto per permettere agli inquirenti di acquisire altre prove anche all’interno dell’abitacolo della macchina del ragazzo. Poche le certezze rispetto a una dinamica che fa di questo caso un giallo agghiacciante: l’autopsia stabilisce che Federica non ha subito violenze, non è annegata, ma sarebbe morta per cause naturali, quindi per arresto cardiocircolatorio. I primi risultati dell’esame tossicologico proverebbero inoltre che Federica non era ubriaca. Ma allora come è morta e cosa le è successo nelle ore precedenti al decesso? Secondo le testimonianze finora acquisite, sarebbe stata vista sull’Anguillarese all’altezza della Banca delle Marche, intorno alle tre. Un altro testimone ha dichiarato che Federica intorno alle quattro camminava da sola sotto la pioggia sul lungolago. Ma se fosse stata a piedi e da sola, la sua immagine sarebbe immortalata dall’unica telecamera attiva sulla strada che porta a Vigna di Valle. Eppure, dai primi dati emersi sarebbero passate solo automobili quella notte. Nelle immagini registrate dalle telecamere del ristorante “La Caletta” ci potrebbe essere una buona porzione di “verità” che cercano gli inquirenti e aspettano con ansia i genitori e l’intera cittadina. Le immagini di videosorveglianza sarebbero state acquisite dagli inquirenti il giorno successivo la morte di Federica, quasi subito. Dunque oltre alle videocamere, le ricerche sono concentrate nel lago per rinvenire la borsetta di Federica, ci saranno altre immersioni nei prossimi giorni per continuare a raccogliere elementi di un caso che rimane ancora un fitto mistero.

tabella PRECEDENTI:

09/11/2012 ANGUILLARA, CASO FEDERICA MANGIAPELO: LE IMMAGINI DELLE TELECAMERE PUNTATE SULLA STRADA QUELLA NOTTE AL VAGLIO DEL RIS

08/11/2012 ANGUILLARA, INDAGINI CASO FEDERICA MANGIAPELO: INDAGATO IL FIDANZATO

07/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO: PROSEGUONO GLI INTERROGATORI. ANCORA NESSUN INDAGATO

07/11/2012 ANGUILLARA, L'ADDIO AL "PICCOLO ANGELO"

05/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, INTERROGATIVI E ACCUSE AL RAGAZZO DI FEDERICA: INTANTO UN BAGNO DI FOLLA IN PIAZZA

04/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO: DA LUNEDI' POMERIGGIO LA SALMA IN CHIESA PER L'ULTIMO ADDIO

03/11/2012 ANGUILLARA, MORTE DI FEDERICA MANGIAPELO: PARLANO LO ZIO MASSIMO E IL SINDACO PIZZORNO

03/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, CITTADINANZA ANCORA PIU' STRETTA ATTORNO AL PICCOLO ANGELO BIONDO

02/11/2012 ANGUILLARA CASO FEDERICA MANGIAPELO, MAMMA ROSSELLA E PAPA' GIGI: "LOTTEREMO PER AVERE GIUSTIZIA"

 
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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