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Trump chiama Musk a Washington: il magnate di Tesla e X verso un ruolo chiave nell’amministrazione

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L’imprenditore potrebbe guidare un Dipartimento per l’Efficienza del Governo, con ampie deleghe su intelligenza artificiale, esplorazione spaziale e deregolamentazione

Appena eletto presidente, Donald Trump ha riservato a Elon Musk un elogio altisonante, definendolo “quel gran genio del mio amico”. La dichiarazione è apparsa come un segnale chiaro del ruolo di primo piano che il magnate di Tesla e di X (ex Twitter) giocherà nella futura amministrazione. Con un patrimonio stimato a 260 miliardi di dollari, Musk si prepara a diventare uno dei consiglieri più influenti di Trump, in un incarico che potrebbe comportare ampi poteri per incidere sulla gestione federale e promuovere temi chiave come intelligenza artificiale, esplorazione spaziale e politiche industriali.

Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, Musk potrebbe essere chiamato a capo di un nuovo Dipartimento per l’Efficienza del Governo (soprannominato “Doge” in omaggio alla criptovaluta che Musk ha spesso sostenuto). La struttura sarebbe incaricata di operare significativi tagli alla burocrazia federale, una missione che rispecchia le critiche espresse più volte da Musk verso quella che considera una macchina amministrativa ingombrante e inefficiente.

Musk non ha mai nascosto le sue posizioni politiche controverse. Da autodefinitosi “assolutista della libertà di parola”, ha criticato il progressismo “woke” e i media tradizionali, sostenendo posizioni in linea con la campagna di Trump. Nei mesi precedenti al voto, il CEO di X ha fatto una mossa politica evidente, schierandosi apertamente con il candidato repubblicano e donando oltre 100 milioni di dollari al comitato America Pac, sostenitore di Trump.

Durante la campagna elettorale, Musk ha amplificato il suo supporto via social, generando una mole impressionante di contenuti: nelle ultime 24 ore prima del voto, ha twittato quasi 200 volte, con post che hanno totalizzato circa 955 milioni di visualizzazioni, secondo un’analisi del Financial Times. Nel corso di un’intervista a Tucker Carlson, Musk ha dichiarato: “Gioco per vincere, e non accetto mezze misure”, enfatizzando la sua intenzione di portare avanti un’agenda radicale al fianco del presidente eletto.

L’attivismo di Musk non è privo di controversie. Secondo PolitiFact, nelle prime due settimane di ottobre Musk ha pubblicato 450 post contenenti una grande quantità di disinformazione, che ha generato milioni di visualizzazioni e interazioni su X. I critici sostengono che l’imprenditore stia polarizzando la piattaforma e promuovendo narrazioni estremiste, riducendo al contempo la moderazione e il controllo sui contenuti.

Nonostante le critiche, l’entourage di Trump ha lodato il contributo di Musk alla campagna elettorale, attribuendogli il merito di aver rafforzato la voce dei conservatori sui social e di aver portato “trasparenza” alla politica. Il sostegno di Musk si è tradotto in benefici anche per Tesla, che ha riportato guadagni significativi in Borsa grazie all’entusiasmo per il nuovo ciclo politico.

L’influenza di Musk nella Casa Bianca potrebbe estendersi oltre il semplice ruolo di consigliere. Fonti riportano che il magnate della tecnologia potrebbe portare con sé alleati di alto profilo, come l’investitore David Sacks e Palmer Luckey, co-fondatore della start-up di tecnologia difensiva Anduril. Questa rete di contatti della Silicon Valley promette di rafforzare l’agenda di deregolamentazione e innovazione che Musk e Trump condividono.

Intanto, anche dall’estero si osserva con attenzione la nuova direzione della politica americana. Analisti economici e politici, tra cui rappresentanti della finanza mondiale, esprimono preoccupazioni su come l’influenza di Musk e della sua visione ultraliberale impatteranno sui delicati equilibri commerciali e ambientali.

In una Casa Bianca che si appresta a incarnare un nuovo ciclo politico, Elon Musk si trova quindi al centro della scena, pronto a usare il suo ruolo per indirizzare una serie di riforme che, se attuate, potrebbero ridefinire il volto dell’amministrazione pubblica americana.

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