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Roma

PISA, CELEBRAZIONE DEL 70° ANNIVERSARIO BATTAGLIA EL ALAMEIN IN FORMA RIDOTTA PER SCOMPARSA CAPORALMAGGIORE TIZIANO CHIEROTTI

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Tempo di lettura 2 minuti Domani è previsto alle ore 10.00 presso l'aeroporto militare di Ciampino, il rientro della salma del caporal Maggiore Tiziano Chierotti, alpino del 2 reggimento di cuneo

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Redazione

Pisa – Si è svolta questa mattina a Pisa la celebrazione del 70esimo anniversario della battaglia di El Alamein.  Alla cerimonia, in forma ridotta per la scomparsa del Caporal Maggiore Tiziano Chierotti, caduto in Afghanistan lo scorso 25 ottobre, erano presenti il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Biagio Abrate, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Claudio Graziano e il sindaco della città di Pisa, Marco Filippeschi.  Nel suo intervento il Generale Graziano, dopo aver rivolto un doveroso pensiero a tutti i caduti e ai feriti in operazione ha detto: “Oggi, seppur in maniera ridotta, celebriamo piu' di una ricorrenza: il trentesimo anniversario delle missioni di pace e il settantesimo della battaglia di El Alamein, e lo facciamo nel ricordo del caporalmaggiore Tiziano Chierotti, del 2^ Reggimento alpini, ultimo caduto in Afghanistan". "Oggi" – ha aggiunto il Generale Graziano – "celebriamo la giornata del valore del soldato". Dal Maro' Filippo Montesi,caduto durante la Missione in Libano nel 1983 al Caporal Maggiore Tiziano Chierotti".  Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito in questa giornata ha voluto dedicare un pensiero  al Maresciallo Massimiliano La Torre ed al Sergente Salvatore Girone, affermando che "il Paese e' stretto e vicino ai due maro' detenuti in India".  Sono trascorsi 70 anni da quando, il 23 ottobre 1942, in Africa settentrionale, i soldati italiani, protagonisti di uno degli episodi più cruenti della seconda guerra mondiale, meritarono l’onore delle armi dell’allora nemico tanto che il 3 dicembre 1942 lo stesso Winston Churchill, Primo Ministro del Regno Unito, pronunciò alla camera dei comuni la storica frase “dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i caduti della folgore”.  In questa stessa occasione ha avuto luogo anche il raduno, presso lo stadio “Romeo Anconetani”, dei partecipanti alla missione in Libano del 1982, guidata dal Generale Franco Angioni, che rappresenta il primo vero impegno internazionale dell’esercito italiano. Proprio questa’anno, infatti, si celebrano i trent’anni di missioni dell’esercito italiano nei teatri operativi, tema al quale è stato dedicato il CalendEsercito 2013, dal titolo “il Cuore delle Missioni”. Nell'occasione ha avuto luogo il Raduno Nazionale dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia (ANPd'I) con la partecipazione dei Labari delle 139 Sezioni distribuite sul territorio Nazionale. L'ANPd'I conta oltre 10.000 soci e nove Scuole di Paracadutismo. Domani è previsto alle ore 10.00 presso l'aeroporto militare di ciampino, il rientro della salma del caporal Maggiore Tiziano Chierotti, alpino del 2 reggimento di cuneo

 

Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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