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Il ritorno del Tycoon alla presidenza potrebbe segnare un cambiamento radicale nella politica estera americana, con potenziali ripercussioni sui conflitti e le alleanze internazionali
Le elezioni presidenziali statunitensi, seguite con ansia sia a livello nazionale che internazionale, stanno assumendo contorni sempre più drammatici. Con Donald Trump proiettato alla vittoria in stati decisivi come North Carolina e Georgia e con un vantaggio che si consolida in molti altri stati chiave, la sfida per la vicepresidente Kamala Harris diventa sempre più ardua. Secondo John King della CNN, Harris non può permettersi di perdere la Pennsylvania per avere qualche speranza di successo. Con il 93% dei voti contati nello stato, Trump mantiene un vantaggio di oltre tre punti. Nonostante la possibilità che Harris riesca a colmare il divario grazie ai voti restanti nella città di Philadelphia, le prospettive rimangono incerte e difficili.
La prospettiva di un ritorno di Trump alla Casa Bianca genera forti preoccupazioni a Kiev. Durante la sua presidenza, Trump è stato spesso accusato di avere un atteggiamento ambiguo nei confronti della Russia, sollevando dubbi sulla solidità del sostegno statunitense all’Ucraina. Un secondo mandato potrebbe portare a un ridimensionamento dell’assistenza militare ed economica fornita a Kiev, con il rischio di indebolire la resistenza ucraina in un conflitto che già grava pesantemente sulla popolazione e sull’economia del paese.
Analisti politici, come l’esperto di affari internazionali Michael Clarke, sottolineano che “la vittoria di Trump potrebbe rappresentare un cambiamento radicale nella politica estera statunitense, in particolare per quanto riguarda l’approccio verso Mosca”. La sua politica di ‘America First’ potrebbe tradursi in un disimpegno dalle responsabilità internazionali, lasciando un vuoto che altre potenze, come la Cina, potrebbero rapidamente colmare.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, senza commentare direttamente i risultati elettorali, ha ribadito la necessità di un’alleanza solida con gli Stati Uniti, sottolineando che “la stabilità e la sicurezza dell’Europa dipendono anche dalla determinazione e dal supporto degli alleati transatlantici”.
Non solo l’Ucraina, ma anche il Medio Oriente guarda con apprensione ai risultati delle elezioni statunitensi. La politica di Trump, durante il suo primo mandato, è stata caratterizzata da un forte sostegno a Israele e da un approccio duro nei confronti dell’Iran. La sua uscita dall’accordo sul nucleare iraniano ha segnato un momento di forte tensione nella regione e un ritorno di Trump potrebbe portare a un inasprimento delle relazioni con Teheran.
I leader israeliani, tra cui il primo ministro, hanno accolto con favore le precedenti politiche di Trump, che includevano lo spostamento dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme e il riconoscimento delle Alture del Golan come territorio israeliano. “Con Trump, abbiamo visto una politica chiara e decisa a favore della sicurezza e della stabilità di Israele”, ha dichiarato un ex alto funzionario del governo israeliano.
D’altra parte, i paesi arabi e i loro rappresentanti osservano con cautela gli sviluppi. L’analista politico saudita Fahad Nazer ha commentato: “Un ritorno di Trump potrebbe riaccendere tensioni che gli ultimi anni hanno cercato di mitigare, spingendo i paesi del Golfo a rivedere le proprie strategie di sicurezza e cooperazione.”
A rendere ancora più complessa la situazione, la proiezione della CNN indica che i Repubblicani si sono già assicurati il controllo del Senato, un risultato che potrebbe influenzare notevolmente la prossima presidenza, sia che vinca Trump sia che, per una svolta inattesa, vinca Harris. Un Senato a maggioranza repubblicana rafforzerebbe l’agenda di Trump, permettendogli di perseguire le sue politiche senza troppi ostacoli. Per Harris, al contrario, significherebbe dover affrontare un’opposizione agguerrita e probabilmente ostile alle sue proposte legislative.
La possibilità di una nuova presidenza Trump apre scenari che potrebbero ridisegnare la mappa delle alleanze e degli equilibri internazionali. L’Ucraina si prepara a una possibile diminuzione del supporto, mentre il Medio Oriente si trova a fare i conti con un futuro potenzialmente più instabile. Nel frattempo, il mondo intero osserva, consapevole che le decisioni prese a Washington influenzeranno profondamente l’assetto geopolitico dei prossimi anni.
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