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Monte Compatri, lettere al giornale: “Il pessimo stato del marciapiede di via San Silvestro”

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Da anni ormai, i cittadini di Monte Compatri stanno vivendo una situazione di disagio e pericolo a causa della mancanza di manutenzione del marciapiede in via San Silvestro.
Tante le lettere e le segnalazioni ed ultima, solo in ordine temporale, ci è arrivata pochi giorni fa in redazione.

pec inviata dal nostro lettore alla Città Metropolitana di Roma Capitale

Un problema che risale addirittura al 2016, come si evince dalle “foto estratte dallo street view di google”, come ci scrive uno dei nostri lettori.
A pochi passi dall’ospedale San Raffaele, una delle strutture sanitarie più importanti del territorio, il marciapiede si presenta in condizioni deplorevoli.
Addirittura un tombino sfondato e transennato “rotto da 2 anni” e “NESSUNO interviene per la riparazione”.
Le transenne, posizionate per segnalare il pericolo, non bastano a mettere al riparo i cittadini che quotidianamente transitano per questa via.

foto del tombino inviata dal nostro lettore e scattate il 23 settembre 2024

Il tombino rovinato, non solo rappresenta un possibile infortunio, ma è anche un serio ostacolo per le persone con mobilità ridotta, i genitori con passeggini e gli anziani.

foto inviata dal nostro lettore risalente, come indica street view di google, al luglio 2016

Addirittura una transenna metallica posta sul marciapiede costringe i cittadini ad “avventurarsi” in mezzo alla strada e, ci scrive ancora il nostro lettore, “anche in questo caso foto aggiornate e risalenti al 2008 e al 2017”.

foto inviata dal nostro lettore risalente, come indica street view di google, al luglio 2022

Negli ultimi anni, i residenti ed i cittadini hanno più volte richiamato l’attenzione delle autorità comunali sulla questione, ma gli appelli sono stati finora ignorati.
La frustrazione cresce ogni giorno che passa, con molti che si chiedono quanto ancora dovranno attendere per vedere una soluzione.

un collage di foto inviate dal nostro lettore e scattate il 23 settembre 2024

“È inaccettabile che in una zona così importante non venga curata la sicurezza dei pedoni”, afferma uno dei commercianti del paese, che preferisce rimanere anonimo per timore di ritorsioni.
Affrontare la situazione in modo tempestivo è diventato un imperativo.
Non solo per garantire la sicurezza dei pedoni, ma anche per preservare l’immagine di Monte Compatri come comunità attenta e responsabile nei confronti dei propri cittadini.
La manutenzione delle infrastrutture pubbliche è un dovere delle amministrazioni locali, e i cittadini non possono più tollerare tale abbandono.

altro collage di foto inviate dal nostro lettore e scattate il 23 settembre 2024

La sicurezza dei cittadini deve essere una priorità assoluta e non un tema da rinviare ulteriormente.
Ci auguriamo che questa situazione possa trovare una rapida soluzione, affinché i cittadini di Monte Compatri possano tornare a sentirsi al sicuro nel proprio territorio.
La speranza è quella di vedere, finalmente, una risposta concreta da parte delle amministrazioni, affinché episodi simili non si ripetano in futuro.

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Scandalo a Nemi, il sindaco Bertucci e sua moglie al centro di un esposto

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Accuse di irregolarità nei lavori all’appartamento del primo cittadino

Un caso che ha il sapore dello scandalo si abbatte sul piccolo comune di Nemi. Al centro della vicenda, descritta in un esposto dettagliato presentato da un cittadino originario di Nemi e indirizzato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, ci sono accuse gravi nei confronti del sindaco Alberto Bertucci e di sua moglie.

Secondo quanto riportato, i coniugi avrebbero realizzato interventi edilizi su un immobile nel centro storico del paese arbitrariamente, senza il consenso dei proprietari delle parti comuni dell’edificio quale facciata, tetto e sottotetto.

L’edificio nel quale sono situati gli immobili del sindaco Alberto Bertucci hanno importanti parti in comune con altri immobili parimenti contenuti nello stesso edificio, dove, per altro, insiste un’attività commerciale.

L’esposto narra di lavori condotti dai Bertucci senza nessun accordo preventivo con i comproprietari e senza alcuna dichiarazione che l’intervento edilizio avrebbe interessato le parti comuni dell’edificio negli atti depositati per le pratiche edilizie che hanno interessato gli immobili. E cosa ancor più grave, si presume, senza tutte le necessarie autorizzazioni.

Questi lavori hanno comportato la demolizione di parti comuni del tetto e della facciata dell’edificio, nonché di una canna fumaria a servizio da sempre dell’attività commerciale e risalente agli anni ’50. Il tutto sempre riconducibile alle parti di proprietà di terzi.
I lavori hanno comportato la realizzazione di un balcone, interventi sui solai senza nulla osta del genio civile, oltre che di canne fumarie che, secondo quanto affermato, sarebbero di esclusiva proprietà dell’esponente. Nonché, addirittura l’annessione alla proprietà Bertucci del sottotetto, ex parte comune dell’edificio.

Ma c’è di più: pare che l’amministrazione comunale, che dovrebbe essere la prima a vigilare sul rispetto delle normative edilizie, non sia intervenuta d’iniziativa per fermare i lavori come avvenuto, invece, per numerose situazioni d’immobili ricadenti nel territorio di Nemi.

Un comportamento che, se confermato, getterebbe un’ombra molto pesante sulla gestione del Comune da parte del sindaco.

Gli atti allegati all’esposto, che la nostra redazione ha avuto modo di visionare, mostrano chiaramente come i lavori siano stati eseguiti “senza alcun accordo” tra le parti coinvolte, in violazione delle regole urbanistiche che disciplinano le modifiche agli edifici storici.

Le foto ante e post operam, allegate all’esposto, evidenziano chiaramente la trasformazione degli spazi e i danni subiti dalle parti comuni dell’immobile. Particolarmente grave è l’accusa relativa alla demolizione delle canne fumarie. Due di queste, poste sul tetto dell’edificio, sono state smantellate senza preavviso e una sola di esse è stata ripristinata. Tuttavia, il documento sottolinea come quella rimasta demolita fosse funzionale all’attività commerciale all’interno dello stabile e di esclusiva proprietà del denunciante. Questa demolizione ha generato un atto amministrativo a carico del locale.

Questi interventi edilizi operati dai coniugi Bertucci sono stati constatati dall’esponente circa un anno fa. Prima avrebbero smantellato il manto di copertura a tegole e poi proceduto a demolire il tetto stesso.

Ancora più grave, si legge nell’esposto, che “le opere edili portate avanti dai coniugi Bertucci avevano scalzato le altezze del tetto di circa 2 metri”

Non si tratta solo di un problema edilizio, ma di una questione morale. Se le accuse dovessero essere confermate, l’operato del sindaco Bertucci rappresenterebbe un clamoroso “abuso di potere”. Un sindaco dovrebbe essere l’esempio di legalità e trasparenza, e non protagonista di condotte che vanno contro la legge e danneggiano il patrimonio comune.

Il documento presentato alla Procura chiede che vengano effettuate tutte le verifiche del caso, al fine di accertare eventuali illeciti penali e, qualora se ne riscontrasse la presenza, procedere con le azioni legali del caso.

Una denuncia che potrebbe sfociare in un vero terremoto politico per il comune di Nemi. La nostra redazione ha avuto accesso non solo all’esposto, ma anche a una serie di immagini esclusive che documentano lo stato dell’immobile prima e dopo i lavori effettuati dai Bertucci.

Le immagini confermano senza ombra di dubbio le trasformazioni descritte e la portata dei lavori che, secondo l’esponente, hanno alterato la struttura originaria dell’edificio. Se confermate, queste accuse metterebbero il sindaco Bertucci di fronte a una situazione estremamente delicata, non solo dal punto di vista giudiziario, ma anche da quello politico e morale. Un “padre di famiglia” e primo cittadino che viola le leggi che lui stesso dovrebbe far rispettare rappresenta un esempio devastante per l’intera comunità.

Mentre la vicenda si sviluppa e gli organi competenti conducono le indagini, i cittadini di Nemi attendono con ansia di sapere la verità. Se le accuse dirette ai coniugi Bertucci si riveleranno fondate, ci troveremmo di fronte a un caso che minerebbe profondamente la fiducia nelle istituzioni locali e nella figura del primo cittadino.

La Procura della Repubblica è stata chiamata a fare chiarezza, e ora la palla è nelle mani della giustizia. Noi de L’Osservatore d’Italia continueremo a seguire da vicino questo caso, con la speranza che venga fatta piena luce su un episodio che rischia di travolgere l’amministrazione comunale di Nemi.

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Ariccia, investe e uccide la moglie durante una manovra con l’auto

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Un drammatico incidente si è consumato nel pomeriggio di ieri ad Ariccia, in via dei Lecci. Un uomo di 74 anni, mentre faceva retromarcia con la propria auto, ha investito e ucciso accidentalmente la moglie, una donna di 66 anni. La tragedia si è verificata in un attimo: l’uomo non si è accorto della presenza della moglie dietro al veicolo, e il destino ha voluto che un semplice errore si trasformasse in una fatalità.

Subito dopo l’incidente, la donna è stata trasportata d’urgenza in ospedale, ma purtroppo è deceduta poco dopo a causa delle gravi lesioni riportate. Sul luogo dell’incidente sono prontamente intervenuti i carabinieri della stazione di Ariccia e la polizia locale per i primi rilievi.

Secondo le prime ricostruzioni fornite dagli inquirenti, l’uomo, in evidente stato di shock, non avrebbe avuto la minima consapevolezza che la moglie si trovasse così vicino all’auto. “Erano una coppia affiatata, sempre insieme,” racconta un vicino di casa che li conosceva da tempo. “Non posso immaginare il dolore che starà provando ora. È stato solo un tragico incidente, ma il peso di questa disgrazia lo porterà per tutta la vita.”

Le indagini
Al momento, il veicolo è stato sequestrato e sono state avviate le indagini per omicidio stradale colposo, come previsto dalla legge in casi di incidenti mortali. La Procura di Velletri si sta occupando del caso e la salma della donna è stata messa a disposizione della magistratura per gli esami necessari.

Un amico di famiglia, visibilmente commosso, ha dichiarato: “Li ho visti crescere insieme, affrontare ogni momento con forza e affetto reciproco. Questa tragedia è come una pugnalata al cuore per tutti noi che li conoscevamo. Non ci sono parole per descrivere quanto siamo affranti.”

Il dolore è palpabile anche tra i residenti della zona, molti dei quali descrivono la coppia come un esempio di legame solido e affettuoso. “Si aiutavano sempre l’un l’altro,” riferisce una conoscente. “Non so come riuscirà ad andare avanti senza di lei.”

L’intera comunità di Ariccia si stringe attorno all’uomo, in un abbraccio silenzioso che cerca di colmare il vuoto lasciato da questa immane tragedia.

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Rocca Priora, scontro in Consiglio Comunale: Milco Rufini regala il Regolamento al Presidente Spoto

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Servizi sociali: L’assessore Lavalle annuncia un bando per il rimborso delle rette degli asili nido con fondi ministeriali

Nel Consiglio Comunale tenutosi ieri a Rocca Priora è andato in scena questo “inedito episodio” tra il consigliere comunale, Milco Rufini, ed il presidente del Consiglio Comunale, Franco Spoto.
“Presidente vorrei farle un regalo, se mi permette – queste le parole del consigliere Rufini.
Le ho regalato una copia del Regolamento del Consiglio, perché credo ne abbia bisogno, visto che la seduta di oggi è stata convocata contravvenendo a ogni regola istituzionale e contro quello che stabilisce il Regolamento dei lavori del Consiglio. Se lo ritiene utile, come credo, lo potrà distribuire anche all’interno della sua Maggioranza. È uno strumento utile!”

Un “siparietto” dovuto al ritiro di un punto all’ordine del giorno che prevedeva la ratifica della Deliberazione di Giunta Municipale n. 22 del 30 luglio 2024.
Il ritiro del punto, richiesto dal capogruppo di Fare Rocca Priora, David de Righi, ha innescato la “reazione” del Consigliere Rufini che ha incentrato il suo discorso nei riguardi del presidente Spoto sulla procedura di convocazione che passa, per quanto disposto dal Regolamento del Consiglio Comunale di Rocca Priora, attraverso la convocazione preventiva della Conferenza dei Capigruppo.


“Niente di questo è avvenuto, ha proseguito il consigliere Rufini, anzi Lei – rivolgendosi al presidente Franco Spoto – ha convocato il Consiglio prima che si svolgesse la Capigruppo, e questa è una mancanza di rispetto nei confronti del mio ruolo di Consigliere in rappresentanza di una parte di cittadine e cittadini che hanno scelto di non votarvi, che hanno scelto un progetto politico differente: ecologista e progressista, e che mi vede rappresentarli nel ruolo di Opposizione, di Minoranza”.

“Vivace” l’intervento del capogruppo di Coraggio Rocca Priora, Riccardo Savo, che, dapprima, “denuncia” la tempistica della convocazione del consiglio comunale avvenuta “in fretta e furia”, e poi di “poca correttezza” riferendosi all’amministrazione comunale e “di superficialità e mancato impegno nei confronti delle norme e verso i cittadini”.
Il sindaco, Claudio Fatelli, chiarendo poi nel suo intervento, si è assunto la responsabilità dell’accaduto, immediatamente seguito dall’assessore al bilancio, Flavia Testa.
Il suo rammarico, spiega poi in seguito, è dovuto dal fatto che nella commissione tenutasi al mattino nessuno dei presenti si era posto tale problematica.
Duro l’intervento della già sindaco di Rocca Priora, Anna Gentili, che rincara la dose nei confronti dell’amministrazione parlando di una “ratifica fuori tempo massimo” in quanto la scadenza dei tempi per l’approvazione del Consiglio Comunale portava la data del 28 settembre, cioè sabato scorso puntualizzando, ancora una volta, sul dovere del rispetto delle regole che portano alla convocazione del Consiglio Comunale.
Sta di fatto che seppur con il voto contrario delle opposizioni, il punto “incriminato” è stato ritirato.

Un bando per il rimborso delle rette degli asili nido

Da rilevare poi l’intervento dell’assessore ai Servizi Sociali, Federica Lavalle, che in aula ha comunicato l’entrata in funzione del nuovo servizio mensa con la nuova società affidataria del bando di gara espletato durante il periodo di governo del Commissario Prefettizio, succeduto alle dimissioni della sindaco Anna Gentili, che non ha deciso per il rinnovo dei servizi della ditta precedente.
L’assessore, in aula, ha voluto precisare che in questo momento non è possibile “cambiare le tariffe in corso d’opera ed in corso di bilancio” sia per il servizio mensa che per i servizi all’infanzia, aggiungendo poi che “quando ci sarà possibile rideterminarsi in una fase di programmazione del bilancio cercheremo di capire, all’interno delle disponibilità, se ci sarà consentito farlo”.
Ma, ha poi aggiunto, avendo “ritrovato” un fondo di “60.000 euro messo a disposizione dal Ministero delle Politiche Sociali” che tale importo verrà utilizzato per un bando pubblico al fine di “rimborsare le rette di frequenza degli asili nido”.

ph. by L.I.

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