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Redazione
Una lettera, purtroppo, osiamo dire, tardiva (perché diramata solo oggi dall'ufficio stampa nonostante riporti la data del 24 settembre) quella partita dalla Provincia di Viterbo e diretta alla Polverini e a due membri della sua giunta. Il governatore Polverini si è dimessa ieri e chi navigava nelle emergenze come Viterbo e il suo hinterland, dovrà provvedere a recuperare i pochi salvagente rimasti. Alla svelta. Con questa lettera, si evince chiaramente che Talete vuole delle garanzie, garanzie che solo la Regione è in grado di dare affinché l’emergenza arsenico non fagociti l’area con conseguenti danni economici e di disservizi enormi a medio breve termine.
Ecco la nota del Presidente Meroi, datata 24 settembre.
Il presidente Marcello Meroi ha inviato una lettera al governatore della Regione Lazio Renata Polverini e agli assessori regionali Marco Mattei e Stefano Cetica sollecitando l’adozione di provvedimenti indispensabili per consentire alla società Talete di proseguire la propria attività aziendale.
Meroi ha ricevuto dal consiglio d’amministrazione della società che gestisce il servizio idrico nel territorio dell’ATO Lazio-Nord Viterbo una proposta volta ad assicurare il proseguo delle attività, messo in serio rischio nel caso in cui da parte della Regione non fossero recepite determinate richieste. Il Cda di Talete in particolare ha evidenziato: la necessità di ottenere un mutuo garantito dalla Regione dell’importo di dieci milioni di euro rimborsabili nell’arco di venti anni; una ricapitalizzazione, da realizzarsi nel futuro quinquennio, pari ad euro 2milioni e 500mila euro; la deliberazione di un ulteriore aumento tariffario.
Il Cda ha fatto presente nella lettera recapitata al presidente Meroi che “il mancato verificarsi anche di una sola delle tre condizioni, di fatto renderebbe impossibile il procedere dell’attività aziendale”.
Da qui quindi l’intervento diretto di Meroi. Oltre a specificare le richieste della Talete il presidente ha anche messo in evidenza il profilarsi di un ulteriore, serio, motivo di allarme. “Dal primo gennaio 2013 – spiega infatti – sarà modificata la normativa inerente la concentrazione di arsenico nell’acqua destinata al consumo. Un eventuale scioglimento della Talete verrebbe di fatto a vanificare tutti gli impegni che la Regione Lazio ha già assunto per dare una risposta definitiva alla tutela della salute di tutti i cittadini, con lo stanziamento di apposite risorse destinate alla realizzazione degli impianti di dearsenificazione. Il problema sanitario sul territorio rischierebbe di diventare a quel punto gravissimo e di difficile gestione. Pertanto non posso che appellarmi al presidente Polverini e agli assessori Mattei (Ambiente) e Cetica (Bilancio) con la speranza che in tempi rapidi, fatte le dovute valutazioni, assumano le decisioni necessarie per salvaguardare la regolare gestione del servizio idrico integrato sul nostro territorio”.
Il presidente Meroi ha discusso della cosa anche con i segretari dei partiti chiedendo al riguardo la massima condivisione. “Anche questa battaglia, come già avvenuto con il problema delle tariffe dei rifiuti, deve essere affrontata e risolta con spirito unitario e al di fuori di logiche politiche. Il problema dell’arsenico infatti riguarderà diversi comuni e altrettante amministrazioni di diverso colore politico. Procedere in ordine sparso e al di fuori di una sinergia territoriale più ampia possibile, rischia di rallentare la ricerca e l’attuazione di misure risolutive ed efficaci”.
Una copia della lettera è stata fatta pervenire per conoscenza anche al presidente della Talete Marco Fedele: “Ringrazio il presidente Meroi – ha commentato Fedele – per il tempestivo interessamento. La proposta è stata da me trasmessa anche alle segreterie dei partiti politici. Non si tratta di portare avanti una battaglia di schieramento a tutela di particolari interessi, ma di difendere esclusivamente il territorio e la salute dei cittadini. Auspico che la Regione e la politica in generale supportino questa nostra azione rivolta ad assicurare un futuro alla gestione pubblica del servizio idrico”.
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