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Redazione
Quattro “tombaroli” attrezzati fino al collo hanno dato vita ad uno scavo clandestino di un deposito di ex voto nelle campagne tra Lanuvio e Genzano, collegato al santuario di Giunone Sospitia. Con loro avevano il metal detector, il geo-radar, le idropompe, i generatori di elettricità, badili e picconi. I finanzieri del gruppo tutela patrimonio archeologico del nucleo polizia tributaria di Roma hanno sorpreso i quattro furfanti, tutti italiani, mentre erano intenti alla profanazione di un santuario pieno di centinaia di manufatti e statue di dimensioni reali, correlate all'apparato devozionale di Giunone. I quattro sono stati denunciati e quasi contemporaneamente sono scattate le perquisizioni domiciliari nei loro confronti. Nelle loro case hanno recuperarato altro materiale storico-archeologico proveniente anche da altri siti sepolcrali di ambiente etrusco che avrebbero alimentato il circuito del collezionismo internazionale.
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