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Redazione
“Si parla tanto di rinnovamento e della necessità di ridare fiducia alla politica; a sentire quanto emerge da dibattiti e assemblee ciascuno ha una proposta che ritiene infallibile. Intanto cominciamo da tre intenzioni semplici per rilanciare la nostra Regione e poi ragioniamo: abolizione del listino, riduzione dei consiglieri e ricambio generazionale ”; ad affermarlo sono Sergio Manciuria e Rocco Belfronte, rispettivamente componenti del direttivo e del comitato regionale Udc Anci Lazio, capogruppo al Comune di Anguillara Sabazia e Consigliere e Vicecapogruppo Udc dell’assemblea Capitolina. “L’Udc – proseguono Manciuria e Belfronte – deve ascoltare e prendere atto di quelle che sono le esigenze di cambiamento dei cittadini, l’esperienza dei leader di partito deve essere messa a disposizione per trovare una vera alternativa a chi fino ad oggi ha governato male; contributo necessario per la rinascita di cui si ha bisogno. Non è giusto lasciare ad altri questa iniziativa, al contrario, dobbiamo sostenere un’azione intraprendente e coraggiosa che rafforzi questa idea in modo da dare un taglio col passato. Lo stesso – aggiungono gli esponenti Udc – vale per la Regione, dove è necessario dare uno scossone alla politica facendo in modo che si possa organizzare territorialmente una capillare presenza del nostro impegno, in modo da dare nuova linfa al partito, insieme ai cittadini per far ripartire una situazione che nel Lazio è a livelli gestionali approssimativi da tre anni. Non vogliamo ne possiamo apprestarci a vivere una campagna elettorale senza un mandato frutto delle decisioni del territorio. L’unanimità è una gran bella cosa, ma l’espressione del voto è pur sempre la massima manifestazione di democrazia. Per realizzare questo dobbiamo continuare ad essere credibili e garantire con i fatti il punto d'incontro dei moderati nella scia dell'agenda Monti. La classe dirigente dell’Udc deve trovare la forza necessaria per vincere questa sfida – continuano Manciuria e Belfronte – il solo fatto di accettare queste regole è già un segno di evidente cambiamento, saper intercettare le richieste di un elettorato di tradizione moderata e cattolica oggi smarrito, ed occupare gli spazi vuoti che si sono venuti a creare sono le basi da cui ripartire per ricostruire con responsabilità il nostro paese.
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