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Le scienze umanistiche abbracciano il concetto di esperienza per indicare che senza di essa non possiamo conoscere la realtà. Ma quale realtà?
Esistono tanti tipi di realtà e nessuno può permettersi di dire che ciò che vede o che fa è vero in assoluto; ognuno di noi vive quotidianamente realtà differenti rispetto ad altri. In tal senso possiamo dire che ogni soggetto ha una “sua” realtà e una “sua” verità.
Ma la realtà è verità? Oppure la realtà non è verità? Rispondere in modo decisivo non è così semplice, poiché ognuno vive una sua verità che può essere valida per qualcuno e illegittima per qualcun altro. Realtà e verità, apparentemente, sembrano sinonimi, ma non lo sono.
Facciamo un esempio, se dicessimo “la realtà è fatta di lavoro e famiglia” non possiamo affermare che tale espressione sia uguale per tutti, mentre se dicessimo “io ho una verità nascosta” anche in questo caso non possiamo dichiarare che tale asserzione sia valida per tutti.
Ecco, se in ambito linguistico realtà è sinonimo di verità e viceversa, questo non lo può essere nell’area delle scienze umane. Perché?
Perché le scienze umane sono cangianti e fanno riferimento alle esperienze dell’essere umano. Tuttavia, per alcuni individui la realtà può essere interpretata come il lavoro e la famiglia, per altri può essere vista come i viaggi e la natura.
La medesima cosa vale per la verità, ci sono persone che affermano “non esiste la verità, ci sono altri soggetti che dichiarano “io penso che la verità è il fatto stesso che noi esistiamo”.
Riflettendo su questi pensieri, possiamo dire che nell’ambito delle scienze umanistiche i due termini, realtà e verità, sono visti in modo diverso; c’è chi ha delle concezioni più filosofiche, antropologiche, psicologiche e pedagogiche, e chi da più importanza al settore scientifico per parlare di verità. Occupandoci in senso stretto di scienze umanistiche, possiamo dire che dall’ esperienze di ciascuno di noi hanno origine discorsi su ciò che si intende per reale e per verità.
Facciamo un secondo esempio, c’è chi dice “ognuno ha una propria realtà e la vive per com’è”, mentre altri dicono “io sono una persona autentica e questa è la mia verità”.
Spaziare all’interno di tali concetti ci rende consapevoli che non esiste una realtà e una verità oggettiva, ma ognuno ha la sua in quanto puramente soggettiva e libera da vincoli altrui.
Ciò che può essere ritenuta una verità valida per tutti può essere la seguente frase “se rubi o se uccidi vai in carcere”; mentre trovare una frase valida per tutti per la parola realtà è molto più spigoloso, poiché ad esempio c’è sempre qualcuno che potrebbe dire “io ho fatto una rapina a mano armata e ora la mia realtà di vita è il carcere”.
Secondo tali esempi si potrebbe esprimere che ciò che designa una situazione reale o veritiera è l’esperienza che ogni essere umano fa nel corso della sua vita. Pertanto, in relazione alle scienze umanistiche, ogni individuo “è fatto della sua esperienza” che
unendola a esperienze altrui può decidere di pensare se quella è una sua realtà o una sua verità oppure una realtà/verità uguale per tutti.
In questo caso ci addentriamo in discorsi legati a dimensioni molto complesse che riguardano ogni singolo individuo inteso come “essere umano vivente”.
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