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Il presidente russo accusa Kiev di crimini contro civili e repressione religiosa, sostenendo che le élite occidentali siano responsabili dell’escalation del conflitto
Il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato pesanti accuse contro il governo ucraino, denunciando violazioni dei diritti umani e della libertà religiosa, oltre a una presunta persecuzione dell’ortodossia in Ucraina. Le dichiarazioni di Putin sono giunte attraverso un messaggio inviato in occasione della prima russa del documentario “People of Christ. Our Time”, diretto dal regista serbo Emir Kusturica.
Un documentario che denuncia le persecuzioni
Secondo Putin, il documentario, già presentato a Belgrado lo scorso settembre, testimonia “eventi tragici” che includerebbero persecuzioni contro la Chiesa ortodossa ucraina, distruzione della memoria storica e crimini contro civili, orchestrati dal “regime di Kiev”. Il presidente russo ha affermato che queste azioni sarebbero il risultato delle politiche delle élite occidentali, che avrebbero alimentato il conflitto in Ucraina.
“La pellicola dà voce a riflessioni oneste condivise da persone di diverse nazionalità, tra cui sacerdoti, scrittori e giovani provenienti da Serbia, Italia, Russia e Ucraina,” ha dichiarato Putin, sottolineando che il film ha generato una forte eco pubblica durante la sua proiezione a Belgrado.
La questione religiosa al centro del dibattito
Il governo ucraino è stato più volte accusato da Mosca di perseguitare la Chiesa ortodossa ucraina fedele al Patriarcato di Mosca, considerata da Kiev uno strumento di propaganda russa e un possibile veicolo per attività sovversive. Tuttavia, Kiev ha giustificato le sue azioni come una necessità per tutelare l’indipendenza religiosa del Paese e promuovere una chiesa ortodossa nazionale autocefala.
Da parte sua, la Russia ha utilizzato il tema religioso come uno degli argomenti centrali nella sua narrativa sul conflitto, presentandosi come difensore dei valori tradizionali e della fede cristiana ortodossa.
Le reazioni internazionali
Le affermazioni di Putin trovano eco soprattutto in Serbia, dove il film di Kusturica ha suscitato ampio interesse. Tuttavia, molti analisti internazionali ritengono che tali accuse facciano parte della strategia russa per giustificare l’invasione dell’Ucraina e consolidare il supporto interno attraverso un appello ai valori spirituali e morali.
L’Occidente, al contrario, accusa Mosca di utilizzare la religione come pretesto per giustificare le proprie azioni, inclusa l’annessione illegale di territori ucraini.
Conclusioni
La questione religiosa, già profondamente intrecciata al conflitto geopolitico tra Russia e Ucraina, continua ad essere uno dei terreni di scontro più delicati. Mentre il film di Kusturica offre una narrazione che enfatizza le sofferenze dei fedeli ortodossi, resta aperto il dibattito su quanto queste accuse riflettano la realtà e quanto, invece, siano parte della propaganda russa.
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