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Roma

PERCHE' SI UCCIDE UN PAESE CON LA DISONESTA' DEI MASS-MEDIA E DEI POLITICI

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Tempo di lettura 4 minutiTutte le cariche Istituzionali, dicasi tutte, hanno strillato alla lesa maestà, perchè di competenza Istituzionale.

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L'ultimo CDM, ha stabilito le regole che odorano di fittizio con un decreto legge per contenere le spese della politica (chiamati costi della politica) infiocchettata a dovere dalla solita stampa che, come al suo solito, ha enfatizzato questo decreto, senza dire che prima che entri in vigore ci vogliono alcune settimane, e per tradurlo in legge deve passare le forche caudine delle commissioni parlamentari (Finanze della Camera e Bilancio del Senato) e qui campa cavallo che l'erba cresce, cioè non se ne farà nulla. Immaginate solo l'emendamento che riguarda i sindaci e le amministrazioni comunali e provinciali, senza contare delle assemblee regionali, cioè il taglio di 600 deputati regionali, la non più presentabilità dei sindaci, molti dei quali, hanno portato i loro Comuni in rosso (oggi circa 37% in dissesto finanziario) senza contare di quelle che presentano bilanci in odore d’essere presi di mira dalla Corte dei Conti e sono oltre il 35%, senza voler accennare alla situazione delle Province e dei loro amministratori quasi tutti in rosso profondo e bilanci in bilico tra il vero e il falso. Insomma, hanno fatto un decreto, c'è l'indignazione del Capo dello Stato rispetto al quale qualche malelingua potrebbe chiedersi: ma lui dov’era? E sono passati ormai 40 anni, quindi secondo i critici della carta stampata e delle tv, adesso finalmente, grazie a Monti, abbiamo tagliato i costi della politica. Pinocchi. Dobbiamo forse ricordare cosa dicevano e scrivevano alcuni pagliacci dell'informazione all'indomani dell'annuncio per l'abolizione delle province? Gloria Mundi, suonate le campane ma per chi, se non per il povero cittadino morto e defunto.

 

Francesco Tarallo

Dove siamo? Cosa vediamo, cosa sappiamo, cosa esiste?

Inseguiamo senza posa ombre sfuggenti. Spettri leggeri, vani fantasmi volteggiano innanzi ai nostri occhi, e noi crediamo di scorgere l'eterna catena degli esseri. Noi non conosciamo nell'universo una sola sostanza, non siamo neppure sicuri di vedere di vederne la superficie; e vogliamo sondare l'abisso della natura. Lasciamo questo lavoro puerile a quei bambini che si chiamano filosofi. Dopo aver percorso il cerchio angusto del loro vano sapere conviene finire dove Cartesio cominciò: io penso, io esisto. Ecco tutto quello che sappiamo ( Rousseau)
Dove siamo? E' il primo quesito che un popolo deve, ho dovrebbe porsi prima di procedere nei giudizi. Il secondo è: cosa vediamo, e cosa sappiamo, che è la parte più difficile in particolare nel rapporto media/lettore, ultimo è cosa esiste. Provo a dare una complicata risposta di fronte al quesito di Rosseau, siamo tutti in libertà vigilata.  Posso permettermi di fare tale affermazione sulla scorta di fatti accaduti nel ultimo CDM, dove per oltre 2 ore siamo rimasti bloccati su una norma che è quella dei tagli ai costi della politica. Dove siamo? “Tagli, tutti li invocano, ma chi li fa viene processato”. Tutti a parole predicano il rigore, ma quando si ragiona veramente sulla riduzione dei costi dello Stato (compreso il Quirinale) si alzano le barricate. Gli sprechi si annidano in 4 settori: i costi della politica, oltre 37,6 miliardi all'anno ( Ragioneria Generale dello Stato) pubblico impiego, sanità e previdenza. Ma purtroppo toccarli è politicamente scorretto. Nei prossimi giorni su Il Giornale Nicola Porro presenterà un'inchiesta dettagliata, voce per voce del mostruoso bilancio dello Stato. I conti dello Stato, altro non sono una gigantesca illusione finanziaria. La loro scarsa trasparenza da l'illusione che i nostri governanti, di qualsiasi ordine, grado e colore, perseguano l'interesse pubblico, ma nella realtà tutelano le molteplici caste che negli anni si sono succedute. Un esempio? I solo vitalizi regionali, ogni anno costano allo Stato la bella cifra di euro 201,600,000 per un totale di 3600 persone. Mentre quello dei parlamentari euro 565,000,000 per un totale di 8700 persone (Ragioneria Generale dello Stato) questi vitalizi, raggiunto l'età pensionabile, diventano pensioni d'oro. A questo bisogna aggiungere quel costo di 37,6 miliardi degli oltre 487600 amministratori nominati dalla politica, cioè dai partiti, che occupano poltrone nelle varie Istituzioni. Cosa avevamo proposto nel pacchetto della finanziaria? Semplice, abolizione di tutti i vitalizi e riparimetrazione dello stipendio parlamentare alla media europea che è, di 86000 euro l'anno contro gli attuali 186000 percepiti. Apriti cielo, tutte le cariche Istituzionali, dicasi tutte, hanno strillato alla lesa maestà, perchè di competenza Istituzionale. Noi abbiamo mantenuto il punto, tanto è vero che tale norma, non l'abbiamo cancellata, e la si troverà nel pacchetto, ma abbiamo dovuto “ingoiare il rospo” nella diluizione a partire dal 2013, semmai ci riusciremo. Ecco dove siamo. Cosa vediamo, altro quesito……la demagogia in particolare quella di Bersani e soci che aiutati dai media, dicono che tale manovra è iniqua, però non ci propongono un alternativa “riformista e progressista” in grado di sanare questa piaga. Cosa sappiamo, anzi cosa ne sanno i cittadini dei conti dello Stato. Niente, o quasi niente. Paghiamo ancora per i terremoti di decine di anni fa o per mutui contratti nell'altro secolo. Non solo ci trasciniamo la pesante eredità del debito pubblico, ma anche leggi di spesa i cui effetti si protraggono nel tempo. Questa è la vera bomba ad orologeria, che è già scoppiata e tra le cui macerie viviamo ogni giorno. Si mischiano interessi particolari, diritti acquisiti (nel lontanissimo passato) e circoli di interesse che non hanno alcuna intenzione di mollare la presa. La politica, indipendentemente dal suo colore, ha una straordinaria incapacità di intervento. Una politica forte dovrebbe intervenire senza indugio, e nelle prossime settimane dal Il Giornale, in più puntate della nostra inchiesta, indicheremo nome, cognome e indirizzo dei capitoli di bilancio sui quali esercitare le forbici. Ma una politica è forte quando su di essa non cadono sospetti. Prima di disboscare le follie del passato, deve tagliare dentro casa sua. Ma gli uomini del Parlamento e delle alte cariche dello Stato non possono chiedere un penny alle tante corporazioni che li circondano, se prima non hanno la coscienza pulita. Nella nostra inchiesta documenteremo bene anche i conti che riguardano gli uomini pubblici (l'avevamo in serbo da tempo) ma la lotta alla casta (come ora si usa definire) ha un senso solo se essa è lotta nei confronti di tutte le caste. E il bilancio dello Stato è la perfetta fotografia di questa Italia medievale, in cui ognuno ha un pezzetto di bilancio che in qualche maniera lo riguarda. Si tende in genere a pensare che la forbice vada usata solo per il vicino e ci si considera immuni dallo spreco e dall'elargizione. Non è cosi e lo diciamo a voce alta perchè ci consideriamo degli onesti che hanno lavorato, magari commettendo se volete anche qualche errore, ma con un solido principio rigore e onestà. Il tempo, come un gran fiume, ci porta solo quello che c'è di più leggero e di meno solido; quello che ha peso va a fondo, e resta inghiottito nel vasto letto.