Redazione Lazio
LAZIO, CONTO ALLA ROVESCIA PER LA CHIUSURA DEI PARCHI NAZIONALI E RISERVE NATURALI
Tempo di lettura 4 minutiIl 25 ottobre 2012 sit-in a Roma al Ministero dell'Ambiente
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12 anni faon
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ggiardino
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Roma – Il popolo dei parchi scende nuovamente in piazza a Roma il 25 ottobre 2012, dalle ore 11.00, dopo due anni, per manifestare contro l’ennesimo taglio alle spese dei parchi nazionali. Il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (cosiddetta "spending review"), convertito in legge il 31 luglio scorso, riporta le disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica. La razionalizzazione della spesa, perseguita con l’obiettivo, del tutto condivisibile, di garantire l’efficienza e l’economicità dell’organizzazione degli enti e apparati, incide, però, pesantemente sui parchi nazionali, già oggetto di tagli e restrizioni negli ultimi anni, portando al collasso i piccoli enti deputati alla gestione. La legge prevede che, testuale: le … riduzioni del personale possono essere effettuate selettivamente, anche tenendo conto delle specificità delle singole amministrazioni, in misura inferiore alle percentuali ivi previste a condizione che la differenza sia recuperata operando una maggiore riduzione delle rispettive dotazioni organiche di altra amministrazione. Ma i Ministeri vigilanti si ostinano a non volere riconoscere la specificità dei Parchi nazionali, enti piccoli, di nuova generazione, che svolgono funzioni altamente specialistiche e tutelano gli ultimi gioielli del Bel Paese! L’applicazione della speding review, comporterà l’eliminazione di oltre 60 posti dagli Enti Parco, che prevedono per 23 parchi nazionali operanti, circa 780 dipendenti. La soppressione dei posti sarà adottata con DPCM entro il 31 ottobre (!) e rischieranno il licenziamento persone in servizio, in altre parole esperti e appassionati funzionari che da anni stanno difendendo il patrimonio naturale di tutto il Paese e della comunità internazionale. Una riduzione di organico che rispetto all'attuale situazione già deficitaria a causa dei tagli e restrizioni precedenti, vorrebbe dire vanificare gli obiettivi e le finalità per i quali l'area stessa è stata istituita. Questi provvedimenti rappresentano una grave regressione per il sistema dei Parchi. Meglio che si abbia il coraggio di dire che è in corso un processo di smantellamento del sistema dei Parchi! A questo le Associazioni dicono NO e lanciano quindi una sfida al Ministro Clini, al Governo e al Parlamento. Dal 2005, siamo giunti al 37% effettivo di taglio delle spese del personale (45% sommando le percentuali di riduzione dei vari provvedimenti). Ciò è inaccettabile, e provocherà di fatto, sommato alle altre restrizioni, la paralisi dei parchi nazionali italiani, con ciò che conseguirà in termini di tutela della biodiversità, difesa del paesaggio e dei beni culturali, attivazione di politiche di valorizzazione delle qualità per il rilancio di economie basate proprio sull’azione di tutela. Ma non sono questi i temi vincenti per il rilancio dell’economia nazionale? Agli effetti nefasti per il mancato raggiungimento degli obiettivi della legge quadro n. 394/91, si aggiunge il dramma umano e sociale, ulteriormente aggravato dal fatto che tale dramma non porterà risparmi ma, anzi, nuove spese per il Paese. Se il Governo, in cui il Ministro dell’Ambiente rappresenta il sistema delle aree protette, si attiverà concretamente con strategie pluriennali, le aree protette sapranno dimostrare in maniera più efficace l’enorme beneficio in termini di conservazione e di sviluppo socio economico sostenibile. Sarebbe un’occasione perduta, proprio adesso che si fa una gran parlare di uscire dalla crisi con la valorizzazione dei beni ambientali e culturali! Tutte le Aree Protette Nazionali, pari a oltre il 5% del territorio nazionale, costano oggi poco più di 60 milioni di euro annui, comprese le spese per il personale, appena un caffè all'anno per ogni italiano! Ma per il Governo, evidentemente, l'ambiente, la biodiversità e lo sviluppo sostenibile, temi strategici a livello mondiale, non valgono neppure questo caffè! Per il 25 ottobre, le Associazioni che rappresentano il mondo dei parchi (dipendenti, direttori, giude escursionistiche, guardia parco, educatori ambientali) e molte altre, ambientaliste e culturali, hanno organizzato un sit- in al Ministero dell'Ambiente, per dire NO a un taglio irrazionale e indegno di un paese civile, con licenziamento di professionisti della tutela, con una grave violazione di diritti costituzionali, comunitari e internazionali. Per quella occasione, una delegazione chiederà di incontrare il Ministro. Vogliamo una risposta: Venga permesso ai parchi di lavorare per quello per cui sono stati istituiti, altrimenti terminiamo qui un’esperienza che e’ stata riconosciuta assai positiva da tutti, in occasione dei vent’anni della legge 394/91 compiuti l’anno scorso. Lo stesso Presidente della Repubblica, nel 2010, in risposta ad un appello dei presidenti dei parchi nazionali in occasione del taglio del 50% dei finanziamenti, rispose: non posso che ribadire l'auspicio di un’attenta valutazione della posta in gioco rispetto al destino dei parchi nazionali, e di una conseguente attenzione da parte delle istituzioni competenti. Chiediamo dunque che il ministro, e per suo tramite il Governo e il Parlamento, si impegnino per il raggiungimento dei seguenti obiettivi Immediati:
– impedire la paralisi dei 23 parchi nazionali che deriverebbe dall’ applicazione lineare al sistema dei dettami della spending review, con conseguenze anche sociali gravissime, riconoscendo la specificità dei Parchi Nazionali e compensandone integralmente il taglio.
– l’istituzione urgente di una commissione presso il ministero dell’Ambiente che stabilisca le effettive necessità per il funzionamento dei Parchi Nazionali, compresa la definizione di consistenze adeguate delle dotazioni organiche, in funzione delle specificità e complessità dei singoli territori di competenza, con personale idoneo a perseguire gli obiettivi di legge dei Parchi Nazionali.
– la definizione di una strategia nazionale per le aree protette, a seguito di un confronto con tutti gli attori, anche tramite un’apposita conferenza nazionale per le aree protette (richiesta inutilmente da tempo), al fine di attivare, finalmente, un vero sistema nazionale, come previsto dalla legge Quadro sulle aree protette del 1991. Sono invitati a partecipare tutti i cittadini, per la difesa dell'ambiente e dei Parchi.
Appuntamento a Roma alle ore 11.00 di giovedì 25 ottobre in via cristoforo Colombo 44, di fronte al ministero dell’ambiente.
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