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Economia e Finanza

Finanziaria 2024: Tajani spinge per il taglio delle tasse e dei tassi d’interesse

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Divisioni nel governo e attacchi dall’opposizione

Al centro del dibattito politico ed economico nazionale torna il tema della manovra finanziaria, con il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ribadisce la necessità di ridurre la pressione fiscale per incentivare la crescita. In un intervento a San Paolo, durante una missione in America Latina, Tajani ha parlato davanti a una vasta rappresentanza di manager e imprese, sottolineando come la ricetta principale per il rilancio economico sia tagliare le tasse.

“Dobbiamo continuare a lavorare per ridurre la pressione fiscale, perché l’unica ricetta per la crescita è quella di ridurre le tasse”, ha dichiarato Tajani, mettendo in evidenza che una minore pressione fiscale non solo stimolerebbe l’economia, ma aiuterebbe anche a ridurre il debito pubblico. “Anche per ridurre il debito dobbiamo puntare sulla crescita economica”, ha aggiunto, facendo riferimento alla difficile situazione dei conti pubblici italiani, aggravata da un debito che supera il 140% del PIL.

Tajani ha poi affrontato il tema del costo del debito pubblico, lanciando un appello alla presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, affinché intervenga in modo più incisivo sui tassi d’interesse. “Noi paghiamo più per interessi sul debito pubblico rispetto a quanto spendiamo per la sanità,” ha sottolineato. “È giunta l’ora che finalmente la signora Lagarde abbassi in maniera più sostanziosa i tassi.”

Le parole di Tajani riflettono le preoccupazioni del governo italiano di fronte a una politica monetaria restrittiva della BCE che, con l’aumento dei tassi d’interesse, rende sempre più oneroso il finanziamento del debito. “Serve più coraggio – ha insistito Tajani –. Se si vuol crescere, in questa fase bisogna diminuire il costo del denaro.”

La proposta di Tajani ha suscitato diverse reazioni all’interno del governo. La premier Giorgia Meloni ha ribadito la necessità di mantenere una linea di rigore sui conti pubblici, pur riconoscendo l’importanza di sostenere la crescita attraverso una riforma fiscale più incisiva. “Tagliare le tasse è uno degli obiettivi principali del governo, ma dobbiamo farlo senza compromettere la sostenibilità del bilancio,” ha detto Meloni, cercando di bilanciare le richieste di rilancio economico con la responsabilità fiscale.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha invece mostrato un approccio più prudente. Pur condividendo la necessità di ridurre le tasse, ha ricordato che “ogni intervento fiscale deve essere attentamente calibrato per non compromettere l’equilibrio dei conti pubblici”, sottolineando l’importanza di garantire entrate sufficienti per il finanziamento dei servizi essenziali come sanità e istruzione.

Dall’opposizione, il segretario del Partito Democratico, Elly Schlein, ha attaccato il governo, accusandolo di non affrontare con decisione il problema dell’evasione fiscale e di voler ridurre le tasse ai più ricchi. “Si parla di riduzione della pressione fiscale senza mai mettere mano seriamente all’evasione. Chi pagherà queste riduzioni? Non possiamo accettare una manovra che taglia le risorse alla sanità e all’istruzione,” ha affermato Schlein.

Anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha criticato le politiche economiche del governo: “Non possiamo continuare a puntare sulla riduzione delle tasse senza una strategia seria di investimenti pubblici. La crescita va sostenuta con politiche industriali e infrastrutturali, non solo con meno tasse.”

Il dibattito sulla politica fiscale si intreccia inevitabilmente con le decisioni della BCE, che ha recentemente adottato una linea dura contro l’inflazione. La politica dei tassi alti, secondo Lagarde, è necessaria per contenere i prezzi, ma sta avendo effetti collaterali significativi sui paesi con un elevato debito pubblico, come l’Italia.

Tajani, pur riconoscendo l’indipendenza della BCE, ha espresso apertamente il suo dissenso: “La Banca centrale è indipendente, ma io sono libero di esprimere le mie idee. E le mie idee sono che, per far crescere l’Italia, bisogna abbassare il costo del denaro.” La tensione con la BCE rappresenta una sfida per il governo italiano, che si trova a dover bilanciare il rilancio economico con le stringenti regole europee sui conti pubblici.

La manovra finanziaria 2024 si annuncia quindi come un campo di battaglia tra visioni economiche contrastanti: da una parte, chi preme per una riduzione significativa delle tasse e dei tassi d’interesse per stimolare la crescita, e dall’altra chi teme che tali misure possano compromettere la stabilità fiscale del Paese.

Le prossime settimane saranno decisive per definire i contorni della manovra e per capire se il governo riuscirà a trovare un equilibrio tra gli impegni europei, il rilancio economico e le pressioni interne per una riduzione della pressione fiscale.

Economia e Finanza

Roma, proposta per il taglio di 500 miliardi di “Sprechi e Malapolitica”: la video intervista a Maria Grazia Cucinotta

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L’obiettivo è raggiungere entro il 31 ottobre, le 50.000 firme

“Andiamo tutti a firmare per riportare benessere e dignità a tutti gli italiani.”
Vengono dal cuore le parole della “Madrina” di questa iniziativa, l’attrice ed icona della cultura e della bellezza italiana, Maria Grazia Cucinotta che è da sempre donna impegnata nel sociale ed in difesa dei più deboli.

INTERVISTA A MARIA GRAZIA CUCINOTTA IN ESCLUSIVA PER IL NOSTRO GIORNALE

Si è tenuta a Roma all’hotel Hive la conferenza stampa di presentazione della Proposta di Legge di Iniziativa Popolare promossa dal Comitato Stiamo Uniti costituito da Adusbef, Anildd, Codacons, Comitato dei 500 e Unione Popolare. Donne, uomini, professionisti, imprenditori senza sponsor politici o partiti, mossi soltanto dall’unico desiderio di recuperare importanti risorse economiche dei cittadini italiani e ridistribuirle con mirati programmi di intervento alle fasce più deboli della società e per diminuire le tasse.

Maria Grazia Cucinotta durante la conferenza stampa

L’obiettivo è raggiungere entro il 31 ottobre, le 50.000 firme necessarie per far approdare in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata al taglio di 500 miliardi di “Sprechi e di Malapolitica”.
“Siamo in un baratro così forte che l’attuale situazione economico politica del nostro rischia di non permettere più di poter concedere aiuti concreti alle famiglie”, ha dichiarato nel suo intervento l’architetto Roberto Mezzaroma, già parlamentare europeo ed uno dei “motori attivi” di questo comitato.
“Questa proposta popolare punta – ha poi concluso nel suo intervento – a ridare fiducia al nostro Paese permettendogli di riacquistare una credibilità economica che il forte debito pubblica mina ormai da decenni”.


“Una iniziativa che nasce dal basso, dalle necessità dei cittadini italiani – queste le parole di Maria di Prato imprenditrice con alle spalle due referendum, rispettivamente uno contro il finanziamento pubblico ai partiti con Unione Popolare e l’altro per ridurre gli stipendi ai parlamentari – che ha come obiettivo quello di sanare tante situazioni che creano e diffondono nel nostro Paese Sprechi e Malagestione delle tante risorse economiche prodotte dai cittadini italiani”.

nella foto da sx il professor Antonio Gabino, l’architetto Roberto Mezzaroma, la giornalista Maria Grazia Giordano, la dottoressa Maria di Prato e l’avvocato Evandro Senatra, presidente del Comitato “Stiamo Uniti”

Con loro, il professor Salvatore Sfrecola, già Magistrato della Corte dei Conti ed attuale Presidente dell’Associazione Italiana Giuristi di Amministrazione, che ha lanciato l’iniziativa dell’Osservatorio di controllo e monitoraggio degli sprechi nella PA, il professor Antonio Gambino che ha tenuto una interessante relazione su temi finanziari italiani e di respiro internazionale, la dottoressa Barbara Mezzaroma, imprenditrice edile che ha denunciato la mafia di Ostia, non scendendo a patti con i criminali e ha esortato ad avere coraggio per portare avanti iniziative come quella della raccolta firme. È intervenuto anche Gianluca di Ascenzo, Presidente del Codacons, sottolineando che questa iniziativa è importante perché mirata anche alla difesa e tutela dei diritti di utenti e consumatori e l’avvocato Evandro Senatra, presidente del Comitato promotore.

Barbara Mezzaroma, imprenditrice edile

Tra i presenti anche Lombardia Civica che ha spiegato le ragioni del suo sostegno ed ha annunciato una serie di banchetti itineranti in tutta la Lombardia per la raccolta delle firme.

Una proposta che punta a far rinascere la fiducia e la speranza partendo dalla volontà stessa dei cittadini italiani desiderosi, ormai da troppo tempo, di ritrovare un paese meritocratico, capace di investire nelle proprie ricchezze e, soprattutto, scevro da ogni “spreco e malagestione”.

Al via quindi la raccolta delle firme sia telematicamente cliccando questo link https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/1200000

con l’utilizzo dello SPID o della carta elettronica che nei vari gazebo in giro per l’Italia.

foto e video by L.I.

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Economia e Finanza

Manovra sugli extraprofitti: si apre la frattura nella maggioranza

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Fratelli d’Italia aperta al dialogo, ma Tajani avverte: “Nessuna tassa imposta dall’alto”

Il Ministero dell’Economia sta valutando l’ipotesi di introdurre un prelievo “solidale” una tantum, applicabile sugli extraprofitti realizzati negli ultimi 12-24 mesi da banche, assicurazioni e aziende del settore energetico. La misura, che prevede un contributo dell’1% o del 2%, potrebbe servire a reperire le risorse necessarie per la prossima manovra economica del governo. Tuttavia, la proposta ha già scatenato un acceso dibattito all’interno della maggioranza, con Forza Italia che si oppone fermamente a qualsiasi forma di tassazione aggiuntiva.

La proposta del prelievo solidale

L’idea di un prelievo solidale nasce dalla necessità di trovare fondi per sostenere le famiglie e le imprese italiane in un contesto economico incerto. Il contributo, calcolato sui profitti generati negli ultimi due anni da banche e aziende energetiche, verrebbe realizzato in un’ottica di cooperazione e confronto tra il governo e i settori interessati.

Nonostante la misura sia ancora in fase di valutazione, il presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato (Fratelli d’Italia), ha dichiarato che non si tratta di un intervento punitivo. Al contrario, Osnato ha sottolineato come molte banche si siano già dimostrate disponibili a collaborare. “Se il governo dovesse avere bisogno di più risorse per intervenire su famiglie e imprese, ci sarebbe anche questa possibilità”, ha spiegato Osnato, aggiungendo che la misura potrebbe essere vantaggiosa anche per gli istituti bancari, poiché contribuirebbe a rafforzare il potere d’acquisto delle persone.

La posizione di Forza Italia

Tuttavia, Forza Italia si è schierata contro l’idea di una nuova tassa sugli extraprofitti. Il leader del partito, Antonio Tajani, ha ribadito la linea del partito, spiegando che la formazione azzurra non voterà alcuna tassazione imposta dall’alto. “Abbiamo sempre detto no alle tasse sugli extraprofitti delle banche,” ha dichiarato Tajani, specificando che un prelievo del genere danneggerebbe la credibilità del Paese e le piccole realtà locali, come le banche cooperative.

Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha espresso ulteriori preoccupazioni per le reazioni dei mercati finanziari, sostenendo che una tassa retroattiva sui profitti potrebbe creare instabilità economica. Barelli ha sottolineato che Forza Italia preferisce misure concertate con il sistema bancario, che già contribuisce alla stabilità economica del Paese.

Le tensioni nella maggioranza

La proposta del prelievo solidale sta generando una spaccatura all’interno della coalizione di governo. Mentre Fratelli d’Italia vede la misura come una possibile soluzione per reperire fondi necessari, Forza Italia si oppone categoricamente, mettendo in discussione l’efficacia e l’opportunità di un simile intervento. Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia, ha definito l’idea di una tassa sugli extraprofitti come una distorsione del mercato, ribadendo che il suo partito è contrario a qualunque tipo di intervento statale in questa direzione.

Nonostante le divergenze, all’interno della maggioranza si respira ancora un certo ottimismo. Secondo Marco Osnato, la decisione definitiva sarà presa solo una volta chiarite le necessità finanziarie del governo. Per ora, la discussione è aperta, ma resta da vedere se sarà possibile trovare un compromesso tra le diverse forze politiche.

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Italia regina dei Superyacht: la leadership globale tra produzione e formazione

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l Belpaese domina il settore della cantieristica nautica e diventa punto di riferimento per la formazione di professionisti specializzati. Nicola Carbonara: “Innovazione, lusso e design sono il futuro.”
 
L’Italia si conferma leader mondiale nella produzione di superyacht, con una quota di mercato che sfiora il 54%. Durante il Cannes Yachting Festival, in corso dal 10 al 15 settembre, i riflettori sono puntati sui grandi cantieri italiani, che rappresentano il cuore dell’industria nautica di lusso. Con un fatturato di 4,4 miliardi di euro, la cantieristica italiana continua a crescere, dimostrando la sua eccellenza sia nel design che nella qualità.
 
Nicola Carbonara, imprenditore e fondatore dell’IET – Istituto Europeo del Turismo e di altri enti formativi, ha partecipato al festival, sottolineando l’importanza di una formazione di alto livello per mantenere questo primato. “La richiesta di personale qualificato come hostess, steward e marinai è altissima e ancora insoddisfatta”, ha affermato Carbonara. I suoi istituti sono ormai un punto di riferimento internazionale per chi desidera una carriera nel settore della nautica di lusso.
 
Secondo l’imprenditore, la ripresa post-Covid del settore è evidente: “Il mercato ha finalmente superato lo stallo e vediamo un ritorno alla produzione a pieno ritmo, sia per le nuove imbarcazioni che per l’usato”. Il focus oggi è su yacht sempre più grandi, dotati delle più avanzate tecnologie, in cui il design si spinge verso l’idea di vere e proprie ville galleggianti.
 
L’Italia non è solo una potenza produttiva, ma anche un faro per la formazione dei professionisti che lavorano a bordo di queste imbarcazioni. Con la crescita continua del settore, investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze rimane fondamentale per consolidare la leadership mondiale.
Privo di virus.www.avast.com



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