Connect with us

Cronaca

Medio Oriente, Papa Francesco lancia l’appello di pace per il Libano

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Papa Francesco, con il cuore colmo di compassione e speranza, ha lanciato un appello accorato affinché il Libano rimanga una terra di pace, un faro di convivenza armoniosa nel Medio Oriente. Parlando davanti ai familiari delle vittime della devastante esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020, il Papa ha ribadito che il Libano non è solo un paese, ma un messaggio di pace che deve continuare a risplendere in un mondo spesso oscurato dal conflitto e dalla divisione.

“Con voi imploro dal Cielo la pace che gli uomini faticano a costruire in terra,” ha dichiarato Papa Francesco, sottolineando la necessità urgente di pace non solo in Libano, ma in tutto il Medio Oriente. Ha ricordato le parole di un suo predecessore, che descrisse il Libano come un “messaggio”, un progetto di pace dove comunità diverse e religioni differenti possono convivere, anteponendo il bene comune ai propri interessi.

Con profondo dolore, il Pontefice ha espresso la sua vicinanza a coloro che ancora soffrono le conseguenze della tragedia di Beirut, un evento che ha lasciato cicatrici indelebili nel cuore della nazione. Ha sottolineato come il Libano, già martoriato da conflitti e divisioni, continui a pagare un prezzo altissimo per le guerre che affliggono la regione, in particolare in Palestina e Israele. Le sue parole risuonano come un monito contro la guerra, definendola un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa alle forze del male.

“Con commozione incontro voi, familiari delle vittime dell’esplosione,” ha detto il Papa, unendo le sue lacrime a quelle dei presenti, pregando per loro e per i loro cari. Francesco ha poi ribadito la sua richiesta di verità e giustizia, denunciando come, a distanza di quattro anni, queste non siano ancora state ottenute. Ha riconosciuto le difficoltà che circondano la ricerca di giustizia, ma ha affermato con forza che la verità e la giustizia devono prevalere, per il bene del popolo libanese.

In un momento di intensa solidarietà, il Papa ha assicurato che la Chiesa intera è vicina al Libano, non solo attraverso la preghiera, ma con azioni concrete di carità. “Non siete soli e non vi lasceremo soli,” ha promesso, lodando l’impegno dei Pastori, dei religiosi e delle religiose che continuano a sostenere il popolo libanese in questo momento difficile.

Con il suo messaggio, Papa Francesco non solo ha espresso vicinanza e sostegno, ma ha rinnovato la speranza che il Libano possa ritrovare la pace e la giustizia che merita, rimanendo un simbolo luminoso di coesistenza pacifica in un mondo travagliato.

Cronaca

Roma, San Paolo: due ladre tentano di investire la commessa di un negozio dopo la rapina

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura < 1 minuto

image_pdfimage_print

ROMA – Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Roma Garbatella sono intervenuti in viale Leonardo Da Vinci, arrestando due donne romane, di 20 e 30 anni, appartenenti a una nota famiglia di nomadi stanziali, con precedenti penali e disoccupate. Le due sono gravemente indiziate di rapina aggravata in concorso.
 
L’episodio è iniziato quando i titolari di un negozio di casalinghi, gestito da cittadini cinesi nel quartiere San Paolo, hanno denunciato che le due donne avevano sottratto diversi articoli per la casa. Una dipendente del negozio, notando il furto, ha cercato di fermarle, ma le due donne, nel tentativo di fuggire, sono salite a bordo della loro auto e hanno cercato di investirla.
 
I Carabinieri, giunti rapidamente sul posto, sono riusciti a bloccare le ladre. La refurtiva, trovata all’interno dell’auto, è stata restituita ai legittimi proprietari. Fortunatamente, la coraggiosa dipendente, visitata dai sanitari del 118, non ha riportato ferite.
 
Successivi accertamenti hanno rivelato che la 30enne era alla guida dell’auto senza patente, mai conseguita, motivo per cui è stata anche sanzionata per violazione al codice della strada. Il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari per entrambe le donne.
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

Castelli Romani

Rocca Priora, arrestati due uomini sorpresi a sotterrare telai di auto rubate

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura < 1 minuto

image_pdfimage_print

I Carabinieri della Stazione di Rocca Priora hanno arrestato due uomini italiani, rispettivamente di 59 e 67 anni, entrambi con precedenti penali, accusati di riciclaggio. L’operazione è avvenuta durante un normale servizio di pattugliamento del territorio, quando i militari hanno notato i sospetti intenti a scavare una buca con una ruspa in un terreno situato lungo la via Tuscolana, al chilometro 32. All’interno della buca, i Carabinieri hanno scoperto quattro telai completi di autovetture, successivamente identificati come proventi di furto.
 
Successivamente, i militari hanno eseguito una perquisizione in un capannone nei pressi del luogo del ritrovamento, anch’esso nella disponibilità dei due uomini arrestati. All’interno del capannone, sono state rinvenute numerose parti di veicoli smontati e privi di matricola, le quali sono state immediatamente sequestrate per ulteriori verifiche.
 
I due uomini arrestati sono stati posti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa dell’udienza di convalida. Le autorità stanno proseguendo le indagini per chiarire ulteriormente la portata dell’attività illegale e identificare eventuali complici.
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

Cronaca

Epidemia di Peste Suina, cresce la rivolta degli allevatori: il Ministro Lollobrigida nel mirino

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Il ministro dell’Agricoltura accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza

L’epidemia di peste suina sta mettendo in ginocchio gli allevatori del Nord Italia, con nuovi focolai che si diffondono in Lombardia e Piemonte, alimentando rabbia e frustrazione tra i produttori. Nonostante l’adozione di nuove misure di sicurezza da parte del Commissario straordinario Giovanni Filippini, la situazione continua a peggiorare, con 26 allevamenti contaminati solo in Lombardia, coinvolgendo le province di Pavia, Milano e Lodi.

La diffusione del virus in queste aree altamente densamente popolate da suini, che contano circa 4,5 milioni di capi, ha suscitato un’ondata di proteste da parte degli allevatori, già provati da oltre due anni di gestione considerata fallimentare dell’emergenza. Assosuini, una delle principali associazioni di settore, ha espresso la propria indignazione, lamentando che gli allarmi lanciati dagli allevatori sono stati ignorati per troppo tempo, lasciandoli ora a dover affrontare costi insostenibili e una situazione sanitaria al limite.

La tensione è ulteriormente aggravata dalla critica dei vertici di Coldiretti, che chiedono l’immediata erogazione degli indennizzi alle aziende colpite e certezze sui rimborsi per chi è costretto a sospendere l’attività. Le nuove regole imposte dal commissario includono il divieto di movimentazione degli animali e l’accesso agli allevamenti nelle aree di restrizione, nonché la possibilità di abbattimenti preventivi in caso di rischio di contagio. Tuttavia, l’incertezza regna sovrana, con molti allevatori che si sentono abbandonati dalle istituzioni.

La critica si è rivolta anche verso il governo, e in particolare verso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, accusato di non aver saputo affrontare adeguatamente l’emergenza. L’Eu Veterinary Emergency Team, gruppo di esperti della Commissione Europea, ha recentemente bocciato la strategia adottata, suggerendo che sarebbe stato più efficace un approccio basato sul monitoraggio e sul contenimento geografico dei cinghiali, piuttosto che sulla caccia.

Dichiarazioni recenti del ministro Lollobrigida, riportate dai media, sottolineano l’impegno del governo nel fronteggiare la crisi, pur ammettendo le difficoltà incontrate. Lollobrigida ha ribadito l’importanza delle nuove misure di biosicurezza e ha promesso un maggiore supporto agli allevatori, ma per molti queste rassicurazioni arrivano troppo tardi.

Con l’aumento dei focolai, l’epidemia di peste suina si sta trasformando in una catastrofe economica e sanitaria, con conseguenze che potrebbero essere devastanti non solo per il settore zootecnico, ma anche per l’intera economia delle regioni colpite.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti