Patrimonio naturale e identità comunitaria a rischio: cittadini in rivolta chiedono risposte trasparenti all’amministrazione sul destino degli alberi simbolo della piazza
Monte Compatri è teatro di una controversia che sta sollevando non poche polemiche tra i residenti e le autorità locali.
Al centro di questo dibattito si trovano i lecci centenari di Piazza Marco Mastrofini, il cui destino rimane avvolto nel mistero e nella preoccupazione. Già nel nostro precedente articolo (www.osservatoreitalia.eu/monte-compatri-abbattimento-leccio-centenario-di-piazza-mastrofini-malcontento-e-polemica-scoppiano-sui-social/) avevamo evidenziato il malcontento che si era diffuso in rete a seguito del seccarsi improvviso di uno dei lecci, un evento che aveva sollevato interrogativi e indignazione tra i cittadini. La reazione emotiva era comprensibile: questi alberi non sono solo piante, ma simboli di un’identità condivisa, testimoni silenziosi di un passato che ha plasmato la comunità. Con l’ordinanza n. 23 del 1 agosto 2024, il sindaco Francesco Ferri diede il via a una serie di operazioni, affidando un incarico agroforestale per analizzare la stabilità della pianta. Sorpresa: la conclusione fu che era necessario procedere all’abbattimento del leccio, ma quel provvedimento resta in sospeso. Oggi, a distanza di tempo, la situazione si complica ulteriormente. Pochi giorni fa è iniziata una potatura, considerata dalle voci della piazza molti “anomala”, che ha intaccato profondamente un altro leccio, il “gemello” di quello già malridotto. Una decisione che ha destato la curiosità e il timore di chi abita e respira l’atmosfera di questa piazza. Sollevando un coro di domande, i cittadini si interrogarono: “perché un intervento così drastico e contestato?” Ad oggi non ci sono state risposte chiare da parte dell’amministrazione.
In data 2 agosto 2024, avevamo inviato una PEC al Comune di Monte Compatri, chiedendo di visionare gli atti allegati all’ordinanza citata, ma, a oggi, il silenzio da parte degli uffici comunali permane.
Questo silenzio non fa che alimentare le già diffuse voci di corridoio sulle possibili cause del seccamento del leccio: si parla di esche topicide disperse nella zona, della presenza di una colonia felina come fattore di disturbo, e di altre ipotesi che osano sfidare la razionalità.
I lecci di piazza Marco Mastrofini non rappresentano solo un elemento di pregio paesaggistico, ma un patrimonio culturale e storico che va preservato e tutelato. La loro presenza è un segno di continuità tra il passato e il presente di Monte Compatri, un taccuino di memorie collettive che racconta storie di vite e di battaglie quotidiane. A fronte dell’assenza di comunicazione ufficiale, ci si domanda se l’amministrazione abbia davvero a cuore il benessere dei suoi cittadini e del loro ambiente. Affrontare la questione con trasparenza è fondamentale in una comunità che si prefigge di essere inclusiva e partecipativa.
È tempo che il Sindaco e il Consiglio comunale rispondano alle legittime domande dei cittadini, affinché Monte Compatri non si trovi, nei prossimi anni, a fare i conti con un altro aspetto dell’impoverimento del suo patrimonio naturale. Solo il dialogo aperto e onesto potrà sanare le fratture e ridare vita a questa splendida piazza, cuore pulsante di una comunità che vuole continuare a scrivere la propria storia senza dimenticare le radici.