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Redazione
Benedetto XVI ha accolto a Gastel Gandolfo il capo dello stato Napolitano e sua moglie Clio, ospiti del Pontefice per assistere al concerto della West-Eastern Divan Orchestra diretta dal maestro Daniel Baremboim e composta da musicisti israeliani, palestinesi e di altri Paesi arabi in occasione della la festa liturgica di san Benedetto (11 luglio), onomastico del Santo Padre. Dopo aver ringraziato il presidente Napolitano e anche il cardinale Gianfranco Ravasi, che ha introdotto il concerto con alcune citazioni, Benedetto XVI ha mostrato la sua felicità nell’accogliere l’orchestra: «Questa Orchestra è nata dalla convinzione, anzi, dall’esperienza che la musica unisce le persone, al di là di ogni divisione; perché la musica è armonia delle differenze, come avviene ogni volta che si inizia un concerto, con il “rito” dell’accordatura. Dalla molteplicità dei timbri dei diversi strumenti, può uscire una sinfonia. Ma questo non accade magicamente, né automaticamente!». Il Papa ha proseguito dicendo che «la mente si rivolge alla grande sinfonia della pace tra i popoli, che non è mai del tutto compiuta. La mia generazione, come pure quella dei genitori del Maestro Barenboim, hanno vissuto le tragedie della seconda guerra mondiale e della Shoa». Presente anche il sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi che ha così commentato la serata: “Un’emozione indescrivibile – ha detto il primo cittadino castellano – un momento di congiunzione e di armonia grazie alla musica, le parole del santo Padre e la presenza del presidente della Repubblica, hanno reso questa serata a Castel Gandolfo indimenticabile”. «È molto significativo – ha proseguito Benedetto XVI rivolgendosi a Baremboim – che Lei, Maestro, dopo aver raggiunto i traguardi più alti per un musicista, abbia voluto dar vita ad un progetto come quello della West-Eastern Divan Orchestra: un gruppo in cui suonano insieme musicisti israeliani, palestinesi e di altri Paesi arabi; persone di religione ebraica, musulmana e cristiana. I numerosi riconoscimenti di cui Lei e questa Orchestra siete stati insigniti dimostrano, al tempo stesso, l’eccellenza professionale e l’impegno etico e spirituale». Il Papa ha quindi riflettuto sui brani ascoltati, le Sinfonie Quinta e Sesta di Ludwig van Beethoven. «Queste due celeberrime Sinfonie – ha notato – esprimono due aspetti della vita: il dramma e la pace, la lotta dell’uomo contro il destino avverso e l’immersione rasserenante nell’ambiente bucolico». Concludendo il suo discorso ha poi affermato: «Il messaggio che vorrei trarne oggi è questo: per giungere alla pace bisogna impegnarsi, lasciando da parte la violenza e le armi, impegnarsi con la conversione personale e comunitaria, con il dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili».
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