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Albano Laziale – Quella che doveva essere la meritata conclusione di una carriera lavorativa si è trasformata in un incubo per Renzo Marianecci, un ex dipendente comunale di Nemi, intrappolato in una burocrazia lenta e inefficiente. Nonostante il riconoscimento del diritto alla pensione, l’uomo ha dovuto affrontare anni di errori, silenzi e rimbalzi di responsabilità tra Inps e vari CAF, senza ancora ottenere il pieno riconoscimento dei suoi diritti.
La vicenda
Marianecci aveva maturato i requisiti per la pensione anticipata a febbraio 2020, come confermato dal CAF Acli di Cecchina, che aveva inoltrato la richiesta basandosi sulla legge Fornero e sull’agevolazione prevista dalla legge 388/2000 per l’invalidità. Tuttavia, l’Inps liquidò la pensione con decorrenza maggio 2020, ignorando due mesi di diritto acquisito.
Il calvario burocratico
Il ritardo nei pagamenti scatenò un percorso tortuoso:
1. Prima fase (2020)
• Dopo la risposta dell’Inps del maggio 2020, l’uomo si recò al CAF Acli, che lo indirizzò a un avvocato per un ricorso a pagamento. Scoraggiato dai costi e dai rischi, decise di cercare altre strade.
• A fine 2020 si affidò al CAF Epas di Aprilia, che confermò i conteggi corretti e inviò una PEC all’Inps, rimasta senza risposta.
2. Ricorsi e rifiuti (2021-2022)
• Nel luglio 2021 fu presentato un ricorso, ma l’Inps lo respinse nell’aprile 2022, citando errori procedurali.
• Anche un secondo legale suggerito dal CAF Epas non fornì garanzie, spingendolo a rinunciare a questa opzione.
3. Tentativi diretti e ulteriori solleciti (2023-2024)
• Nonostante numerosi solleciti personali tramite il portale Inps, nessun progresso fu fatto.
• Nel marzo 2023 il pensionato si rivolse alla sede centrale del CAF Acli a Roma, che ripresentò il ricorso. Tuttavia, l’Inps lo dichiarò inammissibile per errore di competenza.
• Alla fine del 2023, un avvocato civilista richiese un riesame, ma anche questo tentativo non ottenne risposta.
4. Un barlume di speranza (2024)
• Nel maggio 2024, il pensionato Renzo Marianecci si recò presso il rinnovato ufficio del CAF Acli di Cecchina. Qui fu presentata una nuova richiesta all’Inps di Albano Laziale per la ricostituzione della pensione.
• A luglio, dopo un incontro con la responsabile dell’Inps Roma Tuscolano, fu riconosciuto l’errore: le agevolazioni previste dalla legge 388/2000 non erano state applicate. Tuttavia, nonostante le promesse, i pagamenti retroattivi non sono mai arrivati.
Uno stallo ingiustificabile
Ad oggi, novembre 2024, Renzo Marianecci attende ancora il riconoscimento definitivo dei due mesi mancanti. La vicenda solleva domande sull’efficienza delle istituzioni e sull’affidabilità degli enti di supporto come i CAF, evidenziando una gestione superficiale e non coordinata.
Questa storia rappresenta un caso emblematico di burocrazia inefficace, che lascia i cittadini in balia di ritardi e ostacoli per ottenere ciò che spetta loro di diritto. Dopo oltre 43 anni di lavoro, ciò che avrebbe dovuto essere un semplice passaggio burocratico si è trasformato in un’odissea senza fine, simbolo di un sistema che sembra lontano dal garantire giustizia e trasparenza.
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