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Roma

LAZIO COTRAL, L'ESPERIENZA DEI PENDOLARI INSEGNA?

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Tempo di lettura 6 minuti Domande senza risposte: dei residenti di Nemi si lamentano rispetto ad un servizio ridotto all'osso

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Alberto De Marchis

L’azienda di trasporto pubblico Cotral Spa, rendeva noto con comunicato stampa del 13 luglio che, in adesione allo sciopero indetto per venerdì  20 luglio 2012 dalle Segreterie Nazionali di categoria, le OO.S.S. FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, UGLTRASPORTI E FAISA CISAL  i bus extraurbani avrebbero sospeso le corse dai capolinea dalle ore 08,30 alle ore 12,30, per riprendere il lavoro al termine dello sciopero con partenze dai depositi o rimesse di appartenenza. Nel comunicato si leggeva inoltre che: “Sono esclusi dallo sciopero gli addetti ai centralini telefonici, ai servizi di sicurezza, i guardiani, gli addetti alla portineria, i capi tecnici centrali, i capi di movimento centrali, gli ingegneri centrali. Sarà garantita la presenza dell’ausilio in “sala operativa”. La presente comunicazione viene effettuata ai sensi e per gli effetti della Legge 146/90, così come modificata dalla Legge 83/2000.”


“Vi segnalo lo “schifo quotidiano” che è diventato il Cotral – scrive alla nostra redazione uno dei tanti pendolari arrivati ormai all’esasperazione da un servizio pubblico che verte nel caos più totale. Dal racconto sembrerebbe che quanto riportato nel comunicato Cotral non risponda affatto al vero. Il cittadino prosegue nel suo racconto entrando nei particolari della vicenda  –  Venerdi scorso – 20 luglio – (solito venerdi di sciopero dei mezzi pubblici), lo sciopero doveva finire alle 14, ma fino a pomeriggio inoltrato nel capolinea di Anagnina, non è partito un solo autobus. Mia moglie, che si sveglia tutte le mattine alle 5,30 per recarsi al lavoro, non sapendo come rientrare ha dovuto aspettare fino alle ore 20 che io finissi di lavorare per poter tornare a casa. Mi ha raccontato che gli autobus erano tutti parcheggiati in bella mostra e cercando di avere informazioni in merito, tra chi prendeva un caffè o chiacchierava nel gabbiotto del Cotral, gli veniva detto che nessuno poteva fare nulla in quanto non c'era il dirigente. – prosegue nell’allucinante racconto – Allora ho telefonato al deposito di Velletri, dove il servizio si era  regolarizzato, ma anche loro mi riferivano che al capolinea di Anagnina, al telefono, non rispondeva nessuno. – Nel comunicato Cotral si legge che gli addetti ai centralini telefonici restavano esclusi dallo sciopero –   Chiedo pubblicamente a mezzo del vostro quotidiano – dice il pendolare – capisco che stanno sull'orlo del baratro, ma i membri del CDA (visto che ho appreso tramite i vostri tabella che perpeciscono lauti stipendi per fare non so che cosa) sono al corrente di questa situazione? Ma quando fanno i convegni sul trasporto pubblico con esponenti politici della Regione Lazio, ma di che parlano se non vanno a testare di persona qual'è la situazione? Io e mia moglie risiediamo a Nemi dove nel Consiglio comunale c'è il Sig. Libanori – Consigliere di maggioranza – che è anche un esponente del CDA del Cotral, ho cercato di contattarlo via email per avere delle risposte sul servizio che a Nemi fa totalmente schifo, ma non ho ottenuto alcuna risposta. Mia moglie si è vista costretta a prendere la patente di guida perché finendo di lavorare alle 14 da Roma a Nemi gli ci volevano tre ore abbondanti per rincasare e il più delle volte doveva fare l'autostop al bivio di Nemi – Genzano, perché tra trasporto pubblico e privato non passava nessuno. Quando il Comune di Nemi era commissariato, andai a parlare personalmente con il commissario  per avere delle informazioni in merito, però mi sembrò molto meravigliato riguardo alle mie rimostranze, perchè nessuno si era mai recato a protestare per i disservizi. – Il cittadino conclude la sua lettera con un appello – Capisco tutte le difficoltà che in questo periodo il sistema paese sta vivendo, però credo che sarebbe onesto da chi rappresenta l'azienda Cotral informare gli utenti che il servizio potrebbe non essere garantito, anche perché molta gente come mia moglie prende l'autobus per recarsi al lavoro e ai datori di lavoro non interessa nulla che i mezzi non passano e neanche è pensabile, considerati i costi del carburante, recarsi tutti i giorni a Roma con il mezzo proprio. Vi ringrazio se riuscirete a saperne di più e a  tenerci informati su ciò che ci aspetta sul fronte trasporto pubblico per la prossima stagione. Grazie” Conclude.
Non mancheremo di tenere il nostro “binocolo” puntato sul trasporto pubblico e i suoi innumerevoli disservizi .

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Roma

Omicidio a Roma, venti anni a chi uccise e lasciò Michelle in un carrello

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“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”.

Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. E’ quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il giovane di origini cingalesi che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.

“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza erano presenti in aula al momento della lettura del dispositivo.

Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti. Adesso andiamo avanti, ho un altro figlio e mi dovrò dedicare completamente a lui”. Il tribunale ha, di fatto, recepito l’impianto accusatorio della Procura.

Le aggravanti sono legate al tentativo di sbarazzarsi del cadavere, infilandolo in una sacca nera dell’immondizia. L’aggressione avvenne in un appartamento di via Dusmet. Il minore, nel tentativo di sbarazzarsi del corpo, non si preoccupò di ripulire la scena del crimine, tracce di sangue furono trovate ovunque a cominciare dall’androne del palazzo. L’esame autoptico svolto sul corpo della ragazzina confermò il drammatico quadro emerso subito dopo il ritrovamento del cadavere.

Tra i ragazzi si consumò una prima discussione accesa con urla, percepite distintamente anche dai vicini, e poi l’aggressione. Dalle ferite riscontrate nel corso dell’esame è emerso che il giovane colpì la ragazza utilizzando un coltello da cucina. Un’azione omicida che forse era iniziata con un fendente alla schiena per poi proseguire con almeno altri cinque colpi sul resto del corpo della minorenne. Un vero e proprio massacro che si sarebbe consumato in pochi minuti.

Altra certezza è che dopo il delitto, messo in atto dal ragazzo in uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di alcol e droga, ci fu il drammatico e velleitario tentativo di lasciare il corpo lontano dal luogo dell’aggressione, la casa dove il ragazzo viveva. La madre, infermiera di origini cingalesi, era fuori mentre il padre era in Sri Lanka.

Madre e figlio si erano trasferiti da poco nell’immobile dove nel corso di una perquisizione venne trovata della droga, sostanze utilizzate per produrre mix di stupefacenti sintetici. Nel corso dell’udienza del 29 maggio scorso l’imputato aveva fornito la sua versione di quanto accaduto in quella tragica giornata. Il giovane ha affermato di avere aggredito la ragazza con una prima coltellata perché si era sentito offeso da alcune affermazioni fatte da lei.

In merito alla ricerca su internet, effettuata il giorno prima dell’omicidio, su “come sferrare colpi letali”, l’imputato ha sostenuto di averla fatta perché doveva recarsi in una zona isolata e voleva capire come comportarsi in caso di eventuali attacchi. In base ad una perizia psichiatrica disposta dal tribunale l’imputato era, comunque, capace di intendere e di volere al momento del fatto.

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Castelli Romani

Ciampino, episodio di bullismo: la denuncia di una madre su Facebook scatena polemiche

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Un episodio di bullismo avvenuto a Ciampino ha suscitato forti reazioni e polemiche dopo che una madre ha condiviso la sua drammatica testimonianza su Facebook. La signora, madre di un ragazzo di 13 anni, ha raccontato l’incubo vissuto da suo figlio, vittima di un gruppo di coetanei.

Il post, che ha rapidamente raccolto molte reazioni e condivisioni, ha portato alla luce una realtà inquietante e ha acceso un acceso dibattito tra i residenti.

Secondo quanto riportato dalla madre del ragazzo, l’episodio è avvenuto nel parco comunale di Ciampino, dove suo figlio Alessandro stava giocando con alcuni amici. Improvvisamente, un gruppo di ragazzi più grandi si è avvicinato e ha iniziato a insultarlo e a deriderlo. La situazione è degenerata quando uno dei bulli ha spinto Alessandro a terra, facendogli perdere l’equilibrio e ferendolo al ginocchio. Il ragazzo, visibilmente scosso, è tornato a casa in lacrime e con un grande spavento.

Nel suo post, la madre ha scritto: “Mio figlio è tornato a casa oggi con il cuore spezzato e il corpo ferito. Non posso tollerare che i bambini debbano subire tali atrocità. Questo bullismo deve finire!”. Il suo appello ha ricevuto immediato sostegno da parte di molti residenti, che hanno espresso la loro solidarietà nei commenti.

Giovanna, una residente di Ciampino, ha commentato: “È inaccettabile che i nostri ragazzi non possano sentirsi al sicuro nemmeno nei parchi pubblici. Le autorità devono intervenire e prendere provvedimenti immediati”. Un altro commento, di Marco De Santis, aggiunge: “Questi atti di violenza sono vergognosi. I bulli devono essere identificati e puniti, e le scuole devono fare di più per educare i ragazzi al rispetto reciproco”.

Tuttavia, il post ha anche suscitato polemiche e divisioni. Alcuni hanno criticato i genitori dei ragazzi coinvolti, accusandoli di non educare adeguatamente i propri figli. “Dove sono i genitori di questi bulli? Perché non insegnano loro il rispetto e la compassione?”, ha scritto Francesca.

Le autorità locali non hanno tardato a intervenire condannando il gesto.

L’episodio, sebbene doloroso, ha anche sollevato un’importante consapevolezza sulla necessità di promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà tra i giovani.

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: appuntamento giovedì 18 luglio con Antonella Prenner

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Cosa lega Tullia, figlia di Cicerone, Servilia, madre del cesaricida Bruto, e Messalina?

Al di là di essere tre figure della Storia antica di Roma sono le protagoniste di alcuni romanzi della filologa e scrittrice Antonella Prenner, docente di Lingua e letteratura latina all’università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

la scrittrice Antonella Prenner

Antonella Prenner ed i suoi romanzi saranno i protagonisti giovedì 18 luglio in piazza dell’Olmo a Frascati, a partire dalle ore 18, del salotto letterario di Emanuela Bruni, Libri in Osteria assieme allo scrittore e giornalista Pino Donghi.
Le loro vite, le loro esperienze e i loro rapporti, spiega Emanuela Bruni “offrono un punto di vista non ufficiale, emotivo, disvelando pieghe e zone d’ombra di una storia sempre scritta dagli uomini e per gli uomini”.
Quindi si avrà la possibilità di cambiare la prospettiva di lettura di una storia che vede queste figure troppo spesso relegate al ruolo di comprimarie pur essendone protagoniste ed attrici principali.
Non mancherà un breve approfondimento sull’ultima fatica di Antonella Prenner “Lucano. Nostalgie di libertà” ove l’autrice descrive l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando “res publica” romana significava “libertà”.

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