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Redazione Lazio

LAZIO CARCERI: CONSULENTI CNA GARANTIRANNO ASSISTENZA AI DETENUTI

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Tempo di lettura < 1 minutoMarroni: “Grazie a questo accordo tanti detenuti della Regione potranno finalmente beneficiare delle prestazioni previdenziali cui hanno diritto."

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La popolazione carceraria, nel Lazio, sfiora le 7mila unità. Il 50% è in provincia di Roma. La regione è quarta in Italia per numero di detenuti, dopo Lombardia (9407), Campania (7850) e Sicilia (7331). Oltre 150 le nazionalità di provenienza dei carcerati, in prevalenza africani e rumeni. Il numero di presenze in regione negli ultimi anni è tristemente in aumento e in controtendenza rispetto al calo della media nazionale. Garantir loro la consulenza e il relativo disbrigo di pratiche in tema di invalidità civili, assegni sociali, pensioni di vecchiaia, accompagnamenti e assistenza per infortuni sul lavoro: è questo l’obiettivo del protocollo di intesa sottoscritto ieri 26 luglio tra Cna Lazio, Patronato EPASA della Cna Lazio, Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria del Lazio e Ufficio del Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio. L’accordo semplifica a tutti gli uffici della Cna del territorio regionale i rapporti con l’amministrazione carceraria e favorisce ai consulenti l’accesso nei penitenziari. Sarà inoltre assicurata agli immigrati la continuità nei percorsi già intrapresi e l’assistenza per quelli da avviare in tema di permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari e così via. “Grazie al protocollo la popolazione carceraria avrà un punto di riferimento in più – ha detto Lorenzo Tagliavanti, direttore della Cna Lazio-. Spesso nelle carceri mancano figure specializzate e con competenze necessarie per garantire tutte le informazioni che volontari o personale non specializzato non possono fornire”. “Grazie a questo accordo – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – tanti detenuti della Regione potranno finalmente beneficiare delle prestazioni previdenziali cui hanno diritto. Pensioni, assegni di invalidità e accompagnamenti sono conquiste sociali ormai pacifiche per i cittadini ma, molto spesso, sono obiettivi difficilmente raggiungibili per quanti vivono all’interno di un carcere”.