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Roma

BRACCIANO, ALFREDO MASSI: "MALCOSTUME" IN ITALIA E "MALA DEMOCRAZIA" A BRACCIANO

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Tempo di lettura 4 minutiIl Collegio giudicante dice che “non è possibile escludere la eventuale sussistenza di una responsabilità erariale per i danni derivanti dalla vicenda a carico del bilancio pubblico"

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Redazione

Nota del consigliere di opposizione Alfredo Massi – Bracciano è Tua

Bracciano – Alle deplorevoli vicende, che stanno emergendo e che sconvolgono l’opinione pubblica per il malcostume dimostrato da tanti pubblici amministratori, si aggiungono anche i comportamenti degli amministratori del Comune di Bracciano. Non bisogna necessariamente essere ladri o profittatori diretti del bene pubblico per dimostrare indegnità a ricoprire certi ruoli, ma basta essere arroganti negli atteggiamenti e nei fatti, calpestando le più elementari regole di democrazia. La delibera della decadenza dalle funzioni di consigliere comunale di Armando Tondinelli rientra in quella fattispecie di “mala democrazia” che inquina il nostro sistema, forse ancora più grave delle ruberie personali riferite a singoli farabutti, perché nel nostro caso viene evidenziata la concezione che la maggioranza che ci amministra ha della rappresentanza democratica . Innanzi tutto, quale capogruppo della lista “Bracciano è Tua”, di cui il consigliere Tondinelli fa parte, voglio esprimere la mia più profonda soddisfazione per la logica e positiva conclusione della vicenda, che consente allo stesso di poter rappresentare di nuovo i cittadini nel Consiglio comunale e rendere più coesa ed incisiva l’azione della minoranza. I fatti pregressi sono noti ma vale la pena di sintetizzarli.Il consigliere Tondinelli è stato denunciato dal Sindaco alla fine del 2010 perché aveva espresso pesanti critiche nei confronti dell’operato dell’Amministrazione in una intervista televisiva rilasciata in un servizio di RAI News. Per il contenuto delle parole pronunciate, il Sindaco aveva ravvisato gli estremi per una denuncia alla Magistratura perché l’intervista era stata ritenuta mistificatoria e lesiva dell’immagine della nostra città. Ma, a parte la denuncia, nessuna altra azione era stata intrapresa nei confronti del consigliere. Solo dopo che, a seguito delle elezioni del maggio 2012, Tondinelli era stato nuovamente eletto ottenendo un lusinghiero successo personale, il Sindaco ha ritenuto di dover richiedere, ed ottenere dalla maggioranza che lo sostiene, la decadenza dalla carica di consigliere di Tondinelli. La decadenza è stata richiesta in base ad una disposizione legislativa che prevede, genericamente, la non eleggibilità a cariche pubbliche di un cittadino che ha in corso vertenze giudiziarie con il Comune. La legge, in questi casi, al fine di consentire al cittadino eletto di rimanere nella carica, prevede che lo stesso possa rimuovere la causa della pendenza giudiziaria, cioè il dettato legislativo ritiene implicito che il cittadino sia in grado di rimuoverla. E come si fa a farlo quando è il Sindaco che ti ha denunciato non per fatti concreti ma per opinioni espresse? Con questo sistema il Sindaco, complice la sua maggioranza, potrebbe denunciare tutti i consiglieri eletti che non gradisce e quindi farli decadere dalla carica. Troppo comodo. Appare evidente che non può essere questa la democrazia rappresentativa tanto vagheggiata e sbandierata dall’attuale Amministrazione. Tanto evidente che il ricorso presentato al TAR ed alla Magistratura Ordinaria, da parte del consigliere estromesso, ha ottenuto l’effetto di un pronunciamento del TAR che reintegra Tondinelli nelle sue funzioni, con una sentenza i cui contenuti e giudizi sono molto pesanti nei confronti del nostro Sindaco, oltre ai danni economici previsti a carico del Comune. L’intera vicenda non solo macchia l’azione del Sindaco ma umilia anche la dignità dei consiglieri della maggioranza che si sono dimostrati succubi della volontà altrui, perché appare incomprensibile che tutti i cervelli siano stati portati all’ammasso. Quando il Tribunale Amministrativo del Lazio accusa il Comune di incompetenza ed illegittimità, appare evidente a tutti che sussistono troppi elementi che debbano far riflettere, soprattutto quando il Collegio giudicante asserisce che “non è possibile escludere né la eventuale sussistenza di una responsabilità erariale per i danni derivanti dalla vicenda a carico del bilancio pubblico, né la possibile sussistenza di responsabilità penali in relazione ad eventuali estremi di reato. L’accoglimento del ricorso determina, pertanto, la necessaria trasmissione degli atti di causa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia, sezione competente, ed alla Procura della competente Sezione giurisdizionale (Roma) della Corte dei Conti”. Ma non è degli aspetti giudiziari, che pur coinvolgono il Comune su più fronti, che vorremmo parlare, bensì delle motivazioni che hanno indotto l’Amministrazione a tartassare i cittadini con una tassazione oltre ogni limite per un Comune in equilibrio finanziario e, soprattutto, che cosa intende realizzare a favore della comunità con i proventi di queste gabelle.

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