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Redazione Lazio

COME AGGREDIRE IL DEBITO PUBBLICO, SPRIGIONARE NUOVE RISORSE, DARE FIDUCIA AI MERCATI. UNA PROPOSTA CHE AL PARLAMENTO NON PASSERA’ MAI.

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Tempo di lettura 3 minutiSono stati i partiti che hanno fatto lievitare a tali livelli il debito, che poi è la causa preponderante della nostra crisi.

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Emanuel Galea

Mi sembra che la migliore sintesi della situazione caotica del momento l’abbia fatta l’ambasciatore Sergio Romano. Nessuno dei partiti vuole veramente affrontare le elezioni anticipate. Il Capo dello Stato, come un disco rotto, continua a raccomandare all’aula di lanciare le riforme. In Camera e Senato si susseguono dibattiti e discussioni interminabili. L’oggetto da contendersi è la legge elettorale. Ogni fazione partitica propone il proprio sistema per guadagnare più voti. Risulta quindi ovvio che un accordo non si raggiungerà mai. Napolitano reitera le raccomandazioni. Il Parlamento, in ossequio al Presidente sì re-immerge nelle inutili discussioni, mentre le riforme continuano a non essere fatte. E tutti continuano a dichiarare che invece le vogliono fare. La colpa, ovviamente,  è sempre della controparte. Napolitano rimane scontento. Il Popolo Italiano più di lui. E’ proprio il caso di urlare: fatela finita! Il Popolo Italiano non regge più l’impatto quotidiano con la Torre di Babele da dove si sente in tutte le lingue con dialetto politichese  “abbatti-debito pubblico”. Si sta consumando una sceneggiata della peggior specie. Patroni Griffi, l’attuale Ministro  della Pubblica Amministrazione, dice basta ai campanili. Renato Balduzzi, Ministro della Salute, avverte che è stato raggiunto il limite e secondo lui si deve dire basta con i sacrifici. Gli statali di Fp-Cgil, Flc-Cgil, Uil-fpl, Uil-Rua hanno in programma un sit-in per chiarire le loro ragioni. Bersani, l’eterno indeciso, dichiara che con Monti c’è "Indignazione che nasconde imbarazzo". Bergamini, segretario provinciale della Lega Nord critica i tagli. Non si capisce se favorisce quelli orizzontali oppure quelli verticali.  Il sottosegretario Gianfranco Polillo promette che per il futuro, la spending review dovrà essere “l’inizio di un processo che durerà nel tempo”. Un ventaglio di scelte che fanno andare in tilt la mente più sana. Nel gran bazar delle proposte non potevano mancare, tra fumi ed odori nauseabondi d’aria fritta, le bancarelle dei partiti. Il Pdl, ha votato l’IMU ed il blocco dell’indicizzazione delle pensioni ma non ha condiviso del tutto e adesso, con un consenso ridotto al lume di candela, cerca di riemergere, facendo chiasso  con una proposta Alfano-Brunetta per una drastica  riduzione del debito pubblico. Il Pd, dicendo che avrebbe preferito una propria manovra non ha fatto mancare il suo SI,  è presente alla fiera con la proposta Alesina-Ichino. Chi si aspettava la proposta Amato-Bassanini, non rimarrà deluso.  Mister Sottile è ricordato ancora per il famigerato prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari. Ci stanno anche loro! Poi ci sono anche gli outsiders. Troviamo la proposta Giavazzi e quella di Grilli. Sempre il Ministro Giarda a mediare. Spicca su tutti quanti la versione Monti. A queste aggiungo anche la mia personale  proposta che spiegherò fra poco. Importante sottolineare le cause che hanno formato il presente debito pubblico. Ufficialmente è servito a coprire il fabbisogno finanziario statale, ovvero a colmare il deficit pubblico. E’ giusto specificare però che, tale deficit è stato formato, in gran parte, per aggraziarsi nuovi bacini di consensi elettorali. Sono stati i partiti che hanno fatto lievitare a tali livelli il debito, che poi è la causa preponderante della nostra crisi.

Convinto come sono che i partiti ci hanno portato sull’orlo del baratro, è giusto fare la proposta senza pretesa di abbattere completamente la montagna dello scoperto. Può solo servire da inizio alle altre proposte in discussione questi giorni.

La mia proposta si riduce in poche righe ed è questa:
Prelievo forzoso di tutto il patrimonio investito, tutti i beni mobili et immobili di tutti i partiti in essere, di quelli dormienti e di quelli dismessi e  che ancora detengono qualche sorta di patrimonio, beni mobili et immobili. Questa proposta integra le altre, presenti sul tavolo delle discussioni. Con la mia iniziativa intendo restituire fiducia e dignità ai partiti e ridare decoro alla figura del “ politico”. L’Italia supererà la crisi e riacquisterà la fiducia dei mercati il giorno che i partiti cesseranno di mettersi di traverso, di occuparsi più del paese piuttosto che del loro partito.
Auguri al Bel Paese.

 

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