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[LETTERA RACCOMANDATA INVIATA AL MINISTRO PER LE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI]
Angelo Parca
Nei negozi anglosassoni sarebbero disponibili polverine in kit che consentono agli acquirenti di produrre in casa vino aggiungendo semplice acqua. Prodotti che si fregiano pure di nomi con denominazione Doc. Questa la notizia messa in risalto dalla popolare trasmissione di canale 5 Striscia la notizia. Anche se agli addetti ai lavori era già nota da qualche tempo. “Abbiamo appurato che gli organi di polizia competenti sono in fase di indagine documentale.” Dichiara Mauro De Angelis Presidente del Consorzio Tutela Denominazione Frascati in merito alla vicenda dei “vini in polvere” commercializzati in Inghilterra. “Il nostro consorzio – prosegue De Angelis – ha provveduto a girare i link, delle varie società autrici della vendita di questi kit, al proprio studio legale che attualmente sta vagliando le possibili maniere di tutela del marchio e soprattutto la mappatura composta da tante scatole cinesi che vanno, di volta in volta, scoperte e identificate. Qualora lo studio legale riuscisse ad identificare i soggetti autori della presunta truffa, il consorzio provvederà anche a chiedere il risarcimento dei danni a questi signori. E si potrebbe trattare di una grossa cifra. – Il Presidente prosegue – Il Consorzio Tutela Denominazione Frascati si è inoltre attivato anche mediante una agenzia anglosassone che persegue questo tipo di reati. Idem col governo svedese. Tutto ciò ovviamente rientra nell’ambito delle singole azioni che come consorzio stiamo mettendo in piedi e ritengo che altrettanto stiano facendo gli altri consorzi di tutela. Pertanto quello che auspico è una azione collettiva soprattutto col sostegno del Governo che deve fare la parte da leone in Europa. Non a caso la lettera che abbiamo inviato al Ministero per le Politiche Agricole è stata inviata per conoscenza anche alla Federdoc che a Bruxelles rappresenta tutte le denominazioni controllate.” La tutela delle produzioni di qualità è una delle competenze della Commissione Europea che ora, dovrà rispondere all’interrogazione presentata dall’eurodeputata Elisabetta Gardini fatta a seguito della denuncia da parte dei presidenti dei Consorzi tutela vini della Valpolicella, Chianti, Barolo e Montepulciano relativamente alla commercializzazione, in Inghilterra, di un “vino” in polvere venduto come “pregiato” rosso italiano. Roberto Manfredini, responsabile qualità di Coldiretti, parla di un vero e proprio “furto nei confronti del nostro territorio. Il consumatore pensa di trovare la qualità dei nostri vini, e acquista, invece, un prodotto di bassissimo livello e non compra più l’originale. Il fatturato del falso agroalimentare nel mondo ammonta a 50 miliardi di euro. Una cifra sottratta alle nostre aziende e quindi all’Italia.
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